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 2024  maggio 23 Giovedì calendario

Palestina, Europa divisa


Mentre uno Stato membro dell’Unione europea – i Paesi Bassi – ha appena approvato una legge che punirà chi pronuncia il controverso slogan “From the river to the sea, Palestine will be free” (Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera) altri due Paesi Ue – l’Irlanda e la Spagna – hanno compiuto i passi necessari per riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina insieme con la Norvegia. Due fotografie che rendono bene l’idea di quanto la questione mediorientale continui a essere controversa all’interno dell’Unione, ma anche di quanto nel Vecchio Continente si stia facendo sempre più largo una posizione in netto contrasto con quella degli Stati Uniti. Tanto che la Casa Bianca è subito intervenuta per stigmatizzare la mossa di Madrid, Dublino e Oslo e per dire che lo Stato palestinese deve essere riconosciuto solo attraverso una trattativa tra le parti «e non tramite un riconoscimento unilaterale».«Il premier israeliano Benjamin Netanyahu continua a bombardare ospedali, scuole, case e punisce con la fame, il freddo e il terrore più di un milione di bambini e bambine innocenti» ha sottolineato il capo del governo spagnolo, Pedro Sanchez, annunciando davanti al Congresso che il riconoscimento sarà formalizzato martedì 28 maggio. La decisione, annunciata in contemporanea con Irlanda e Norvegia, ha scatenato una dura reazione di Israele, con il ministro degli Esteri Israel Katz che ha richiamato gli ambasciatori nei tre Paesi: «Hanno inviato ai palestinesi e al mondo intero il messaggio che il terrorismo paga». Un plauso è invece arrivato da Hamas, che considera il riconoscimento «un punto di svolta nella posizione internazionale», dall’Autorità nazionale palestinese e dalla Lega Araba, che ha invitato altri Paesi a seguire l’esempio dei tre.Sviluppi in questo senso sono attesi nelle prossime settimane, quando alla lista si aggiungerà anche la Slovenia, come ha confermato ieri il premier liberale Robert Golob. La procedura parlamentare è già stata avviata nei giorni scorsi e l’iter dovrebbe concludersi intorno alla metà di giugno: «Spero che altri Paesi si uniscano a noi» ha auspicato il primo ministro. Uno di questi potrebbe essere il Belgio, dove ieri c’è stata un’accesa discussione tra i membri del governo: socialisti, verdi e centristi fiamminghi hanno avviato un pressing su Alexander de Croo per spingerlo a formalizzare il riconoscimento. Ma il premier frena: «Ora le priorità sono la liberazione degli ostaggi e il cessate il fuoco immediato». Più cauta, rispetto a qualche mese fa, anche la posizione di Malta, che si dice pronta a compiere questo passo «quando potrà dare un contributo positivo e quando ci saranno le condizioni».Si tratta di una posizione sostanzialmente in linea con quella della Francia, secondo la quale il riconoscimento della Palestina «non è un tabù», anche se questo «non è il momento». Più netta la contrarietà della Germania: secondo un portavoce del ministero degli Esteri, «l’indipendenza dello Stato palestinese resta un nostro obiettivo», ma può essere raggiunto soltanto con il «dialogo». La pensa così anche Antonio Tajani: «Il nostro riconoscimento della Palestina non può essere fatto senza il riconoscimento da parte di Israele e viceversa» ha detto il ministro degli Esteri, rispondendo a distanza alle richieste delle opposizioni che hanno chiesto a Roma di unirsi a Madrid e Dublino. In particolare, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha auspicato «un riconoscimento europeo». L’Alto Rappresentante Josep Borrell ha «preso atto» della decisione di Spagna e Irlanda e ha assicurato che lavorerà «incessantemente con tutti gli Stati per promuovere una posizione comune dell’Unione europea basata su una soluzione a due Stati».Ma, come detto, le posizioni all’interno dell’Ue restano molto lontane. Prima di Irlanda e Spagna, solo la Svezia aveva compiuto questo passo da Stato membro dell’Unione nel 2014. Mentre Cipro, Polonia, Ungheria, Romania e Bulgaria lo avevano fatto prima ancora di entrare a far parte del club a dodici stelle. La Cecoslovacchia lo aveva fatto prima della separazione, anche se la Repubblica Ceca ha poi preso le distanze. Secondo l’Anp, sono in totale 142 su 193 i Paesi membri delle Nazioni Unite che hanno riconosciuto la Palestina. —