il Giornale, 16 maggio 2024
I cheater, quelli che barano nei videogiochi
Che cos’è un cheater? E chi è Kyborg? Se non giocate ai videogame forse sono parole che avrete sentito dire ai vostri figli, fatto sta che il cheater è la piaga dei videogiochi online attuali, quelli competitivi (su Kyborg arrivo dopo). I più noti: Warzone, Fortnite, Apex Legends. Si scende in squadra con i propri compagni e si cerca di vincere la partita contro altre cinquanta, cento, centocinquanta persone. Molti di questi hanno Twitch, la piattaforma di Amazon dove trasmettere videogiochi, e più sono seguiti e più guadagnano, e ci sono anche tornei in cui si guadagnano soldi (se si vince, of course).
Ma torno al cheater: il cheater è un giocatore disonesto, che compra «trucchi» da installare nel computer, nei suddetti giochi, i più popolari, dove si spara ai nemici (si chiamano Fps, First Person Shooter, cioè la prospettiva è in prima persona – vale per tutti i suddetti, a parte Fortnite). I cheat più usati: l’«aimbot» (il computer mira per te), e il «wallhack» (vedi i nemici attraverso i muri). I cheater sono molto difficili da beccare, rovinano le partite agli
altri giocatori, e spesso guadagnano facendosi seguire su Twitch perché bravi. Immaginatevi se Jannik Sinner, o altri giocatori, usassero una pallina che va sempre dentro il campo avversario, e anche una racchetta che gioca da sola. Ma un giustiziere è venuto fuori. Nome d’arte Kyborg, il Batman dei videogiochi: ha cinquantamila follower su Twitch, e si è messo ha fare il «cheatbuster», il cacciatore di cheater, riuscendo a far chiudere decine di account. Dietro c’è un grande lavoro, perché prima di accusare qualcuno, Kyborg colleziona decine di video e li analizza, fotogramma per fotogramma. Quando sceglie la vittima, che in realtà è il colpevole, è già sicuro, ha costruito pazientemente la sua ragnatela.
Non usa altro se non il suo occhio esperto, ma anche la psicologia, perché spesso il truffatore entra nella sua live cercando di difendersi, invano. Kyborg è educato ma implacabile, spesso beffardo, fa parlare l’accusato ma individua anche le frasi inconsce di ogni cheater. L’ultima live è durata dieci ore, ma alla fine il colpevole, lo streamer stremato, ha ammesso, giurando di non farlo più (chissà).
Quella di Kyborg (e del cheat in generale) è anche una metafora della società: dedicarsi a scovare chi vuole emergere barando (vale per il mondo del lavoro, ma anche per le università, nella letteratura, e in ogni campo dove dovrebbe esserci meritocrazia). Anche perché, come dimostra Kyborg, spesso chi bara non vince lo stesso: se sei scarso, rimani scarso anche con i trucchi.
Infine, ciliegina sulla torta, la maggior parte dei «cheat» si comprano su siti russi o cinesi (ma guarda un po’), e Kyborg è ucraino. Ha ventotto anni, vero nome Ilya Istratiy, abita in provincia di Como, è in Italia da quando ne aveva sedici, e parla italiano meglio degli italiani che vedete in tv. Forza Kyborg, e già che ci sono forza Ucraina (a quest’ultima mandiamo armi sempre più efficaci, i russi vendono i cheat per i videogiochi di guerra ma nella realtà non li hanno, anzi).