la Repubblica, 21 maggio 2024
Clooney, la superconsulente
LONDRA —Le loro parole contro i leader di Hamas Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Ismail Haniyeh, e contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ministro della Difesa Yoav Gallant, sono pesantissime. Perché a pronunciarle è un panel di eccellenti legali internazionali, tra cui la celebre avvocata star per i diritti umani Amal Clooney. Che negli anni ha rappresentato clienti quali Julian Assange, la ex premier ucraina Yulia Tymoshenko, ma anche due donne premi Nobel per la Pace: l’attivista irachena e vittima yazida dell’Isis, Nadia Murad, e la giornalista filippino americana Maria Ressa.
Ma in questo eccelso consesso di legali, troviamo anche il 94enne israelo-americano Theodor Meron: nato in Polonia da genitori ebrei, sopravvissuto ai lager nazisti e poi immigrato nella Palestina ancora “britannica” dopo la guerra, è stato presidente del Tribunale internazionale perl’ex Jugoslavia, nonché giudice di quello per il Ruanda e da sempre critico verso gli insediamenti illegali del coloni ebrei in Cisgiordania.
Ma nel panel c’è anche Lord “Justice” Fulford, giudice inglese per oltre 10 anni alla Corte penale internazionale dell’Aia, l’esperto di diritto internazionale Danny Friedman, la baronessa Helena Kennedy, direttrice dell’associazione di avvocati del “Human Rights Institute”, ed Elizabeth Wilmshurst, ex vice-responsabile legale del Foreign Office britannico.
Insieme, questi avvocati di fama mondiale hanno redatto un rapporto su richiesta del procuratore del Tribunale dell’Aia, KarimKhan. Le loro conclusioni non solo confermano che la Corte ha giurisdizione su quanto accaduto in Israele e a Gaza negli ultimi mesi. Ma soprattutto, sostengono il mandato di cattura per Sinwar, Deif, Haniyeh, Netanyahu e Gallant, poiché «ci sono elementi credibili per cui costoro abbiano commesso crimini di guerra o crimini contro l’umanità» nelle ostilità iniziate con il pogrom di Hamas il 7 ottobre scorso.
«Con i suoi cinque mandati di cattura contro i leader di Hamas e di Israele», commenta il gruppo di legali in un articolo sulFinancial Times, «il procuratore Khan ha fatto uno storico passo per assicurare giustizia alle vittime in Israele e Palestina.
Per mesi», continuano la 46enne brit-libanese Clooney, moglie dell’attore George con il quale ha due figli, e gli altri avvocati, «abbiamo revisionato tutte le accuse, attraverso testimoni, pareri di esperti, video e fotografie. Il lavoro di Khan è stato rigoroso, basato sulla legge e sui fatti. Non è la prima volta che il procuratore si affida a un panel di esperti,ma questo conflitto è senza precedenti per le divisioni che ha provocato, inclusi episodi di antisemitismo e islamofobia. Perciò abbiamo contribuito in maniera indipendente, vista la nostra esperienza in diritto e legge internazionale».
Per Amal, fondatrice della “Clooney Foundation for Justice”, e gli altri ci sarebbero pochi dubbi: «Abbiamo elementi a sufficienza per credere che i tre leader di Hamas abbiano commesso crimini contro l’umanità e crimini di guerra uccidendo centinaia di civili, prendendo in ostaggio almeno 245 persone e commettendo reati sessuali contro gli ostaggi israeliani. Allo stesso modo, crediamo che le prove presentate da Khan presuppongano che anche Netanyahu e Gallant abbiano commesso crimini di guerra e contro l’umanità».
Nello specifico, i legali accusano i leader israeliani di «aver utilizzato la fame come arma di guerra» e di «aver perseguitato e ucciso civili palestinesi con attacchi diretti».