ItaliaOggi, 21 maggio 2024
Alle porte di Bologna il primo cantiere per la realizzazione di case che producono più energia di quanta ne consumino
A Castenaso, venti minuti dal centro di Bologna, si lavora per costruire qualcosa di mai realizzato prima. Due palazzine, le prime in Italia, in grado di produrre più energia di quanta ne consumino. Un cantiere dall’obiettivo ambizioso che la più grande cooperativa di abitanti della provincia di Modena, Abitcoop, sta portando avanti grazie ai fondi messi a disposizione dell’Unione Europea nell’ambito del progetto Cultural-E+. Che mira a definire soluzioni modulari e replicabili di «Plus Energy Buildings», ovvero abitazioni «a energia positiva», tenuto conto delle diversità climatiche e culturali tra i paesi membri.
La sperimentazione è già stata avviata con successo nei più performanti edifici del Nord Europa e ora, in provincia di Bologna (così come contemporaneamente a Stoccarda, Lille e Oslo), si mira a raggiungere risultati analoghi. Alla base, il principio è semplice: utilizzare sistemi di energia rinnovabile integrati, ovvero pannelli fotovoltaici e scambiatore geotermico (un sistema di tubazioni in grado di raccogliere la temperatura del terreno a un metro di profondità e portarla poi in casa grazie a una pompa di calore e a un sistema di bocchette d’aria) concepiti non solo per coprire il fabbisogno energetico di riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria, ma anche per mettere a diposizione l’energia eccedente per cucinare, illuminare e far funzionare elettrodomestici. Il tutto senza utilizzare gas, termosifoni o riscaldamento a pavimento, ma soprattutto senza alcun costo sulla bolletta elettrica.
Per intenderci, parliamo di case dalle prestazioni energetiche superiori anche rispetto a quanto previsto dalle certificazioni energetiche Casa Clima per la classe A. Significativo, a tal fine, anche il contributo dato dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel rendere efficienti i consumi: sia grazie a un sistema di ottimizzazione del confort interno tramite ventilatori che rileveranno il clima e le presenze nell’ambiente domestico (affiancandosi al sistema di climatizzazione classico), quanto attraverso un sistema domotico che ottimizzerà l’energia prodotta da pannelli fotovoltaici e batterie di accumulo.
Da sottolineare anche la voce costi: nonostante la tecnologia all’avanguardia, proprio grazie ai fondi europei, la richiesta da listino per un appartamento resta di poco sotto ai tremila euro al metro quadro iva esclusa, cifra assolutamente competitiva se si guarda al mercato delle nuove abitazioni. Non è un caso che lo scorso giugno all’assemblea dei soci (oggi più di 19mila), la presidente Simona Arletti avesse dichiarato come obiettivo primario quello di lavorare per proporre «case belle a prezzi sostenibili rispetto agli stipendi attuali», offrendo «qualità a costi inferiori al libero mercato». Detto, fatto.