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 2024  maggio 12 Domenica calendario

Intervista ad Anna Maria Rizzoli

DI ALESSANDRO FERRUCCI12 MAGGIO 2024

Finalmente.
Eh, tutte le mie colleghe concedono interviste; io non so mai cosa dire.
Si è eclissata.
Preferisco.
Di lei ci sono poche tracce.
Spesso mi chiamano anche le trasmissioni televisive.
Ma… ?
Non amo più come vengo in tv; (pausa) però non sono ingrassata come altre attrici.
È vero.
Ha notato? Per fortuna sono rimasta magra.
Comunque?
Non mi piaccio più in video, mentre di persona non mi dispiaccio.
Girano foto recenti che le rendono giustizia.
In foto ancora ancora…; (ride) in televisione utilizzano delle luci che tolgono vent’anni.
Un po’ eccessive.
Esagerate. Allo stesso tempo rendono belle.
E quando vede i suoi scatti di qualche anno fa?
Viene un po’ di malinconia; casa mia è piena di foto incorniciate, tutte stupende, posate: quando vengono gli amici le guardano con piacere.
Anche le copertine di Playboy?
Non ho mai posato con il nudo integrale, e per questo ho rinunciato a bei soldi.
Mai.
Al massimo seno e glutei.
(Anna Maria Rizzoli è una delle regine degli anni 70. Con lei, Edwige Fenech o Gloria Guida, il buco nella serratura, la cattedra della professoressa a scuola, la divisa da infermiera o la semplice doccia hanno acquisito un altro significato – “quante ne ho fatte…”. Da anni ha spento i riflettori, ha deciso di archiviare la stagione della commedia sexy e di lasciare in un alveo circoscritto la sua carriera; eppure quando ne parla sorride, un decennio non vissuto pericolosamente, ma in totale edonismo, clamore, follie, gioco. Mentre un gruppo di ragazzi indossava il passamontagna, lei si sfilava la sottoveste…)
Insomma, non le manca il riflettore.
Mi sono disintossicata, sono tornata alla vita normale. Ed è così bella.
Cosa, in particolare?
Sono libera, non ho alcun problema, posso andare ovunque; a volte mi riconoscono, a volte no, e quando non capita sono più felice.
Ha sofferto la fama.
Tantissimo, non potevo uscire due volte con lo stesso vestito o lo scrivevano sui giornali; poi i paparazzi cercavano sempre di beccarmi con un nuovo amore, mi affibbiavano anche gli amici.
Uno stress.
Tornassi indietro non tenterei la carriera di attrice.
Cavoli.
Ho sacrificato gli anni più belli; ho puntato in alto convinta di arrivare chissà dove e poi invece mi sono dovuta accontentare.
Non salva nulla?
Il teatro con Strehler.
Nient’altro?
Avevo l’entusiasmo della gioventù, poi eravamo solo quattro o cinque attrici, tutte naturali, senza artefici; ora ce ne sono tantissime e bellissime…
Chi oltre a lei?
La Fenech, la Cassini, la Bouchet e…
Gloria Guida.
Poverina è stata etichettata come porno-diva, mentre erano film tranquilli.
Come i suoi.
Incassavano tantissimo; (sorride) quei set costavano poco, al risparmio, e anche per questo eravamo sempre gli stessi, oramai una famiglia.
Miglior regista?
Luciano Salce. Con lui siamo andati anche in Kenya.
Bello.
Abbiamo dormito nelle tende, accampati, con i fuochi accesi e la security che ci proteggeva.
Pericoloso.
Eh, insomma. Infatti non dormivo tanto, ho paura degli insetti; grazie a Salce ho girato un film con Villaggio.
Villaggio viene spesso descritto come cinico.
Ma no, un bonaccione. Solo un grande imbarazzo il primo giorno di set.
Che è successo?
Subito una scena di seduzione, quando in realtà neanche ci conoscevamo e stavamo al “lei”.
Quando le arrivava un copione contava il numero di scene sexy?
No, neanche ci facevo caso; tanto finivano sempre in situazione comiche; (ride) uno poteva mimare un amplesso con Lino Banfi? con Cannavale? o con D’Angelo?
Anche no…
Le uniche reali scene sexy erano quelle sotto la doccia.
Un classicone.
È toccata a tutte noi.
Il primo film.
Peccati di famiglia dove ho visto nascere l’amore tra Michele Placido e Simonetta Stefanelli.
Lei se n’era accorta.
Flirtavano e Simonetta era innamorata pazza.
Poi le è toccato Steno con Il padrone e l’operaio.
Steno era molto esigente, mi incuteva timore; (cambia tono) fino ad allora ero stata solo una modella, qualche Carosello, non avevo recitato. Poi è arrivata la chiamata e il cinema pagava benissimo.
