Corriere della Sera, 18 maggio 2024
La moltiplicazione dei boschi verticali
La più vertiginosa e mirabolante tra le ultime architetture metropolitane botaniche a essere presentate è il progetto dello studio olandese Mvrdv per due edifici nel Tianfu Software Park di Chengdu, in Cina, comprendente una prima torre alta 150 metri pensata come icona di tutto il campus, un’altra che cela al suo interno il sistema di climatizzazione e ventilazione dell’edificio per sfoggiare invece una fitta e rigogliosa vegetazione a cascata. In questo progetto sviluppato da Chengdu High-Tech Investment Group destinato ad accogliere aziende focalizzate sullo sviluppo di 5G, intelligenza artificiale, internet via satellite e altri interessi high-tech, ovviamente la tecnologia sarà fondamentale, però al pari dei big data, primario sarà il concetto di park city voluto dal governo di Chengdu in quest’area di 82 mila metri quadrati. Tanto è vero che nel Culture Centre dalla forma triangolare, il tetto a gradini scenderà progressivamente verso il suolo e il laghetto artificiale in cui si specchierà attraverso una serie di terrazze orientate verso il giardino sottostante. In vari punti sui bordi del tetto, alcuni pannelli saranno sollevati creando così un lucernario vetrato che consentirà anche alla luce del giorno di entrare all’interno. Il tetto costituisce a sua volta un piccolo parco dotato di postazioni arboree e rigogliose fioriere verdi che estendono il paesaggio verde persino in cima all’edificio inclinato.
A dieci anni esatti dal completamento e inaugurazione del Bosco Verticale in Milano – il primo albero fu piantato 24 mesi prima – la rivoluzione dell’architettura botanica pensata da Stefano Boeri si può considerare assolutamente ben avviata. Il solo architetto milanese ne ha realizzati in giro per il mondo ben tredici, l’ultimo dei quali è la Vertical Forest di Nanjing, sempre in Cina, costituita da due torri verdi, alte rispettivamente 200 e 108 metri, che vuole fare da guida anche urbanistica allo sviluppo futuro della zona intorno al fiume Yangtze e alla modernizzazione di Jiangsu Sud. In facciata saranno accolti 800 alberi di taglio grande e medio e oltre 2.500 tra arbusti e piante a caduta. E il suo studio ha vinto il concorso per il Xi’an Culture Modern Technology Experience Center che si ispira con la parte verde esterna lungo la forma sinuosa dell’edificio al paesaggio naturale dello Shaanxi, caratterizzato da un sistema tortuoso di fiumi e montagne.
A Chengdu
Una torre dello studio Mvrdv per aziende high tech presenta una vegetazione a cascata
«All’inizio, quando ho pensato a questa tipologia di edifici, non avrei mai immaginato che avrebbero avuto un tale successo, ma col passare del tempo l’aumento della sensibilità ambientale e della consapevolezza del valore del verde di prossimità – afferma Stefano Boeri – al fine di ridurre il calore ambientale, il livello di anidride carbonica, favorire la presenza di numerose specie viventi anche in città hanno contribuito alla diffusione dei boschi verticali nel mondo. Determinante è stata anche la scelta di rinunciare al copyright e di avere rivelato pubblicamente tutte le caratteristiche e modalità tecniche di costruzione, mantenimento della salute delle piante, regolamentazione dell’equilibrio tra spazi e crescita naturale delle specie. È un fenomeno, quello delle foreste verticali, che mi inorgoglisce perché fa bene alla Terra».
L’architetto milanese
Finora ha realizzato 13 edifici di questo tipo nel mondo. «Non saranno solo per i benestanti»
È stato calcolato, infatti, che trenta boschi alti 300 metri abbattono il livello di C02 al pari di Central Park, e ognuno corrisponde a tre ettari di foresta. «Ora ci stiamo concentrando sull’impiego di materiali nuovi quali il legno, sul miglioramento del sistema di riciclo dell’acqua, sull’uso di prefabbricati – continua Boeri —. In quello nuovo in fase di studio che sarà costruito con Coima a Porta Nuova, ad esempio, punteremo a una maggior verticalità degli alberi, piantando querce e tigli».L’evoluzione dei boschi all’insù riguarderà anche la loro funzione, già iniziata a Eindhoven dove la Trudo Vertical Forest accoglie in affitto a 600 euro al mese studenti, coppie, giovani professionisti nell’area prima occupata dallo stabilimento elettronico della Philips: «Il mio desiderio è che queste torri – chiosa l’architetto Boeri – siano sempre più alla portata di tutti, non solo per i benestanti. Così all’utilità ambientale si unirà quella sociale, entrambe fondamentali per il futuro».