Tuttolibri, 11 maggio 2024
Oggi negli Stati Uniti si sta meglio di quattro anni fa?
«Oggi state meglio rispetto a quattro anni fa?». Negli ultimi tempi sto sentendo ripetere spesso la celebre domanda di Ronald Reagan e, a quanto sembra, così dicendo molte persone credono di addurre un argomento schiacciante a favore del ritorno al potere di Donald Trump. Se si esamina la domanda a fondo, però, la risposta è a favore del presidente Biden in modo quasi paradossale. Dopo tutto, quattro anni fa ogni giorno migliaia di americani morivano di Covid-19.Morti in aumento a parte, quattro anni fa erano disoccupati più di venti milioni di americani. Per ciò che concerne l’occupazione, infatti, Trump ha lasciato la Casa Bianca con il peggior risultato di sempre rispetto a ogni altro presidente dai tempi di Herbert Hoover. Inoltre, il Paese era nella morsa di un’ondata di crimini violenti e il numero degli omicidi era in crescita. Oggi, al contrario, stiamo vivendo il più lungo periodo di disoccupazione inferiore al quattro per cento dagli anni Sessanta, e l’ondata di crimini violenti – non provocata da Trump, ma che si verificò durante il suo mandato – è in rapido calo. Attenzione, spoiler: non ho una spiegazione esaustiva in merito. Quanto meno, però, dobbiamo ammettere che sta accadendo qualcosa di davvero insolito. Una possibile spiegazione della nostalgia di Trump è che molte persone danno all’ex presidente una seconda possibilità per il 2020, attribuendo tutte le brutte cose successe nell’ultimo anno del suo mandato alla pandemia di Covid (e ignorando vistosamente in che misura la reazione raffazzonata del presidente Trump alla pandemia abbia aggravato il bilancio dei morti). Insomma, quando dicono «quattro anni fa» in verità intendono «prima della pandemia».Questo di sicuro spiega in parte quello che sta accadendo. Ci sono problemi anche con questa narrazione, però. Se Trump se la passa liscia per i danni economici e sociali inflitti dalla pandemia, perché Biden non dovrebbe uscire indenne in modo analogo per i problemi che si sono presentati durante il suo mandato, ma che sicuramente vanno considerati sempre effetti in ritardo del Covid? Per esempio, le conseguenze a cascata della pandemia ovviamente spiegano buona parte dell’impennata dell’inflazione nel 2021-2022.Come lo sappiamo? Perché i prezzi sono aumentati pressoché ovunque. Le diverse nazioni misurano l’inflazione in modo diverso, per taluni versi, ma se esaminiamo l’Indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca), disponibile in numerosi Paesi, scopriamo che misteriosamente l’inflazione cumulata dall’inizio della pandemia è stata pressoché simile negli Stati Uniti e in Europa. In aggiunta, i sostenitori di Trump non sono coerenti per ciò che concerne mettere il 2020 nel dimenticatoio. Trump ha affermato che durante il suo mandato il prezzo della benzina era meno di due dollari al gallone (€1,86 per 3,78 litri, ndr), ma ciò era vero soltanto in un paio di mesi del 2020, periodo in cui i prezzi globali del greggio erano bassi perché la pandemia aveva colpito e affondato l’economia mondiale. Inoltre, in base a ogni parametro che conosco, la maggior parte degli americani di fatto sta meglio oggi rispetto a come stava alla fine del 2019 o all’inizio del 2020. Sì, è vero, i prezzi sono aumentati tantissimo, ma i salari sono aumentati ancora di più. Il reddito pro-capite reale, quantunque inferiore se paragonato a quello di quando il governo ha varato gli stimoli economici, è superiore rispetto a prima della pandemia. I salari della maggior parte dei lavoratori hanno sorpassato l’inflazione in modo significativo.Beh, direte, la gente però ha la sensazione di stare peggio – e concordo che questa narrazione abbonda – peccato che, in verità, non sia affatto così. Ho già scritto dei sondaggi negli “Stati in bilico” nei quali corpose maggioranze di elettori pensano di stare bene. Il tanto citato sondaggio in Michigan ha chiesto ai partecipanti se la loro situazione economica possa definirsi migliore o peggiore rispetto a cinque anni prima (non quattro), e il 52 per cento ha risposto che è migliore, il 38 che è peggiore. Se gli americani si sentono finanziariamente provati, perché la spesa dei consumatori è così elevata?Le valutazioni negative dell’economia, rispetto a quelle del benessere personale, possono in parte riflettere una conseguenza comune, seppure frustrante, dell’inflazione: quando salari e prezzi aumentano entrambi, la gente tende a pensare di aver avuto un aumento del reddito soltanto per vederselo soffiare dall’inflazione. E di nuovo, quando si chiede come valutino il benessere personale rispetto allo stato dell’economia gli elettori rispondono di essere relativamente contenti, anche se la faziosità rende poco chiare le risposte. In particolare, alcuni sondaggi negli swing-states non soltanto mostrano che i repubblicani registrati hanno un’opinione ben peggiore dell’economia rispetto ai democratici, ma anche che i repubblicani danno una valutazione considerevolmente più negativa delle loro finanze personali, il che lascia intuire che almeno alcuni degli intervistati non abbiano risposto alla domanda che è stata posta loro.Premesso tutto ciò, senza dubbio la nostalgia di Trump è una forza potente. Biden ci ha aiutato a superare un periodo di turbolenze – molte delle quali capitate ancora prima che si insediasse – e ad arrivare a una situazione niente male, con disoccupazione bassissima, inflazione abbastanza bassa e criminalità in ribasso. Molti americani, tuttavia, sembrano all’oscuro delle belle notizie. Per esempio, il calo della criminalità non sembra proprio aver fatto breccia nella coscienza collettiva dell’opinione pubblica. Pare anche che prevalga una visione romanticizzata di come andavano le cose sotto il predecessore di Biden – visione che per qualche motivo non tiene affatto conto delle cose terribili accadute nel 2020. Insomma, oggi state meglio rispetto a quattro anni fa? Per la maggior parte degli americani la risposta è chiaramente “sì”. Per ragioni che appaiono tuttora poco chiare, invece, molti sembrano non propensi a crederlo. —Traduzione di Anna Bissanti