Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  maggio 25 Sabato calendario

Eurispes: il 57% degli italiani arriva con fatica a fine mese


Più della metà della popolazione italiana, il 57%, arriva con fatica alla fine del mese. È il quadro preoccupante che emerge dalle indagini campionarie del Rapporto Italia 2024 dell’Eurispes, presentato ieri a Roma. «Incertezza e instabilità sono diventate la norma in grado di condizionare ogni nostra possibilità di ulteriore sviluppo», ha commentato il presidente dell’istituto di ricerca, Gian Maria Fara.
E se il 40,9% dei cittadini afferma che la situazione economica personale e familiare nell’ultimo anno è rimasta stabile, più di un italiano su tre (il 36,8%) si vede costretto ad attingere ai risparmi per arrivare alla fine del mese. Il 32,1%, invece, deve chiedere aiuto alla famiglia di origine, mentre il 42,7% deve pagare a rate e quasi 3 su 10 (il 28,3%) deve rinunciare a cure, interventi dentistici o controlli medici. In un quadro di totale incertezza e di sfiducia, solo il 10,8% dei cittadini prevede un periodo di crescita economica, mentre la precarietà lavorativa rappresenta la maggiore preoccupazione.
I maggiori problemi per molti nuclei familiari sono rappresentati da bollette, affitto e rate del mutuo. C’è però un “ma”, «probabilmente dovuto a un rinnovato bisogno di sicurezza in questo contesto», osserva la ricerca: torna a crescere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Più della metà dei consensi è comunque rivolto solo ad alcune di esse: in primis al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alle forze dell’ordine, alla Chiesa, alla scuola, alla sanità e alle associazioni di volontariato. Per il governo, infine, gli sfiduciati restano oltre il 55%.