la Repubblica, 12 maggio 2024
Andare al lavoro in pigiama
Non so se state seguendo questa storia dei cinesi che vanno al lavoro in pigiama per protesta.Le cinesi, soprattutto donne. È iniziata dal video postato da una giovane di nome Kendou S., che dopo essere stata redarguita dal suo capoufficio perché andava al lavoro “vestita in modo troppo informale e trascurato” si è presentata in pigiama e pantofole. Di seguito a migliaia. Magari non è vero. Magari è una di quelle bufale che girano su internet per fare clic. Ho letto diversi articoli in varie lingue su alcuni giornali del mondo, sembravano attendibili ma il mio analfabetismo digitale mi impedisce di assicurarvi che esista effettivamente una Kendou S: sono abituata a verificare di persona, da cronista del secolo scorso, ma chiedo scusa, in questi giorni non posso andare in Cina né ho trovato un contatto di KS per chiederle conferma. Mi rimetto a voi, se ne siete capaci di stanare la bufala. Mi limito qui a dire che, ove mai non fosse successo, sarebbe ora che accadesse. È una bellissima idea. Avete rotto le scatole col tubino nero, col tailleur e coi tacchi, anche io mi sono adattata fino a ieri al dress codedelle maschili aspettative cambiandomi sette minuti prima di andare in onda e non ne posso più.Che problema avete col pigiama? Metti che sia stata una giornata difficile. Metti che facesse freddo perché figuriamoci, no che non c’è il cambiamento climatico, ma siamo a metà maggio e pare novembre. E dunque? Volete ascoltare quel che abbiamo da dire o volete vederci tipo Met Gala, con l’uva e i colibrì appesi all’orecchio, con la sabbia finta e quattro tipi che ti sollevano perché non ti puoi muovere. Dai.Pigiama revolution. Ce ne sono di bellissimi, oltretutto. Comodi, stupendi.