il Fatto Quotidiano, 20 maggio 2024
Capire l’Italia con lo scontro Roma nord-sud
Questo testo è apparso sul numero 1 del volume- rivista “Mappe” del Touring Club Italiano dedicato al tema dei confini (aprile 2024)
Uno dei misteri più incomprensibili per i non romani è l’eterno, rilevantissimo, dirimente rapporto tra Roma Nord e Roma Sud. Non facile anche per chi abita nella capitale, in realtà, essendo la città sterminata, disarticolata, policentrica. Da vivere, chi scrive la pensa così, come una Los Angeles capitolina, cioè in macchina, vagando tra i tanti “boroughs”, dalle spiagge ai centri commerciali e solo passando per caso dal centro storico delle cartoline per i turisti. In realtà, tante differenze anche antropologiche. Roma Sud da sempre è considerata popolare, bonacciona, autentica. Capitale di questa mappa sentimentale sono il Testaccio, l’Ostiense, l’Eur, e recentemente soprattutto il quartiere della Garbatella, oggi di gran moda dopo esser stato set dei “Cesaroni”.
In realtà interessante esperimento di città-giardino voluta negli anni Venti, composta da basse palazzine oggi molto sgarrupate e ampi parchi pubblici, amatissima sia da chi ci vive che da insospettabili archistar (per esempio Leon Krier, l’architetto di Carlo d’Inghilterra, che considera la Garbatella un quartiere modello unico al mondo). Recentemente è di moda anche perché vi ha passato parte della giovinezza la premier Giorgia Meloni, e Giorgia Meloni rappresenta benissimo il dramma e la conflittualità tra Roma Nord e Roma Sud. Nel suo librone “Io sono Giorgia” ha infatti raccontato d’essersi trasferita da Roma Nord, da un quartiere signorile come quello della Camilluccia, e la “discesa” a Roma Sud ha coinciso anche con un declassamento sociale.
Roma Nord, infatti, è da sempre sinonimo di ricchezza. Anche qui, però, non si riesce mai a mettersi d’accordo sui confini. I Parioli rientrano in Roma Nord? E Corso Trieste (due tra i quartieri tipici della borghesia media e alta romana)? Roma Nord nell’immaginario comunque è terra di consumi affluenti, Suv, ampie highways e palazzi terrazzati che richiamano soprattutto le vie di quartieri suburbani come via Cortina d’Ampezzo, via di Vigna Stelluti, fino al fantastico “piazza dei Giuochi – giuochi – Delfici”; una toponomastica totalmente Capital. E poi il Fleming, la Balduina, insomma la nostra California a portata di mano. Generalmente a Roma Nord ci sono anche: i circoli sul Tevere (con il Canottieri Roma regno di Giovanni Malagò, istituzione fondamentale in una città per altro non nota per la sua sportività), i circoli del tennis, i concessionari di macchine, mentre a Roma sud c’è il padel, ci sono i mercati, si va al mare. Un mare, attenzione, che è subito identificato con Ostia, dunque mare povero (ma se si va molto più a sud si arriva a Sabaudia, i nostri Hamptons).
“Roma Nord non è così lontana in fondo” – cantava Umberto Tozzi nel 1982 nell’eponimo singolo “Roma Nord”, ma le distanze (non solo metafisiche, dato il traffico e i lavori per il Giubileo) sono invece siderali. Vecchia questione. Una serie tv di qualche anno fa, “Romolo + Giuly: La guerra mondiale italiana” confermava i “bias” come dicono a Milano, nella storia dell’ amore impossibile tra Giuly Copulati, figlia del signore di Vigna Clara e Roma Nord, e Romolo Montacchi, figlio del console di Ostia e protettore di Roma Sud. Ma il conflitto rimane. Nella morfologia della fiaba tra Francesco Totti e Ilary Biasi, molto ha contato la dicotomia Roma Nord/Roma Sud. La coppia, considerata vera famiglia reale in città, aveva stabilito il domicilio coniugale all’Eur, piena Roma Sud. In una città che crede in poche cose, che il suo campione vivesse lì era sembrato altamente simbolico. Attenzione, però, perché il quartiere in cui vive(va) la coppia è tutto tranne che popolare.
