il Fatto Quotidiano, 17 maggio 2024
I debiti milionari di Moratti al San Gerardo di Monza
Cerca un posto in Europa Letizia Moratti, ma in Lombardia lascia un’ombra grande come l’Ospedale San Gerardo di Monza, centro di eccellenza della pediatria, “regalato” ai privati scaricando sul pubblico i debiti, coi dipendenti in mezzo a un guado e incognite sull’assistenza territoriale per 1,2 milioni di lombardi.
Il Fatto e L’Espresso oggi in edicola rivelano una vicenda della sanità lombarda che agita i piani alti del Pirellone, ma non la Moratti che – a tre settimane dal voto – fa sapere di non avere tempo per spiegazioni. L’assessore Guido Bertolaso conferma però due indagini della Corte dei Conti e una mediazione in corso sui crediti vantati dal pubblico sul privato coperta da “assoluta riservatezza”. Un caso che mette in discussione il modello pubblico-privato degli Irccs che dal 2003 spuntano come funghi in ogni regione d’Italia, tanto che se ne contano 23 pubblici e 30 privati.
Il San Gerardo un tempo era l’ospedale di riferimento per l’intera Brianza, uno dei Pronto soccorso maggiori della Lombardia. Da quando vi è entrato il privato pare invece ostaggio di incertezze su tutti i fronti. Vi entra a pieno titolo in epoca Covid: mentre nel Veneto di Zaia l’integrazione tra medicina territoriale e ospedali locali dà risultati promettenti, a fine 2021 in Lombardia l’assessora alla Sanità Moratti firma una delibera che avalla la trasformazione in Fondazione Irccs e taglia di netto il rapporto tra ospedale e territorio.
A ottobre 2022 due membri del collegio sindacale dell’Azienda sociosanitaria locale, Giovanna Ceribelli e Gloriana Perrone, guardano i conti. Alla prima si deve l’indagine su “Lady Sorriso” Paola Canegrati, che oliava le casse dei politici della Lega in cambio di appalti; la seconda è la dirigente del Mef indicata per vigilare. A dicembre 2022 non han più niente da vigilare: in barba a qualsiasi norma, i vertici sciolgono l’Asst. In tre mesi però, han visto milioni di euro “bruciati” nel nulla e i monzesi che dal 1º gennaio 2023 non accedono più direttamente al San Gerardo, ma sono dirottati sulle strutture minori di Desio e Vimercate, con aggravio per liste d’attesa e disservizi che costano cari alle loro tasche.
Tutto parte nel 2005. Roberto Formigoni e il capo della sanità lombarda Carlo Lucchina, “rientrato” nel 2023 come consulente di Bertolaso, tengono a battesimo la Fondazione Monza Brianza per il Bambino e la sua Mamma (Fmbbm), soggetto di diritto privato, partecipato per un terzo da Asst Monza, Fondazione Tettamanti e Comitato Maria Letizia Verga. La sperimentazione gestionale pubblico-privato nasce per migliorare le possibilità di cura dei bambini (specie leucemici) ma qualcosa non quadra fin dall’inizio. “La legge fissa al 49% la partecipazione di organismi privati alle sperimentazioni gestionali”, ricostruiscono Ceribelli e Perrone, ma a Monza i soci privati hanno il controllo con il 66% e sono entrati, anche nell’Irccs, senza procedura pubblica. Lo avrebbero esercitato poi in pieno conflitto d’interessi per via dei debiti verso l’Ospedale della Fondazione Mbbm, che peraltro avrebbe dovuto sciogliersi mentre a sciogliersi, di fatto, è l’azienda socio-sanitaria. I poteri dati alle Fondazioni private in seno al Cda della Fondazione Irccs con lo Statuto “potrebbero ora inibire alla Fondazione Irccs di azionare il recupero degli ingenti crediti verso Fondazione Mbbm”.
Come è successo? La Fondazione Mbbm accoglie la gestione dell’intera pediatria, la neonatologia e l’ostetricia, insieme a tutto il personale di quei reparti. Per anni, segnalano Ceribelli e Perrone, utilizza strutture, farmaci e personale dell’Asst di Monza senza coprirne i costi, costantemente “rimodulati” da Regione, creando così un danno consistente alle sue casse e ai servizi offerti. Promette poi di realizzare sul terreno dell’Ospedale un nuovo spazio per queste funzioni investendo 18 milioni di euro. Il laboratorio della Tettamanti e alcuni reparti sono stati invece realizzati per circa 12 milioni. L’accordo con l’Asst di Monza ne prevedeva il ritorno all’Ospedale entro il 2021: su proposta della Moratti, vengono lasciarli in uso gratuito ai medesimi privati fino al 2050.
Nel 2018 l’Asst Monza vanta così crediti per 13,8 milioni, quasi per la metà scaduti. S’impone un piano di rientro, ma la Regione rinnova la convenzione a condizione che la Fondazione saldi almeno quelli scaduti. L’accordo salta già alla seconda rata e, in soccorso alla Fondazione privata, arriva ancora il Pubblico. Nel 2012 al San Gerardo arrivano 2,4 milioni del professor Edoardo Carlo Marinoni, luminare dell’ortopedia per la cura dei bimbi leucemici: l’Ospedale li gira invece alla Fondazione privata Fmbbm perché possa pagare il debito in scadenza e coprire le perdite al posto dei soci privati. Ad agosto 2022 la commissione ministeriale per il riconoscimento dell’Irccs avviato da Moratti certifica 14,6 milioni di debiti, mentre dell’impegno della Fondazione a potenziare e ampliare l’ospedale con 5,5 milioni non c’è traccia. Cosa farà il “socio forte” privato rispetto ai debiti verso l’Asst pubblica? Se a ripianarli non sarà il privato, sarà lo Stato. In caso di nuove perdite, finiranno poi nel gran calderone della Fondazione Irccs San Gerardo, laddove comandano i privati. Ma a pagare è sempre il pubblico, cioè i cittadini.