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 2024  maggio 23 Giovedì calendario

Periscopio

All’indomani della morte d’Ebrahim Raisi fa un certo effetto assistere ai fuochi d’artificio e alle grida di giubilo provenienti da oppositori ed esiliati politici, seguite dalle espressioni di cordoglio e solidarietà al popolo iraniano, lungamente perseguitato dallo stesso Raisi, pronunciate da diversi politici e funzionari occidentali (con gli italiani, naturalmente, sempre in prima fila).La linea di Francesco Cundari 1.
Si può escludere l’attentato? Cos’avverrà adesso in Iran? Avvenire.
Dies Iran. Giannelli, Corriere della Sera.
La Corte internazionale di giustizia, che ha impiegato oltre un anno per preparare un mandato di cattura nei confronti di Vladimir Putin, o dieci anni a voler essere precisi sull’inizio dei crimini di guerra russi in Ucraina, in poche settimane è arrivata a chiedere l’arresto del premier israeliano Benjamin Netanyahu e, bontà loro, anche del capo di Hamas a Gaza Yahia Sinwar, il volenteroso genocida d’ebrei manovrato come un burattino dalle stesse guardie rivoluzionarie di Raisi che a Teheran uccidono le donne, impiccano gli omosessuali e cancellano qualsiasi diritto civile individuale del popolo iraniano. Christian Rocca, Linkiesta.

Lotta Comunista fa irruzione alla Statale. Botte da orbi tra compagni per chi è più filopalestinese. Seconda rissa in pochi giorni tra gli accampati dell’università e i «duri e puri» venuti da fuori. Fra tragicomici scambi d’accuse («sionisti», «capitalisti») sono volati calci e pugni. La Verità.
Kharkiv sotto le bombe. Ennesimo attacco russo sulla seconda città ucraina. I sopravvissuti: «Putin distrugge tutto». rai.news.it
Kharkiv: camionisti contro Zelensky. [??]. il Fattosky quotidiano.
Brindo agli astri di guerra, a tutto quel che mi fu rinfacciato, / alla pelliccia signorile, all’asma, alla bile del giorno pietroburghese. / Alla musica dei pini di Savoia, alla benzina degli Champs-Élysées, / all’olio dei quadri parigini, alla rosa nella Rolls-Royce. / (…) / Brindo, ma senza aver deciso – dei due va scelto uno: / l’allegro Asti spumante o di castello dei papi il vino. Osip Mandel’tam, Quaderni di Mosca, Einaudi 2021.
Non dirò mai che chi aveva un’uniforme delle SS era automaticamente un criminale. Maximilian Krah, di Afd, Alternativa per la Germania (Tonia Mastrobuoni, Repubblica).

Matteo Salvini: «Noi della Lega detestiamo quei nazisti dell’Afd! L’ho saputo proprio ora da Marine Le Pen». Ellekappa, Repubblica.
Mario Mori (prefetto, generale dei carabinieri, è stato comandante del Ros, direttore del Sisde, collaboratore di Falcone e Borsellino) è di nuovo indagato. Fu indagato, poi imputato, poi assolto per la mancata perquisizione del covo di Totò Riina. Fu indagato, poi imputato, poi assolto per favoreggiamento di Bernardo Provenzano. Fu indagato, poi imputato, poi assolto nel processo Trattativa. La sua carriera di plurindagato, pulirimputato e pluriassolto dura da oltre vent’anni e ora che, a ottantacinque anni d’età, contava d’essersi messo in congedo anche dal ruolo di ostaggio dello Stato italiano, gli tocca ricominciare da capo. La procura di Firenze lo accusa di non aver fatto nulla per evitare le stragi mafiose. (…). Nel processo Trattativa era accusato di aver fatto troppo per impedirle, fino a trescare con la mafia e nell’interesse della mafia; non andava bene pari, andrà bene dispari. Mattia Feltri, La Stampa.

«Sapeva ma tacque». il Fattoide quotidiano.
Fateci caso. Ogni anno, quando si avvicina il 23 maggio – giorno tragico in cui fu massacrato sull’autostrada di Capaci il giudice Giovanni Falcone – i magistrati antimafia lanciano un ruggito di verità e giustizia. Ogni anno, alla vigilia del 23 maggio, noi vecchi cronisti abbiamo puntualmente assistito a clamorose retate di persone «insospettabili» finite in manette sotto il peso di accuse ovviamente «solide e argomentate»; a rivelazioni di pentiti che, manco a dirlo, avrebbero dovuto riscrivere addirittura la storia d’Italia; ad avvisi di garanzia spiccati a grappolo per «inchiodare» finalmente all’albero della gogna protagonisti e comprimari di patti occulti e scellerati tra i boss di Cosa nostra e i servizi deviati. Giuseppe Sottile, il Foglio.
Da Gentiloni bugie che aiutano la destra. Stefano Patuanelli, M5s, il Fatto quotidiano.
Non va sottovalutata l’uscita in apparenza estemporanea del commissario europeo Paolo Gentiloni. (…). Come tutti hanno compreso, a cominciare dall’interessato, evocare l’algoritmo che avrebbe stabilito le quote del Pnrr da destinare all’Italia equivale a smontare la leggenda su cui l’ex premier Giuseppe Conte ha costruito il proprio profilo di grande combattente contro l’Unione diffidente verso l’Italia. Anche così egli alimenta la speranza di continuare a esercitare una leadership di fatto sul Pd. È il mito fondativo del «contismo». [Ma] Gentiloni con una frase ha dimostrato che il re è nudo. Poi magari si scoprirà che Conte ha una parte di ragione e che quella trattativa non fu soltanto affare d’algoritmi. Tuttavia il colpo è stato assestato. Si dimostra che la missione del Pd non è solo quella di chinare la testa di fronte all’alleato/rivale nel timore d’offenderlo. Stefano Folli, Repubblica.

Tasse, torna il redditometro. E la maggioranza si divide. Corriere della Sera.
A suo tempo Giorgia Meloni – come sempre, nel merito, perfettamente d’accordo con leghisti e grillini – aveva usato contro [il redditometro] gli stessi argomenti dei suoi critici d’oggi (l’eterno spettro del «Grande fratello fiscale»). La linea di Francesco Cundari 2.
Prima voce: «Ah, e così avete reintrodotto il redditometro». Seconda voce: «Abbiamo votato per sconfiggere il pizzo di Stato, e poi...» Giorgia Meloni: «Chi sietes? Yo no hablo vuestra lingua». Makkox, il Foglio.
Il debito buono è stato un grande alibi per una classe politica che non vedeva l’ora d’avere una scusa per spendere a debito. (…) Lo stesso Superbonus è stato definito così. Occorre essere chiari. Il debito ha un costo. Veronica De Romanis (Andrea Pira, HuffPost).
Sarebbe interessante sapere quando cominceremo a renderci conto che non il cambiamento climatico, non gli stipendi bassi, non i menu delle mense scolastiche: la vera emergenza dell’occidente è la mezzasegaggine delle classi dirigenti. Guia Soncini, Linkiesta.
L’italiano [ma il sapiens in genere] crede ciecamente in ciò in cui finge di credere la maggioranza. Roberto Gervaso.