il Giornale, 21 maggio 2024
All’Europa occorre subito un Nasdaq
Quella che fu la gallina d’oro dell’intero globo, l’Europa, è un ormai nostalgico ricordo. Il comparto industriale, ad esclusione dell’auto top di gamma, è essenzialmente fornitore di componentistica e sempre meno di prodotti finiti. La forza trainante dell’Europa è infatti oggi il terziario, dove primeggia per almeno tre nazioni il turismo: Italia e Francia, che però conta due giganti del lusso mondiale, e Spagna. Senza dimenticare che anche l’Inghilterra, grazie a Londra, punta molto sul turismo. Il grande problema irrisolto è quello della competitività che, soprattutto nel nostro Paese, è legato alle Pmi.
A differenza degli Stati Uniti, la cui crescita esponenziale, praticamente inarrestabile seppur gravata dal mastodontico debito pubblico, è stata dovuta da fine secolo scorso, alla capacità di realizzare meglio di ogni altro il connubio ricerca- innovazione- valorizzazione, attraverso la quotazione in un mercato finanziario appositamente approntato: il Nasdaq, che si è affiancato allo storico Nyse. Il Nasdaq è da anni il listino con il maggior numero di società presenti negli Usa, così come lo è quello degli scambi giornalieri, mediamente tra i maggiori a livello mondiale (secondi solo a quelli del Nyse). La capitalizzazione del Nasdaq si aggira attorno ai 22 trilioni di dollari, contro i 25 del Nyse, sono quotate oltre 3.700 società, la maggioranza delle quali appartenenti al comparto tecnologico. L’indice è infatti il principale riferimento per tutti i titoli del settore. Le prime 10 imprese quotate, sono di gran lunga quelle con la maggior singola capitalizzazione del globo. Microsoft, Apple, Google, Amazon e la nascente regina di una componente essenziale dell’intelligenza artificiale, Nvidia, capitalizzano complessivamente oltre 10 trilioni di dollari. Con le prime due che valgono 3 trilioni ciascuna e le tre successive oltre 2 trilioni a testa, e pensare che nessuna di loro aveva peso borsistico oltre che nell’innovation tecnology fino a qualche decennio fa e per Nvidia siano addirittura nel terzo lustro del nostro secolo. Bene ricordare che le altre migliaia di quotate capitalizzano oltre 12 trilioni. L’intero Euronext, che raccoglie le borse europee, capitalizza circa 7 di trilioni e quella inglese 3,5. I due listini Usa sono prossimi ai 50 trilioni, le europee, comprese Londra, sono a un quinto. Non solo le nascenti aziende dei mercati in espansione, oltre che a quotarsi nei loro Paesi, guardano solo al Nasdaq e al Nyse. È tempo, che almeno Eurolandia si doti di un proprio mercato finanziario dei titoli tecnologici, in modo da attirare i nascenti colossi dei paesi ad alta capacità di crescita tra i quali spicca l’India. Disporre di una moneta forte, quale l’euro, seconda solo per diffusione al dollaro ma molto meno utilizzata nella transazioni commerciali, può incentivare alla quotazione in un Nasdaq europeo. Il nuovo governo Comunitario, che nascerà dalle prossime consultazioni elettorali, dovrebbe mettere al centro della sua politica finanziaria e industriale la nascita di un mercato borsistico tecnologico europeo.