il Giornale, 17 maggio 2024
L’ultima offensiva di Hitler
INVERNO 1944
L’offensiva degli alleati
nelle Ardenne e a Bastogne
Il 16 dicembre 1944 i tedeschi lanciarono l’ultima offensiva sul fronte occidentale, nel tentativo di respingere le forze alleate sbarcate in Normandia in estate. Da settembre Adolf Hitler covava il proposito di una replica di quello che era successo a Dunkerque nel 1940. L’unica possibilità che questo piano ardito riuscisse era l’effetto sorpresa. Se Hitler fosse riuscito, con una mossa audace, a mettere fuori gioco uno dei suoi nemici, avrebbe potuto trattare una pace accettabile. Da un punto di vista strategico, però, l’idea di contrattaccare a occidente stonava con l’esigenza, immediata, di fare fronte ai russi che avanzavano a oriente. In Hitler era però prevalsa la volontà dell’azione piuttosto che la ragionevolezza. Aveva quindi dato ordine ai suoi comandanti di studiare il piano, chiamato «Nebbia autunnale». I vertici Usa e inglesi non credevano che il Terzo Reich stesse pianificando un’operazione in grande stile, la convinzione dominante era che la Germania ormai fosse troppo debole e provata per una mossa così audace. I tedeschi erano riusciti a radunare venti divisioni (delle trenta che Hitler sperava di mettere in campo), divise in due armate. Una avrebbe puntato su Anversa, l’altra su Bruxelles. Le operazioni cominciarono all’alba del 16 dicembre, con la consueta scarica di artiglieria. Subito dopo si mossero la fanteria e i reparti corazzati, facendosi strada tra i boschi delle Ardenne. In un primo momento gli Alleati pensarono che si trattasse di qualche piccolo attacco locale, ma non appena le postazioni riuscirono a scambiarsi tutte le informazioni divenne chiaro che si trattava di un attacco su grande scala. La cui natura e scopo, però, ancora sfuggivano agli Alleati. Il primo a capire che la controffensiva nazista sarebbe stata un’ottima opportunità per liquidare definitivamente i tedeschi fu il generale americano George Patton. Era convinto che fosse opportuno lasciare che si spingessero pure fino a Parigi, se quello era il loro obiettivo, in modo da farli allungare troppo e attaccarli ai fianchi con facilità. Nei pressi di Bastogne i tedeschi andarono vicino ad accerchiare un’intera divisione americana, ma l’intervento deciso di Patton travolse la speranza tedesca di mantenere l’iniziativa. Dopo un mese di scontri, l’ultima grande battaglia della Germania era persa. I tedeschi avevano perduto enormi quantità di uomini e di mezzi, che ormai non sarebbero più stati in grado di rimpiazzare. Le energie che avevano speso a occidente, poi, avevano indebolito il fronte orientale, spalancando la porta alle armate di Stalin.
Antonio Cascone
Padova