la Repubblica, 12 maggio 2024
La strategia di Xi verso l’Europa
Nessuna concessione alla Ue, dialogo con Parigi, intesa strategica con Budapest ed una vera e propria storia d’amore con Belgrado: l’appena conclusa visita del presidente cinese Xi Jinping consente di comprendere meglio l’approccio scelto da Pechino nei confronti dell’Europa, al fine di dividerla fra amici e nemici.Il presidente francese Emmanuel Macron aspettava Xi all’Eliseo puntando a fargli compiere dei passi avanti nei delicati contenziosi aperti con l’Unione Europea, a cominciare dai sussidi pubblici di Pechino alle auto elettriche, ai pannelli solari ed alle turbine eoliche che sollevano il dubbio di una violazione delle regole della concorrenza, con le inevitabili conseguenze che ciò comporta. Ma Xi non ha fatto alcuna apertura su questi dossier europei, limitandosi ad ammorbidire la propria posizione su un fronte commerciale prettamente bilaterale: le importazioni di cognac francese in Cina.Macron, d’intesa con la Casa Bianca, ha tentato anche di spingere Xi ad un maggiore impegno per frenare l’aggressività militare di Vladimir Putin in Ucraina – tantopiù che la visita ha coinciso con l’annuncio di Mosca sulle manovre nucleari – ma anche qui Xi non è andato oltre il noto impegno a favore del “cessate-il-fuoco”, aggiungendo un sostegno formale alla proposta francese di “tregua olimpica”, in omaggio al padrone di casa. Il tutto sotto gli occhi di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, convenuta per l’occasione all’Eliseo. Insomma, più Macron tentava di portare Xi verso un terreno di convergenza o negoziato con l’Ue, più l’ospite rispondeva con gesti e parole tese a consolidare il legame bilaterale anzitutto con Parigi.Quando Xi, alla sua prima visita in Europa dal 2019, è arrivato a Budapest con Viktor Orbán i messaggi sono stati di ben altro tenore perché, come il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha spiegato, si è discusso di una “vasta partnership strategica” che guarda ad una “nuova era” perché l’Ungheria è un “benvenuto partner nel cammino della Cina verso la modernizzazione”. Il termine adoperato da Xi è stato “viaggio dorato” al fine di sottolineare come l’attuale stretto legame con Budapest – più importante partner Ue della Nuova Via della Seta – punta ad essere consolidato ed esteso, a cominciare dall’imminente semestre di presidenza di turno magiara dell’Unione Europea.Ma a Belgrado è avvenuto anche dell’altro perché il presidente Aleksandar Vucic, accogliendo Xi con tutti gli onori nel Palata Srbije, gli ha detto: “La riverenza e l’amore che lei trova in Serbia non c’è in nessun altro luogo”. Con una capitale coperta di bandiere cinesi e lo striscione “Kosovo è Serbia, Taiwan è Cina”, Vucic ha fatto immergere Xi in un abbraccio talmente intenso daassomigliare ad una vera e propria unione, che va dal ricordo dell’ambasciata cinese a Belgrado colpita dalla Nato durante la guerra del 1999 alla volontà di moltiplicare gli investimenti di Pechino nelle infrastrutture nazionali che già comportano 3,7 miliardi di debiti serbi. Per non parlare della cooperazione militare perché Belgrado è l’unica nazione europea che ha acquistato il sistema di difesa antiaerea cinese “Hong Qi” (Bandiera Rossa) sollevando forti preoccupazioni a Bruxelles.A conti fatti, come osserva Bertram Lang, analista di Affari cinesi alla Goethe University di Francoforte, “il viaggio di Xi è servito ad evidenziare le relazioni bilaterali speciali che, a livelli diversi, Xi ha in Europa” con il risultato di “dividere i Paesi del Continente in due gruppi, amici e nemici”. Ed in effetti, ascoltando la ricostruzione del viaggio da parte dei media cinesi – che hanno parlato di “trionfo” – si trae l’impressione che Pechino abbia voluto disegnare un proprio approccio di lungo termine allo scacchiere europeo basato, secondo il ministro Wang Yi, su tre principi convergenti. Primo: favorire l’affermazione di un’Europa “indipendente” ovvero capace di sviluppare con i singoli Stati un proprio rapporto con Pechino a prescindere dalle posizioni di Ue e Nato, come dai rapporti di alleanza con gli Stati Uniti.Secondo: evitare una “nuova Guerra Fredda”, intesa come la volontà di frenare l’intenzione degli Stati Uniti e della Nato di sfruttare la guerra in Ucraina per far calare nuove cortine di ferro sul Vecchio Continente. Terzo: accelerare la creazione di un nuovo ordine internazionale “multipolare” fondato sulla creazione di più centri strategici ai danni anzitutto della rete di alleanze occidentali che hanno Washington come epicentro.Ecco perché il viaggio di Xi evidenzia come l’interesse di Pechino sia di minare l’unità dei Paesi europei al fine di contrapporre ad un processo di rafforzamento della coesione Ue – incluso l’allargamento ai Balcani Occidentali – l’orizzonte di una partnership privilegiata con Pechino, fondata sul rafforzamento delle intese bilaterali. È una strategia molto diversificata, fatta di accordi politici e investimenti commerciali, che si unisce allo sviluppo di tecnologie talmente avanzate da essere impenetrabili – come nel caso di TikTok – operazioni cyber per impossessarsi del know-how europeo ed infiltrazioni digitali come quelle denunciate in un recente rapporto dell’Europarlamento. Da qui lo scenario di un’Europa fra due fuochi: l’aggressione militare russa all’Ucraina con metodi novecenteschi e la seduzione del “viaggio dorato” offerto da Xi “verso il futuro”