Già l’Eur non è un posto per poveri. Voluto da Mussolini come prosecuzione per la “Terza Roma” che avrebbe dovuto avere uno sbocco al mare, è stato l’ultimo significativo sviluppo urbanistico della città e vero parco giochi per gli architetti, che ne hanno fatto una piccola Brasilia. Non solo il razionalismo ma anche il modernismo e poi il post-moderno ha attecchito qui. L’unica architettura possibile del dopoguerra a Roma si è fatta qui.
Non solo Piacentini, Libera, Terragni, Moretti, spesso col “final touch” del Duce in persona, che respinse invece più volte Le Corbusier. Nel 1934, Le Corbu cerca disperatamente di piazzare progetti a quello che è il massimo “contractor” dell’epoca, fondatore di “villes radieuses”, di Sabaudia e di Littoria e di Pontinia e di Pomezia, le “città di fondazione” strappate alle paludi. Ma Mussolini non lo riceve e non lo riceverà mai. Le Corbu gli propone un progetto di prefabbricati proprio a Sabaudia; respinto. Un piano per la periferia nord con “quattro grattacieli destinati ad abitazioni, situati a grande distanza l’uno dall’altro” (bocciato); un palazzo Littorio da erigere tra la basilica di Massenzio e il Colosseo (grazie, ripassi più tardi). Alla fine il governatore di Roma Bottai è costretto a trattare l’architetto come un piazzista: “Illustre Le Corbusier; vi ringrazio per lo schizzo allegato al progetto precedente; veramente riconoscente per l’interesse con cui seguite i nostri problemi urbanistici, colgo l’occasione per inviarvi i miei più cordiali saluti”. Il Duce si fida solo dei suoi, non vuole le archistar forestiere.
Ma nella Roma Sud estrema, sulla Pontina bonificata, intanto, sorge un altro monumento alla romanità anche molto ducesca: la Villa Volpi, colossale abuso neoclassico per una primaria famiglia già fascista e inventrice del Festival del cinema di Venezia. La contessa Nathalie Volpi telegrafava leggiadra: “Faites-moi une petite folie”, una piccola follia sul litorale, all’archistar a km zero Tomaso Buzzi, autore di ville e villini per la grande borghesia, restauratore della villa di Maser, e “star” sempre per i Volpi, ma anche per Gazzoni, Doria, Agnelli, Falck, Cini, Cicogna, Feltrinelli. E così fu. In tanti si è detto che la villa sarebbe stata comprata dai Totti, ma era solo una trovata immobiliare. I Totti erano infatti grandi testimonial del real estate romasudista. Per anni si disse che abitavano nel grattacielo disegnato da Franco Purini accanto al centro commerciale Euroma 2, ma non era vero.
Comunque, rimane l’unica parte di Roma dove si fa architettura. Nella Nuvola di Fuchsas si tengono ogni anno le fiere per la piccola editoria, tra i grattacieli e le ville immerse nel verde. Lì in mezzo poi negli anni Ottanta è nato il Torrino, sobborgo dell’Eur di ville e grattacieli. Lì in realtà è cresciuta e vive attualmente anche Giorgia Meloni. Uno strano quartiere fatto di palestre, centri estetici, centri commerciali con enoteche e “pet clinic”, “baby spa”, suvvoni e sedi di corporation americane. Insomma niente a che vedere con la retorica sudista del quartiere popolare. Al Torrino (confini indefiniti, tra l’Eur e Decima, che è invece quartiere popolarissimo e brutale) alligna questa strana borghesia, qui sta anche il villone dei Totti attualmente abitato dalla ex moglie Ilary (come abbiamo visto nel documentario Netflix). Lì, nella villa dalle mille intercapedini circondata da ampio parco siamo in piena Roma Sud.
