Corriere della Sera, 20 maggio 2024
Il salto di Nicoletta Verna
Nicoletta Verna ha fatto il salto. Ed è questa la prima cosa che colpisce dopo la lettura del suo ultimo I giorni di Vetro, pubblicato ad aprile per Einaudi. Chi l’aveva già apprezzata nell’esordio letterario del 2021, con Il valore affettivo, non può non entusiasmarsi per la grazia asciutta con la quale in questo nuovo romanzo accompagna i lettori fino all’ultima pagina, mescolando orrore e pietà, violenza e speranza, sadismo e limpidezza. È una combinazione rara, che ha a che fare con il talento. E, azzardiamo, con quell’anelito a migliorarsi che dovrebbe essere la stella polare di ognuno di noi e che, quando si compie, genera bellezza e ammirazione. La stessa, con un paragone sportivo, di chi si rallegra vedendo Sinner giocare splendide partite, dopo averne seguito la maturazione. Nicoletta Verna, 48 anni di Forlì, sposata, due figli di undici e sette anni e un lavoro da editor in Giunti, ha fatto il balzo grazie a Redenta, «nata con la scalogna» durante il Ventennio fascista. La protagonista principale del suo libro si ammala di poliomielite da bambina, cresce sbilenca con una gambetta e una mano «strancalate», va incontro a un destino crudele, ma non come si diceva delle eroine di certi libretti romantici del secolo scorso. Le giornate vissute da Redenta sono sconcertanti, si intrecciano con la Grande Storia e sono segnate, nel significato più crudele e sanguinoso, dall’incontro con un gerarca fascista, Vetro, suo marito, naturalmente non l’uomo che ha scelto, ma che ha dovuto sposare senza deciderlo. Si possono dire tante cose della potenza della scrittura, dei temi trattati, dei maschi prevaricanti, del coraggio delle donne. Ma ci sono anche molte spigolature emotive universali, senza tempo, una delle quali l’ha messa in luce la stessa autrice con Daniela Monti su 7 a proposito di Iris, il personaggio che fa da specchio a Redenta: «È molto femminile questo modo di sentirsi un po’ inferiori e di immaginare l’altra sempre più bella, più forte, più determinata. Entrambe vedono nell’altra quello che non sono, o non sono più». I giorni di Vetro è un libro importante, che sarebbe entrato sicuramente nella Cinquina dello Strega se fosse stato pubblicato in tempo. Ma la cosa più emozionante ha a che fare con il percorso della scrittrice, che ha fatto il salto, superando sé stessa.