La Stampa, 13 maggio 2024
Mamma premier
Le chat della scuola, la storia dell’unicorno, la solidarietà solo tra madri e non tra donne, la vita privata. Nel giorno della Festa della mamma, Giorgia Meloni, è stata ospite a sorpresa del podcast su Instagram di Diletta Leotta dal titolo “Mamma dilettante”.
Una chiacchierata di quarantadue minuti per normalizzare la figura della presidente del Consiglio. La Giorgia madre che risponde ai messaggi whatsapp nella chat di classe come chiunque altro, perché il suo numero («lo stesso più o meno dal’98») ormai lo hanno tutti: «Commento, dico la mia, voto quando mettono le votazioni, partecipo quando posso». La Giorgia che disegna con sua figlia, che cerca in 48 ore un animatore vestito da unicorno per il suo compleanno e che per premiarla le regala «i giorni del sì» in cui acconsente a tutto. La Giorgia presidente del Consiglio che, fra ansie e sensi di colpa, mette in primo piano sempre la sua bambina, cercando incastri spesso impossibili per conciliare gli impegni da premier e la vita familiare. Una sfida difficile: «Cerco di portarla con me in giro quando sto fuori la notte: se le togli quel momento lo vive come un tradimento».
Di recente però ha dovuto spiegare alla piccola Ginevra che dovrà contravvenire a «una delle poche regole» che si è imposta, e cioè assistere alle sue recite: «Il saggio di danza è il primo giorno del G7, è l’unica cosa che non posso spostare. È stato un inferno quando gliel’ho dovuto dire». Nei 42 minuti della puntata speciale Meloni si racconta come «una donna costretta a essere forte», diversa dalla sua mamma, Anna Paratore, «che non era così presente. La sua era un’assenza calcolata, ha cresciuto le sue figlie dicendo te la devi cavare, la tua libertà è legata alla tua responsabilità. La mia è un’assenza costretta, e quando ci sono cerco di dare una mano, pure troppo». E poi parla della simbiosi con la sorella Arianna, «l’unica persona a cui telefono». Di battuta in battuta si passa alla gestione della routine dove è cruciale la tata, una ragazza che «è con me da quando è nata Ginevra», «poi il padre» Andrea Giambruno e «i nonni un po’ meno perché vivono a Milano». Per questo importanti sono le mamme della classe, che spesso corrono in soccorso della presidente se c’è da portare la figlia a una festa o a qualunque impegno. Ma attenzione a parlare di «solidarietà femminile» perché la «vera solidarietà tra donne» è solo tra madri. «Ho sempre pensato che non sia vera la solidarietà femminile, le donne sono tra loro molto meno solidali di quanto dicano, come se fossero vittime di un racconto per cui non dovrebbero mai essere completamente all’altezza di competere con gli uomini e questo le porta naturalmente a competere tra loro» sottolinea Meloni. Però tra mamme «è tutta un’altra cosa, le mamme sono solidali tra loro come i veterani al fronte, come gente che ha combattuto la guerra insieme e alla fine ha un’altra dimensione di solidarietà».
Per questo qualunque cosa accada ai bambini dice che per prima cosa pensa alle loro madri. Tra le esperienze forti dell’ultimo anno e mezzo la telefonata alla madre di Alessia Piperno, per annunciarle il ritorno a casa dopo i 45 giorni di carcere in Iran di sua figlia: «Una delle emozioni più straordinarie che mi potesse regalare questo lavoro». «La maternità mi ha migliorato» ripete poi la premier, perché «la maternità cambia la prospettiva della tua vita», dà valore a cose estremamente importanti, come «il tempo». Nella lunga operazione normalità rivela anche di non aver avuto sempre «l’istinto materno». «Le donne della nostra generazione sono portate a sentirsi sempre giovani, ma io ho avuto Ginevra a 39 anni e non lo ero più. Poi – ha aggiunto – quando ho tentato di avere un secondo figlio non c’era più tempo. Mi spiace da morire che cresca figlia unica».