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 2024  maggio 11 Sabato calendario

Su Marcello Marchesi

«Pippo Baudo: Villico e immediato; Mike Bongiorno: Tutto è perduto, fuorché l’ospite d’onore; Walter Chiari: Il ragazzo della Via Bluff; Nunzio Filogamo: La mamma di tutti i presentatori Rai-Tv; Dario Fo: Molière elevato a Cuba; Alberto Arbasino: Non è una miniera, è un magazzino; Umberto Eco: La pietra di Pappagone della cultura italiana». Sono solo alcuni delle battute spiritose di Marcello Marchesi, un grande della comicità italiana, un formidabile «battutista», uno dei più importanti autori del cinema (ha sceneggiato molti film di Totò), della radio, della televisione. E anche di molti slogan di Carosello: «Non è vero che tutto fa brodo», «Il signore sì che se ne intende», «Con quella bocca può dire ciò che vuole», «Il brandy che crea un’atmosfera», «Per dindirindina che equivoco... Falqui: basta la parola!», e tanti altri. La nave di Teseo ha appena ripubblicato due dei suoi libri più famosi, «Il Dottor Divago» e «Il malloppo», con una postfazione di Guido Clericetti.
Basta rileggere quei libri per capire quanto oggi manchino gli autori e se la tv a volte ci appare così povera e irrilevante è perché la memoria dei Marchesi è stata cancellata o calpestata da gaglioffi epigoni. La sua capacità di fissare, anche in poche parole, un’ironia e una comicità mai fuori posto, semplice e incisiva, ha regalato al pubblico italiano anni e anni di divertimento.Ha creato il personaggio televisivo di Walter Chiari, lasciando credere al pubblico che, ne «La via del successo», il comico improvvisasse come a teatro. Ha inventato programmi come «L’amico del giaguaro», «Il signore di mezza età», «Quelli della domenica» e tanti altri: l’elenco dei programmi firmati da Marchesi copre tre decenni di programmazione televisiva, insieme all’inseparabile Metz e ad altri protagonisti (Romolo Siena, Antonello Falqui, Giovanni Manzoni, Giovanni Guareschi, Terzoli e Vaime).
Della tv aveva capito tutto: «Credo che chiunque potesse apparire sul video tutte le sere, alla stessa ora, e dicesse, non so, “put-put buonasera put-put, come va?, put-put” dopo una settimana diventerebbe famosissimo. Non solo: ma tutta l’Italia parlerebbe col put-put». È la famosa «legge Marzullo».