Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  maggio 25 Sabato calendario

Così la sessualità ha trasformato la lingua italiana

La VII Edizione del Festival Treccani della lingua italiana approda a Roma oggi 25 e domani 26 maggio in Piazza Damiano Sauli (Garbatella) affrontando il tema della sessualità scelto- come precisa la linguista Valeria Della Valle, per «aprire un dialogo con le nuove generazioni» dal momento che «la parola “sessualità” è risultata statisticamente centrale negli scambi dei giovani all’interno di blog, chat e social». Così un ambito afflitto da controversie assai spinose tra sessismo, revival del femminismo, gender, i diritti LGBTQIA+, verrà approfondito, attraversando i campi dell’arte, della letteratura, dei vecchi e nuovi media. E una parola che faceva paura o si prestava immediatamente al riflesso condizionato dell’autocensura diventa una prospettiva privilegiata per capire i problemi della società contemporanea.
DIVIETO
Oggi Paolo Di Paolo dialogherà con Filippo La Porta sull’educazione sentimentale, Claudio Strinati rileggerà l’arte che nasce dal divieto e dalla proibizione con Caravaggio e Michelangelo come testimonial d’eccezione. Domani Cathy La Torre parlerà di Discriminazione, abuso e sessualità.
L’italianista Maria Serena Sapegno, autrice di Figlie del padre. Passione e autorità nella letteratura occidentale, ci anticipa che oggi ripercorrerà il tema attuale e dibattuto del patriarcato mostrando come «si fondi sul controllo della generazione e quindi sul potere maschile. Il patriarcato si è annidato negli autori e nei contesti più inaspettati se pensiamo che perfino per il buon vecchio Jean Jacques Rousseau il compito delle fanciulle è quello di rispondere ai bisogni è al piacere degli uomini. Però già nell’epoca dell’illuminismo le cose cambiano fino ad arrivare al femminismo moderno, alla scoperta della soggettività femminile e di una nuova sessualità. Questa prospettiva parte da Jane Austen per incarnarsi in autrici iconiche come Sibilla Aleramo e Virginia Woolf. E poi in Carla Lonzi, Alba de Cespedes, Anna Banti per citare anche qualche autrice italiana».
Sembra però che, nonostante il combattimento aspro tra l’imposizione esplicita o implicita dei tabù e i movimenti nati per abbatterli nelle varie epoche, la società contemporanea deve ancora appropriarsi di una sessualità libera e consapevole. Forse per questo la stessa Sapegno sottolinea che «la sessualità femminile è stata misteriosa fino a ieri. E quella maschile è rimasta non interrogata, potendo operare incontenibile, senza una giusta integrazione con l’altra polarità. Con pochissimi uomini capaci di riflettere davvero su questa dimensione».
Sesso, sessualità, sessismo: parole Øin movimento è il tema di cui si occuperà Valeria della Valle, lessicografa capace di mostrare come i dizionari non siano archivi polverosi di definizioni, ma rispecchino la vita delle persone e i mutamenti della società. Ma anche le resistenze visto che tanti tesauri del passato erano affetti da androcentrismo, misoginia e sessuofobia nemmeno tanto malcelati. Continuando a dialogare con noi ci racconta che «il dizionario del Tommaseo, a metà dell’ottocento, insisteva sulla distinzione tra sesso forte e sesso fragile e nel definire sessuale’ e sessualità’ si riferiva solo a quello delle piante e non a quello delle persone». Sembra pure lontano il tempo del dizionario marcatamente fascista di Enrico Mestica, «il più diffuso negli anni 30 insieme allo Zingarelli, che per definire la parola donna usava una citazione di Mussolini: La maternità non attenua la bellezza muliebre ma la rende più nobile e vera’».
BIZZARRO
Un passaggio molto bizzarro riguarda «un dizionario dei primi del Novecento, quello di Palmiro Premoli, dove è riportata l’espressione passare sotto l’arcobaleno’ per indicare il cambio di sesso». Oggi pure l’arcobaleno si è emancipato e ne ha fatta tanta di strada cercando di splendere oltre le tempeste della sessuofobia come simbolo dell’inclusività LGBT+ e della teoria queer. Ma la strada è ancora impervia e dunque non è secondario lo sforzo fatto da Valeria Della Valle e Giuseppe Patota che, dirigendo l’ultima edizione del dizionario Treccani dove le parole sono registrate sia al maschile, che al femminile. Della Valle sottolinea soddisfatta: «Abbiamo abbattuto qualsiasi tabù e ipocrisia e abbiamo rimesso in equilibrio i generi».