la Repubblica, 18 maggio 2024
Il successo turistico di Cavallino-Treporti
CAVALLINO-TREPORTI (VENEZIA) – Piove, tira una lama di bora e sull’Alto Adriatico il grigio è quello di una metà di maggio del passato. Fino a pochi anni fa, tra mare e isole della laguna veneziana nord, in un giorno così solo gabbiani e coltivatori di castraure violette. Oggi invece la ciclabile a sbalzo di Pordelio è piena di turisti come a Ferragosto: lingua madre, tedesco. «Aspettiamo il fuori stagione – dicono i giovani coniugi bavaresi Barbara e Andreas Huber – e ci buttiamo in smart working sotto la pineta, a due metri dalla spiaggia. È il posto dove vogliamo vivere liberi: ingegneri informatici, gestiamo a distanza l’export di auto e abbiamo investito i primi risparmi nel nostro camper».Cavallino-Treporti non può essere confusa con i Caraibi, l’acqua non ricorda la Sardegna. La maggioranza degli italiani non sa dire dov’è. Lo scorso anno la capitale europea dei campeggi ha conquistato però un sorprendente primato: con oltre 6,8 milioni di presenze, appena certificate, è diventatala prima destinazione balneare d’Italia. Consumato il sorpasso con Rimini, ferma a 6,7 milioni. La remota penisola a mezz’ora di vaporetto da piazza San Marco è addirittura la quinta località più visitata del Paese, alle spalle di Roma, Venezia, Milano e Firenze. Assieme ad altre cinque spiagge del litorale veneto, lungo 120 chilometri, in estate ha attirato oltre 20 milioni di turisti: più 8,6% di presenze, più 12% di stranieri.«Siamo tredicimila abitanti – dice la sindaca Roberta Nesto, presidente nazionale del G20S che riunisce i Comuni che superano il milione di ospiti all’anno – ma in agosto arriviamo a quota 130 mila. Tre i segreti del prodigio: posizione geografica, imprenditori che credono nell’industria turistica, collaborazione tra pubblico e privato. Decisiva un’intuizione: ormai lavoriamo rinchiusi e seduti, in vacanza vogliamo muoverci all’aria aperta». Oltre alla posizione, a ridosso dei vecchi e nuovi motori economici europei, c’è la storia.La riscossa dell’epicentro continentale del fenomeno-camping nasce da una serie di guai, sfruttati quali opportunità: l’occupazione germanica nella seconda guerra mondiale, l’assedio delle mucillagini negli anni Novanta, il cambiamento climatico, il biennio del Covid, l’adozione dell’euro da parte della Croazia.«Gli ex soldati tedeschi – dice Paolo Bertolini, presidente del più grande campeggio d’Europa – divenuti operai nei colossi dell’auto sono tornati per le ferie. Le alghe ci hanno costretto a investire in piscine e servizi di qualità, il surriscaldamento prolunga la stagione tra Pasqua e fine ottobre, il lockdown ha moltiplicato il bisogno di vita all’aria aperta e la moneta unica da inizio 2023 ha fatto schizzare in alto i prezzi croati. Lo scorso anno la Romagna è stata penalizzata dall’alluvione: la crescita del modello caravan è però una mobile realtà, come la crisi della statica formula pensioncina tutto- compreso». Nemmeno questa primavera fresca e umida erode così l’assalto da Germania, Svizzera, Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Polonia. Le ferie straniere iniziate con l’Ascensione schiacciano i “pontisti” italiani che sono il 15%, l’occupazione straniera di piazzole e bungalow supera la metà dei posti disponibili e con Pentecoste è già tutto esaurito.«Con 28 campeggi – dice Mattia Enzo, presidente del consorzio Parco turistico – superiamo le presenze nei 350 alberghi di Jesolo. Ci sono strutture da 13 mila posti e 1,2 milioni di presenze annue, simili a città. Dietro l’exploit c’è la differenziazione dell’offerta. Una famiglia può spendere 500 euro al giorno per un bungalow, o 50 euro per un posto tenda: servizi di alto livello e sicurezza però sono uguali per tutti». Il vecchio schema low cost tenda-sacco a pelo non esiste più: non si sceglie il campeggio per risparmiare, ma per sentirsi liberi nella natura. Scelta green qui obbligata. Tra laguna veneziana, mare Adriatico e fiume Sile, il territorio di Cavallino- Treporti è sotto tutela ambientale. Non ha potuto ammassare edifici sulla spiaggia, che resta libera da distese di ombrelloni e lettini. «I primi campeggi – dice Francesco Berton, presidente di Assocamping – sono nati tra pescheti e orti nel 1955. La vecchia fabbrica bavarese di auto Nsu voleva un posto semplice e vicino, dove mandare in ferie le famiglie dei dipendenti. Non potevamo costruire alberghi, come a Jesolo, o a Bibione: i contadini si sono accontentati di costruire capanne e creare spazi-tenda nei frutteti. La gente era depressa, ma la rinuncia è stata la nostra fortuna: oggi siamo la prova che il turismo prospera se rinuncia al cemento». Vero, se il riferimento è alle croniche speculazioni che hanno distrutto e occupato le coste mediterranee. Eccessivo se si visitano i campeggi-icona del distretto open air che nel 2023 è diventato la spiaggia italiana preferita. Simili a resort a cinque stelle, immensi, progettati da archistar, dotati di centri acquatici, spa, centri commerciali e ristoranti stellati, ricordano i lussureggianti villaggi turistici del Sudest asiatico. L’opposto di un atollo incontaminato nel Pacifico. «I numeri fanno impressione – dice Alberto Ballarin, assessore comunale al turismo – ma l’effetto overtourism che minaccia Venezia qui non soffoca. Gli spazi sono vasti, quattro ruote servono solo per arrivare e ripartire, in ferie ci si muove a piedi o in bicicletta, la spiaggia libera è profonda. La permanenza turistica media nel resto d’Italia è di 3-4 giorni, a Cavallino triplica a 9,2 e 9,4: meno gente che si ferma di più. Sconosciuti in patria, siamo la meta-star del mondo tedesco: prima scelta delle famiglie giovani con bambini, ma pure delle coppie anziane. Grazie al loro tempo libero e alle loro pensioni la stagione si è allungata da tre a sette mesi: apre in marzo ed è alta anche in ottobre».I campeggiatori-clienti fissi, tra cui irriducibili con una fedeltà superiore al mezzo secolo, sono oltre il 60%: stranieri 9 su 10. A resistere, il mistero dell’impopolarità interna. «Da metà anni Cinquanta – dice Marcello Enzo, 85 anni, pioniere del turismo a Treporti – gli italiani hanno conosciuto la vacanza nella piccola camera di una pensione famigliare, passando poi all’albergo. Gli stranieri, dalla tenda sono passati a roulotte, camper e bungalow. Tutti hanno alzato il livello, nessuno ha mutato il modello. Ho cominciato da bambino vendendo gelati in spiaggia perché pochi osavano entrare in una gelateria. Non servivo chi si presentava con le mani sporche di sabbia, ma facevo credito a chi non poteva pagare: la ricetta della crescita è la qualità, la fiducia che non tratta i turisti da ospiti, ma da amici».Rispetto a Capri, Taormina e Porto Cervo, Cavallino-Treporti esplora un’altra galassia: un turismo antico pianificato per un’industria- colonia a misura di stranieri. Pochi in Italia l’hanno vista arrivare, ma a sorpresa si scopre proiettata nel futuro. Sembra impossibile che possa volare, come un colibrì: invece lo fa e adesso arrivapure prima.