La Stampa, 17 maggio 2024
Il Papa e Benigni
Il tradizionale momento dell’Angelus non finirà con il consueto «buon pranzo e arrivederci» di Francesco. Proseguirà con Roberto Benigni. Il premio Oscar, a fianco del Papa sul sagrato di piazza San Pietro, reciterà un monologo per concludere la prima Giornata mondiale dei Bambini (Gmb). L’evento di domenica 26 maggio sarà senza precedenti: un Pontefice che, nel cuore della cristianità, si pone in ascolto di un artista laico.«Il gesto è straordinario», commenta il coordinatore della Gmb padre Enzo Fortunato, direttore della comunicazione della Basilica vaticana. Oltretevere non si hanno dubbi: «Il celebre attore e regista, con il suo inconfondibile entusiasmo e la sua passione travolgente, catturerà l’attenzione di grandi e piccini, condividendo storie e riflessioni che toccheranno il cuore di tutti, trasformando il Vaticano in un vibrante teatro di entusiasmo e meditazione». In mondovisione.Con il pianeta insanguinato dai conflitti, ci si aspetta che Benigni, di fronte ai 100mila bambini di piazza San Pietro, possa essere un po’ Guido Orefice, il suo personaggio in «La vita è bella», nei confronti del figlio Giosuè nel lager. Nonostante le sofferenze e i pericoli, Guido riesce a mantenere il sorriso e a fare battute, dimostrando una forza d’animo che ispira e sostiene il figlio. Un atto di resistenza emotiva di fronte alla disumanizzazione, all’abisso del male assoluto. Guido lascia a Giosuè un’eredità di resilienza, una testimonianza della capacità umana di affrontare le avversità e di proteggere l’innocenza dei più vulnerabili.In San Pietro il premio Oscar parlerà direttamente o indirettamente della gioia e della meraviglia, invitando probabilmente i bambini a coltivare l’amore per la vita. «La sua performance, ricca di umorismo e profondità, potrà lasciare una traccia indelebile», dice Fortunato.La scena del Pontefice seduto a guardare Benigni avrà un impatto «scenografico e simbolico eccezionale, sarà intrisa di emozione e significato. Rappresenterà la fede in dialogo con la laicità. Un potente messaggio di fraternità». Il Papa e Benigni insieme, al di là delle parole che pronunceranno, «ricorderanno a tutti la cruciale importanza di tutelare la purezza dei piccoli, e di lavorare insieme per un futuro migliore, riconciliato». La loro sarà un’invocazione alla pace e alla solidarietà in ogni continente. «L’amore e la creatività sono le armi contro la crudeltà e la sofferenza», scandisce Fortunato. Ci saranno bambini israeliani, palestinesi, ucraini, russi, siriani, afghani, africani, haitiani. La Gmb – che avrà cadenza biennale e si svolgerà sempre nella Capitale – è un «avvenimento di portata mondiale, non solo per la storia della Chiesa, ma per l’umanità. Un controcanto di speranza, un segnale ai signori della guerra. Vogliamo guardare il mondo con gli occhi dei bambini, che sono la speranza dei popoli».La Gmb (www. giornatamondialedeibambini. org) è patrocinata dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione e coordinata da Fortunato in collaborazione con Aldo Cagnoli, la Comunità di Sant’Egidio e la Cooperativa Auxilium. Si aprirà il 25 maggio allo Stadio Olimpico con un incontro – condotto da Carlo Conti – all’insegna di musica, sport, riflessioni e spiritualità, al quale saranno presenti piccoli provenienti da oltre 100 nazioni. I momenti musicali vedranno l’inno di Marco Frisina, il Piccolo Coro dello Zecchino d’Oro e i cori della Galassia, Renato Zero, Al Bano, Orietta Berti, Carolina Bencivenga. Il Vescovo di Roma darà il «calcio d’inizio» alla partita dei bimbi con calciatori internazionali capitanati da Gianluigi Buffon. Quindi le domande dei bambini al Pontefice; le testimonianze di Catherine Russell, direttore esecutivo di Unicef, di Lino Banfi, del regista Matteo Garrone, accompagnato dal protagonista del suo film «Io Capitano», il senegalese Seydou Sarr. La proiezione del trailer del cortometraggio «La Casa di tutti» scritto e diretto dai Manetti Bros e prodotto da Mompracem. Poi, il giorno dopo, la Messa di Francesco in San Pietro. La Preghiera mariana recitata dal Papa. E l’intervento, storico, di Benigni