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 2024  maggio 24 Venerdì calendario

Le celebrities a Roma per la collana che batte ogni record

Chi sono i super ricchi che possono permettersi una collana da svariati – svariatissimi – milioni? E come si vestono? Cosa desiderano? La risposta è arrivata inaspettatamente durante la presentazione di Aeterna, l’ultima collezione di alta gioielleria di Bulgari, la decima disegnata da Lucia Silvestri. Che ha celebrato i 140 anni dalla fondazione della maison con una parata di star, da Carla Bruni ad Anne Hathaway in un luogo mai esplorato prima da un marchio, le Terme di Diocleziano di Roma. Il complesso monumentale, fresco di restauro, è eccezionale per dimensioni, lo stato di conservazione e la velocità di esecuzione: è stato costruito in soli otto anni tra il 298 e il 306 d.C. su una superficie di 13 ettari.
Mentre all’interno delle terme i giornalisti si stavano avvicinando al tempietto sopraelevato per ammirare Serpenti Aeterna, master peace della collezione, un signore – capello un po’ lungo, maglietta, jeans, scarpe da tennis – ha chiesto di visionarlo in privato per valutare se acquistarlo e così ha impedito alla stampa di osservare il gioiello da vicino. Non si sa se poi il “Paperone” l’abbia acquistato, ma quel gioiello è il «più caro mai sviluppato dall’azienda e il più speciale per caratura e purezza», spiega Mauro Di Roberto, managing director della divisione gioielli di Bulgari, parlando del collier tutto in diamanti che rompe la consuetudine del colore, un classico del brand romano: «Vogliamo essere riconosciuti come i gioiellieri che hanno usato e sanno usare anche questo genere di pietre». E che pietre: «Siamo partiti da un diamante grezzo del Lesotho di oltre 200 carati (!) e l’abbiamo tagliato per ottenere sette gocce da 140 carati in totale, uno per anno di storia di Bulgari. Sette gemme uniche, di cui una di 50 carati, al centro. Anche la sinuosa struttura tridimensionale in platino è particolarmente complessa: contiene quasi 700 diamanti baguette per i quali ci sono voluti sette mesi di lavorazione solo per il taglio». Status symbol tra gli status symbol, questo stupor mundi è pensato per brillare, brillare e ancora brillare, facendosi notare fra tutti gli altri fuori classe non solo per le pietre giganti eccezionalmente trasparenti – paiono d’acqua – ma anche per il massimo della purezza. «Sarebbe strano indossare una collana così per andare all’Esselunga», scherza il manager, «ma in Asia, a differenza dell’Occidente, ci sono più occasioni e feste per mostrare, e anche ostentare, un pezzo del genere. Non dimentichiamo poi che le gemme, sempre più rare, costituiscono un ottimo investimento per chi deve diversificare il portafoglio». In effetti valgono come un palazzo ma non occupano spazio e, una volta acquistate, non sono tassate, a differenza del mercato immobiliare o azionistico.
Sempre per non passare inosservati, raggiunge l’obiettivo la Bulgari Lotus Cabochon che guarda agli archivi della maison degli anni 70 per la combinazione di turchesi, ametiste e smeraldi cui è stato aggiunto il tocco rosa della rubellite: «La collana è sottile, leggera, sembra la tessitura di un tappeto. Se ce l’hai al collo sai che ti guarderanno tutti», aggiunge Di Mauro.
Ma torniamo al nostro miliardario che ha puntato gli occhi sul girocollo più costoso e anche – non è un caso – sul serpente, simbolo fin dall’antichità di rinascita e potere, empowerment e forza, caratteristiche che piacciono alle donne di oggi, soprattutto quando hanno un ruolo importante nella società: «Il serpente fa parte da sempre della nostra tradizione ma l’avevamo un po’ dimenticato. Nel 2009 ce ne siamo riappropriati e abbiamo fatto bene: ci ha dato riconoscibilità stilistica, ha rafforzato il marchio e le vendite, non solo nell’alta gioielleria», dice Mauro Di Roberto. «Oltre a essere il nostro simbolo, è anche una formidabile fonte di ispirazione per la forma molto versatile, che da noi non deve mai essere banale».
Serpenti Eco è quello in collezione con la storia più singolare. La collana ha una coppia di zaffiri a goccia identici e scenografici da 37,34 carati ciascuno: «È una rarità possibile – conclude Di Roberto – perché provengono da un paio di orecchini Bulgari degli anni 30 di una nobildonna rimasta senza eredi. Ci teneva che non andassero all’asta e tornassero a casa nostra».