Corriere della Sera, 22 maggio 2024
Intervista a Nagel
Joachim Nagel si è convertito alle cravatte napoletane più raffinate sotto l’influenza di Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia e suo vicino al tavolo della Banca centrale europea. Ma in un giorno non particolarmente solenne il presidente della Bundesbank incontra il Corriere, El Mundo, Handelsblatt e Les Echos con il colletto della camicia aperto.
Presidente, è quasi fatta per un taglio dei tassi della Bce a giugno?
«Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco – risponde, invitando a tradurre in italiano con la massima di Giovanni Trapattoni —. Se l’ultima valutazione del Consiglio direttivo sarà confermata dai dati e dalle nostre prossime proiezioni, è plausibile che vedremo il primo taglio a giugno. Ma anche fosse così, ciò non significa che li ridurremo di nuovo nelle successive riunioni. Non viaggiamo con il pilota automatico. L’incertezza sugli sviluppi futuri dell’economia e dei prezzi è ancora alta, decideremo di volta in volta. Per ora sono soddisfatto di quanto abbiamo ottenuto con i nostri dieci rialzi e penso che potremmo essere pronti per un primo taglio».
L’inflazione sta andando in modo sostenibile verso l’obiettivo del 2%?
«È possibile che ci saranno mesi in cui l’inflazione riprende un po’ perché alcuni prezzi tendono a fluttuare, in particolare dell’energia. Nel complesso, mi aspetto che continui a scendere verso il nostro obiettivo del 2% e che lo raggiunga nel 2025. Ma dobbiamo restare cauti. Non dobbiamo tagliare i tassi affrettatamente e mettere a rischio i risultati raggiunti».
La Francia ha rinunciato alla sua manovra correttiva sul 2024, l’Italia già chiede di «interpretare» le nuove regole di bilancio. In che misura la situazione di questi Paesi indebitati la preoccupa?
«Finanze pubbliche sane sono un prerequisito per la stabilità dei prezzi nel lungo periodo. Negli ultimi tre anni ci siamo resi conto quanto sia importante la stabilità dei prezzi. I capi di Stato hanno concordato il nuovo Patto di stabilità e crescita. Ora gli Stati membri e la Commissione devono applicarlo, in modo da ridurre gli elevati oneri del debito. Spero che ciò abbia un’alta priorità nell’agenda della nuova Commissione dopo le elezioni europee. A mio avviso, la situazione di bilancio di alcuni Paesi deve migliorare. La politica di bilancio non deve alimentare pressioni sui prezzi in area euro. Dobbiamo evitare che la politica di bilancio renda più difficile per la Bce salvaguardare la stabilità dei prezzi. Altrimenti, potrebbe essere necessario avere tassi di interesse più alti rispetto a una situazione senza tali complicazioni. Livelli sostenibili di deficit e di debito dovrebbero essere nell’interesse di ogni Paese».
Le elezioni di giugno
I cittadini devono andare alle urne per le Europee La possibilità di votare è un privilegio che molte persone in tutto il mondo non hanno
Teme una situazione in cui deficit e debito vadano fuori controllo?
«Non direi che la situazione stia andando fuori controllo, ora. Ma non dimentichiamo da dove veniamo. La crisi finanziaria e la crisi del debito sovrano sono una lezione per noi in Europa. Ci ricordano quanto possa essere pericoloso se le politiche di bilancio non sono solide. Credo che tutti i Paesi si stiano rendendo conto che la solidità di finanza pubblica è importante».
È soddisfatto di come va il Recovery Plan?
«Mi chiedo perché ci voglia così tanto tempo per creare progetti che si qualifichino per i finanziamenti nell’ambito di NextGenerationEU (il Recovery Plan, ndr). È un esempio perfetto di come in Europa dobbiamo accelerare e snellire i nostri processi. Se si fa un confronto con l’Inflation Reduction Act (Ira) degli Stati Uniti, ci sono molte differenze. Ma un aspetto spicca: negli Stati Uniti le domande (di erogazione, ndr) si fanno rapidamente, e così i versamenti. Le aziende possono trasformare le loro idee e i loro progetti in realtà. Si potrebbe concludere che l’Ira è potente sul campo mentre NextGenerationEU no. L’ideale sarebbe combinare la velocità americana con le aspirazioni europee».
Il populismo di destra sembra in crescita alle europee. La preoccupa? La Ue è in pericolo di vita come dice Emmanuel Macron?
«I cittadini devono andare a votare alle Europee. La possibilità di votare liberamente è un privilegio che molte persone in tutto il mondo non hanno o per cui stanno lottando. Ciò che mi preoccupa sono le tendenze antidemocratiche. Per quanto riguarda la Germania, lasciatemi dire che ci sono persone che lavorano contro l’Europa e contro la nostra concezione di democrazia e di società libera. Per questo, per la prima volta in vita mia, ho partecipato a una manifestazione per la democrazia, a Francoforte in gennaio. La Bundesbank ha anche partecipato a un evento pubblico a sostegno dell’Europa il 9 maggio, al quale ho preso parte anch’io. Un’Europa democratica è un traguardo prezioso, è giusto lottare per preservarlo. È un tema a cui tengo molto».