il Fatto Quotidiano, 18 maggio 2024
Su Vincenzo Pardini
Un percorso letterarioscandito da 25 libri daglianni 80 a oggi. Eppure ilnome di Vincenzo Pardi-ni risuona pressoché misconosciu-to al grande pubblico. Il suo quartod’ora di celebrità è stato quandonel 1998 il regista Giovanni Vero-nesi trae dal suo romanzo Jod oCartamigli(Mondadori 1989)Ilmio Westcon protagonisti tra glialtri Leonardo Pieraccioni e DavidBowie. È la storia di un cacciatoredi taglie che approda nel Far Westinsieme a un brigante. Eppureall ’autore, nato a Lucca nel 1950,non sono mancati riconoscimentidi rango. A cominciare dall’endor -sementdi Cesare Garboli: “Pa r d i n inon scrive come si respira, ma co-me si soffre, si rantola, si stupra, sigraffia, si morde. Scrive come ci sidi fe nd e”. A battezzarlo tuttavia èEnzo Siciliano che, ricevuti i suoiprimi testi, li pubblica dagli anni70 su Nuovi argomenti. Uno di essiappare nel Meridiano dedicato aiRacconti italiani del Novecento.Pardini ha alternato la vocazio-ne di scrittore al mestiere di guar-dia giurata. Forse per questo, iso-lato in Garfagnana e logorato daiturni di notte, è sempre stato aimargini della mondanità editoria-le. “La notte è la mia discesa quo-tidiana all’inferno. Le persone sisdoppiano: quello che si vede digiorno non corrisponde quasi maia quello che si vive di notte. Dai cri-minali agli impiegati, agli operai:tutti si trasformano”. In B an darandagia (Fandango 2010) ritraepersonaggi sempre borderline.“Mi attrae il nero che emanano,l’infezione che propagano, le os-sessioni che affiorano. Nella miavita ho spesso incontrato ladri,prostitute, truffatori. Ho studiato iloro caratteri, le loro debolezze, e laloro forza. E quando finalmente liracconto è perché sono riuscito aentrare nel loro mondo interiore...Mi capita anche con gli animali”.Ecco il suo marchio di fabbrica: glianimali; un bestiario vastissimo.“È l’aspetto mitologico che mi in-triga. Il loro essere parte di un pro-cesso di adattamento e insiemeall ’origine del mondo”. Lo stessoGarboli gli disse: “Pardini lo saperché Dio l’ha creata? Perché rac-conti le bestie. Questo deve fare.Quando spariranno i lupi, i muli,gli orsi, noi li conosceremo attra-verso i suoi racconti”. Nessuna vi-sione pacificata del regno anima-le ma la violenza inferta e subitanella lotta per sopravvivere. In u-no dei testi di Tra uomini e lupi(peQuod 2005), un uomo tra-sporta il carbone con un il carrotrainato da un cavallo, entrambivinti dal progresso. In Il viaggiodell’orsa(Fandango 2011) il raccontoSerague è la storia di una mula biancache lavora tutta una vita, cambia piùvolte padrone e quando diventa vec-chia e inadatta viene venduta ai ma-cellai per una fine impietosa.Pardini, che in Il postale( Fa n d a n-go 2012) o in Grande secolo d’oro e did o l o re (Il Saggiatore 2017) riesce araccontare rispettivamente la vita diun conducente di una diligenza e unadiscendente dei Longobardi con dotimedianiche, è forse conIl valico deibriganti, uscito con Vallecchi l’annoscorso, che firma la sua epopea piùmemorabile. Parabola di una car-riera criminale in pieno 800 di unanarcoide che passa dalle campa-gne toscane alle praterie ameri-cane: “Rubare, non sapeva per-ché, gli infondeva soddisfazione”.L’autore in più di un’occasione hadichiarato che per imparare ascrivere è utile leggere il Vangelo.Pardini torna in libreria, sempreper Vallecchi, fatalmente conV i-ta di Cristo e del suo cane randa-gi o. Sceglie ancora una volta unmondo agreste e pastorale, quellodella Palestina di 2 mila anni fa.Ecco dunque una rilettura dei 33anni di Gesù con il cane Ebaù chelo segue fedelmente fino all’u l t i-mo: sta ai piedi dei commensaliall ’ultima Cena, mugola sotto laCroce, riappare accanto a Cristodopo la resurrezione; è “il tredice-simo apostolo”. Tra citazioni diSanta Faustina, Pascoli, Pèguy,con questo romanzo Pardini “b e-nedi ce”l’eterno sodalizio tra re-gno umano e animale. A un certopunto Gesù si accosta al muso diEbaù e sussurra:“Caro amico, latua amicizia è sincera come la lu-ce del mattino...Niente potrà se-pararci, e tu sento che lo sai e nesei felice quanto me
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