Corriere della Sera, 22 maggio 2024
Law & order all’amatriciana
Avanti e indré su e giù uno per uno per tutti i moli del porticciolo di Santa Lucia, avanti e indré per quelli del porticciolo Molosiglio, avanti e indré per il lunghissimo molo San Vincenzo, avanti e indré per la Stazione Marittima, avanti e indré per il molo della Immacolatella, avanti e indré per quello dedicato a Carlo Pisacane, avanti e indré per i moli dei Magazzini Generali, avanti e indré per quelli della Calata della Marinella e via così, avanti e indré molo dopo molo da Castel dell’Ovo a San Giovanni a Teduccio, dice l’Ispra, sono 22 chilometri. Oltre il quadruplo di quelli storici, cinque, del porto di Napoli. Anche quei 22 chilometri di banchine portuali, avanti e indré, vanno considerati «costa disponibile» non occupate da stabilimenti balneari come fossero spiagge libere? C’è qualcuno disposto a piazzare sdrai e ombrelloni e carretto dei gelati tra i container e le gru, i silos e le cisterne? Perché quello è il trucco usato dai sostenitori dei «balneari» per imbrogliare Bruxelles sostenendo, come hanno fatto anche ieri il meloniano Carlo Fidanza e il salviniano Massimiliano Romeo, e altri ancora, che la «risorsa spiagge» non è affatto scarsa ma al contrario abbonda, abbonda, abbonda. A costo di raccontare in un documento ufficiale presentato all’Europa, esponendo tutti noi italiani alla figuraccia di sembrare i giocatori dei tre bussolotti, che le coste italiane non sono affatto lunghe «circa 8.000 chilometri» come scrive l’Enciclopedia italiana Treccani ma addirittura 11.173. Oltre tremila in più. Quasi quanto tutte le coste dell’Irlanda. Una forzatura incredibile buttata lì nella speranza che l’Ue ci caschi. Una balla indecorosa per proteggere gli interessi di poche migliaia italiani che, a dispetto di tutti gli altri che avrebbero interesse a una vera concorrenza, sono arroccati sulle loro concessioni trentennali troppo spesso svendute a tariffe ridicole. Il Consiglio di Stato, lunedì, lo ha ribadito: la legge dice che non si possono disattendere multiple e ripetute sentenze della magistratura. Le gare per distribuire le concessioni balneari scadute vanno fatte. Punto e basta. Ed è davvero sconcertante che alcune forze politiche, in cambio di voti, insistano per non applicare le regole additando genericamente le opposizioni come «nemici» (testuale) dei balneari. Sarebbe questa la famosa Law & Order invocata dalle destre italiane? Legge e ordine all’amatriciana...