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 2024  maggio 25 Sabato calendario

Tre milioni di lavoratori in meno già nel 2040 La crisi demografica manda in tilt il mercato


La crisi demografica si abbatterà come uno tsunami sul mercato del lavoro provocando una grave carenza di lavoratori nei prossimi anni. In Italia gli effetti del progressivo invecchiamento della popolazione saranno superiori. A certificarlo, con tanto di numeri e percentuali, uno studio realizzato da Adapt (l’associazione senza fini di lucro fondata da Marco Biagi nel 2000 per favorire gli studi nel campo del diritto del lavoro e delle relazioni industriali) che ha condotto un’analisi sui dati Istat per l’Italia e sui dati Eurostat per il contesto europeo. Secondo lo studio lo scenario occupazionale entro il 2050 subirà in modo consistente l’effetto dell’andamento demografico. In particolare, è stato osservato che se il tasso di occupazione restasse costante a quello attuale (superiore al 62% della popolazione attiva, peraltro a livelli record), già nel 2030 il numero di occupati in Italia subirebbe un calo del 3,2%, cinque volte superiore alla media del vecchio continente (0,6%).
«Questo significa – spiega Francesco Seghezzi, presidente Adapt – che fra meno di 6 anni avremo 730 mila lavoratori in meno, anche se la percentuale di persone occupate rispetto alla popolazione occupabile restasse invariata. Quindi, per quanto positivo l’attuale trend occupazionale, le trasformazioni demografiche non possono lasciarci indifferenti, anche perché non potranno cambiare nel medio termine». Se si estende la proiezione sul 2040 e poi sul 2050, la situazione peggiora drasticamente, con l’andamento italiano sempre più critico rispetto alla media europea. Già nel 2040, fra meno di vent’anni, il calo di occupati in Italia arriverebbe al 13,8% e al 20,5% nel 2050. Tradotto in numeri assoluti, nel 2040 si stima ci saranno 3,1 milioni di lavoratori in meno e nel 2050 il calo arriverebbe a 4,6 milioni.
«La contrazione della forza lavoro occupabile, indotta dalla transizione demografica in corso, rappresenta un grande ostacolo per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro – spiega Jacopo Sala, ricercatore Adapt -. Nei prossimi anni, settori cruciali per l’economia italiana, come l’industria, l’edilizia e i servizi, dovranno infatti fare i conti con una progressiva carenza di manodopera. Il rischio è quello di paralizzare interi settori produttivi, frenando la crescita economica complessiva».
Osservando la distribuzione per fasce d’età, si può vedere come la riduzione colpisca in modo trasversale tutta la popolazione potenzialmente attiva e soprattutto si nota la rapidità del processo: nel 2030, nella fascia 35-49 anni i lavoratori saranno il 10,8% in meno, un calo di quasi un milione. Nel 2050, nella fascia 50-64 anni si prevede una riduzione della forza lavoro pari a oltre 2 milioni di unità, il 26,5%. E mentre cala la forza lavoro nelle fasce più adulte della popolazione, tra i 15 e i 34 anni i lavoratori aumenteranno del 0,9% nel 2030, per poi calare progressivamente, fino al 2040 quando ci saranno 451.716 lavoratori giovani in meno e oltre un milione in meno nel 2050 (1.080.588).
Le ripercussioni saranno pesanti anche sulla tenuta del sistema pensionistico. «La diminuzione del numero di lavoratori attivi comporta anche una riduzione dei contributi destinati al sistema previdenziale italiano, che si basa sul patto intergenerazionale. Questa situazione potrebbe mettere in discussione la sostenibilità dell’intero sistema pensionistico» commenta ancora Sala. Dal presidente Seghezzi arriva infine un appello ad agire per evitare che l’impatto sia devastante sulle imprese. «Questo scenario estremamente realistico e inevitabile – spiega Seghezzi – chiede di fare profonde riflessioni sui modelli organizzativi delle imprese (anche immaginando un ruolo significativo dei processi di digitalizzazione e dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale), sui sistemi di welfare e sulle politiche pubbliche da mettere in atto per arginare la crisi demografica e la conseguente crisi dell’offerta di lavoro verso la quale andiamo in contro molto rapidamente».