E però la nuova compagna di Totti, Noemi Bocchi, pare che sia invece di Roma Nord, e a Roma Nord voleva trascinare, e trascinò, il Pupone, e quella geografica è una ferita quasi peggiore di quella sentimentale. A proposito di separazioni, chissà che ne sarà della villa sempre torrinese già rogitata da Meloni prima dei fuorionda fatali (con piscina e pannelli solari). E dove sarà l’appartamento di Giambruno, sempre nel quartiere? Il Torrino sfugge a ogni definizione: non è nemmeno periferia. È la Roma Nord di Roma Sud, si è già detto. Questa parte di città è stata da sempre infatti un rifugio per tipologie di personaggi peculiari. Calciatori, per la vicinanza al campo di Trigoria. E altre categorie di persone che vogliono essere vicine alle vie di fuga, il mare, l’aeroporto. Ci abitano piloti d’aereo, ma anche fattispecie più misteriose. Spie. Nel 1995 il tenente colonnello del Sismi Fabio Marcelli fu trovato impiccato nella sua casa del Torrino. Viveva da anni sotto falso nome. Viene trovato morto in una calda giornata estiva. E tra i laghetti dell’Eur fu arrestato Walter Biot, capitano di fregata accusato di trafugare segreti militari per darli ai russi. Non lontano, a Casalpalocco, insieme ai romani che fuggivano dalle movide causando i rimproveri di Nanni Moretti, stava già Maurizio Arena, il “principe dei fusti” del cinema, che brancolava in allegria con Titti di Savoia, sorella di Vittorio Emanuele.
Aveva un legame con la corte d’Italia anche Robert de Balkany, marito di un’altra infanta, Maria Gabriella, e gran costruttore di “mall”, di cui Roma Sud è piena. Romeno di nascita E naturalizzato in Francia, de Balkany aveva studiato architettura a Yale per poi seguire le orme del padre e diventare uno sviluppatore immobiliare. È a lui che si deve l’importazione in Europa del modello americano degli shopping center.
Di cui Roma Sud è zeppa: il già citato “Euroma2”, uno dei campioni dei mall sud-capitolini, che pare Dubai, con ottoni, cippi, piramidi, e il più moderno “Maximo”, con clinica per cani e enoteca con fontana- laghetto tipo piazza Gae Aulenti, avamposto che divide in due il quartiere malfamatissimo del Laurentino 38 e quello affluente appunto del Torrino. Su Instagram e TikTok c’è un tipo che fa degli scherzi, consistono nel camminare per strada al Laurentino 38 e guardare male anzi “imbruttire” a dei passanti, e calcolare quanto tempo passa prima che vi mettano le mani addosso. Generalmente, pochi secondi. Dall’altra parte, invece, il Torrino, e Mostacciano, un confine preciso non c’è. Sono confuse, ultimamente, anche le “razze”. Quella romanordista, generalmente era considerata più fit della media romana: capelli biondi, occhi chiari, anche altezze maggiori della media (ma forse erano i circoli sportivi sul Tevere, o forse sono solo le New Balance o Hogan con rialzo). Adesso, chi li distinguerebbe dai nuovi romani “di giù”? Oggi, le nuove “Finte bionde” che nei film dei Vanzina aspiravano naturaliter a Roma Nord, cercano casa al Torrino (magari biondo-cenere, come Arianna Meloni).
Intanto una certezza è arrivata. Una drammatica conferma empirica. Dal rapporto Caritas sulla povertà 2023 emerge che al terzo posto della classifica dei redditi per quartiere, dopo Parioli e Centro storico, c’è il IX Municipio: ebbene sì, quello dell’Eur, Roma Sud, 29.605 euro pro capite, contro i 28.729 del XV, Roma Nord per eccellenza, che comprende Vigna Clara, Fleming, Ponte Milvio. Insomma, il sorpasso è avvenuto, e non possiamo farci niente, tocca prenderne atto, e rifare la cartina geografica di Roma da capo.