Ecco il set.
Imbarazzata, a disagio, tesa. Non volevo sbagliare. E davanti avevo una cinquantina di persone.
L’altra sera su Sky è passato L’insegnante al mare con tutta la classe.
Appena finivamo di girare c’erano Lino Banfi e Francesca Romana Coluzzi che andavano a giocare a poker tutta la notte.
E lei?
A dormire, la mattina alle sette ero già al trucco.
Ligia.
Non sempre, sono stata vitaiola, non perdevo l’inaugurazione del Jackie O’ o di altre feste.
I migliori attori con i quali ha lavorato.
Lino Banfi il mio preferito, un signore.
E poi?
Thomas Milian anche se nella vita era introverso, chiuso, complicato. Non legava con le persone.
Bombolo.
Simpaticissimo; un giorno mi ha vista senza trucco: “’Anvedi quanto è brutta la Rizzoli la mattina”. Aveva ragione. Poi dopo il trucco ha corretto il tiro: “Ora te riconosco”.
Alvaro Vitali.
Nella vita era molto diverso dai suoi ruoli nei film: serio, molto serio, riservato, chiuso in se stesso.
Si sente abbandonato dal cinema…
Forse ha girato troppi Pierino.
Renato Pozzetto.
Un simpaticone, mangiavo sempre nella sua roulotte perché viaggiava con un cuoco super.
Sempre Pozzetto ha ammesso che sul set non è stato sempre indifferente alla Fenech. E con lei?
(Ride) Magari è successo; (pausa) comunque fa piacere.
Cosa?
Anche Simona Ventura ha detto in tv che ho fatto sognare milioni di italiani. La devo ringraziare.
Gli uomini intimoriti?
No, no. Eppure ero magrolina, ma piacevo.
Molto.
Ah, grazie.
Si parla di un suo flirt con Julio Iglesias.
Ma magari, era bellissimo. Però non è vero.
Flirt con Berlusconi.
Anche qui, niente.
Sicura?
Lo dico a malincuore: usciva con donne bellissime, e mi è sempre piaciuto. Ce ne fossero di uomini come lui, ci manca tanto.
Cosa sognava da ragazza?
Forse un Oscar, i David di Donatello.
Aveva chance?
Chi lo sa, certo avrei dovuto recitare di più in teatro e fare meno cinema. Questo è un rimpianto.
Che “no” ha rivolto al cinema?
Soprattutto per un film di Tinto Brass: a pagina cinque del copione ho chiuso e rifiutato.
Troppo.
Non si poteva, per carità. Micidiale.
Con Mike Bongiorno ha condotto Sanremo 1979.
Mike carinissimo, ma di un permaloso…
Primadonna.
Con me è stato veramente carino, mi ha aiutata, allo stesso tempo percepivo che era suscettibile.
A casa sua cosa dicevano della carriera?
Mio padre era già scocciato perché prima del cinema mi sono fidanzata con Walter Chiari; Walter aveva cinque anni più di papà.
Ahi.
Avrebbe preferito se avessi continuato gli studi: mi sognava avvocato.
Si è pentita?
Forse sì.
Walter Chiari è tra i dimenticati.
È vero, e in parte è anche colpa sua: al tempo non arrivava in orario alle serate, saltava qualche spettacolo, pagava penali folli. Insomma, si era costruito la nomea dell’inaffidabile.
E con lei?
È stato un grande amore, ma era infedele e soffrivo da matti.
Lo beccava.
Sì, perché non era neanche bravo a nascondersi; a un certo punto pretendeva di avere tre fidanzate in contemporanea.
Come lo sopportava?
(Sospiro) Ero innamorata; poi a ognuna di noi vendeva la balla della preferita.
Strehler.
Conosciuto grazie al mio ex marito che era il suo architetto; con lui ho partecipato alla tournée de La grande magia; io strafelice, la prima al Piccolo e poi in tour europeo, pure a Parigi, con Mitterrand presente.
Era preoccupata.
All’inizio, poi sempre meglio; (ci pensa) ho chiuso veramente in bellezza, consapevole che non sarei potuta andare oltre, neanche pareggiare.
Che ha combinato finito il lavoro?
Dei grandi viaggi, mentre negli anni precedenti ho solo lavorato.
Mai una vacanza.
Neanche una.
Rivede i suoi film?
Li conosco a memoria, non mi interessano. Poi lì mi rendo conto di quanto ero carina e cresce la malinconia; vorrei avere il fisico dei trent’anni ma con la testa di oggi.
I primi guadagni come li ha impegnati?
Ho acquistato una casa a Roma.
Da brava italiana.
Sono sempre stata attenta. Oculata.
Tirchia?
(Ride) Quello no.
Lei chi è?
Una persona semplice, pratica, senza sovrastrutture. Pigra. Golosa. E per fortuna magra.