il Giornale, 12 maggio 2024
Le superstizioni di De Laurentiis
Risulta che nella dimora di De Laurentiis Aurelio si contino almeno diecimila amuleti, corni rossi sparsi dovunque, di ogni tipo e funzione, contro invidia, malocchio, gatti neri e affini. Dicono che madame Baudit, consorte, non riesca ad andare dietro le manie del marito tra cabale, numeri, coincidenze.
Non desta sorpresa, dunque, che il presidente del Napoli abbia chiesto alla Lega di serie A di spostare di un giorno la prossima partita in calendario contro la Fiorentina, fissata per venerdì 17. Non sia mai, due sfighe in un colpo solo, i capi del calcio stanno riflettendo, forse consulteranno gli aruspici, esamineranno le viscere o il fegato delle vittime di sacrifici, il caso è serio. Anche Eduardo De Filippo si era espresso sul tema: «Essere superstiziosi è da ignoranti ma non esserlo porta male».
Strano che lo stesso De Laurentiis permetta a uno dei suoi dipendenti, il difensore Mathias Olivera, di indossare la maglia 17, come per 12 anni aveva fatto Hamsik, addirittura con la fascia di capitano. Il 17, nella «smorfia»,
è «a disgrazzia» ed esiste una spiegazione latina: nell’antica numerazione 17 era scritto XVII il cui anagramma è VIXI, ho vissuto, dunque sono morto. Dino Verde, scrittore napoletano, ne approfittò per dire: «È meglio non morire di venerdì, porta male». Per De Laurentiis, giocare a pallone, ancora peggio. Fossi in lui abolirei anche sabato 11.