Il Messaggero, 11 maggio 2024
L’antico castello del Sussex dove Mosca reclutava le spie Ora Londra chiude la base
Sa. Migl.
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Sabato 11 Maggio 2024
IL CASO
ROMA Perfetto per l’ambientazione di un romanzo alla John le Carré o di un film alla 007 sulla guerra sotterranea delle spie russe e inglesi nel Regno Unito, il castello che serviva da base per gli agenti di Putin al confine tra Kent e Sussex, l’ottocentesco Seacox Heath (Brughiera di Seacox), ha perso il suo status diplomatico con le ultime sanzioni britanniche contro Mosca, anche per ritorsione dopo un attentato incendiario attribuito al Gur, l’erede del Kgb sovietico, contro una residenza ucraina. Ma quello non era un castello qualunque. Era noto come la base delle trame spionistiche russe e veniva monitorato e osservato anche dai servizi segreti britannici, che filmavano tutti gli ingressi, compresi quelli di non diplomatici e in qualche caso di criminali ben noti a Scotland Yard.
LA RESIDENZA
Il castello era anche una sorta di “Country Club” o residenza estiva per le famiglie dei diplomatici e degli uomini della sicurezza russi, che occupavano d’estate le 50 stanze e lungo i corridoi e nella meravigliosa hall su tre piani con archi gotici facevano salotto. Era anche noto come “il Cremlino del Kent”, e per quanto la sua sia una storia corta perché fu costruito dal Visconte di Goshen, uno statista vittoriano già Cancelliere dello Scacchiere, nel 1871, è tuttavia ricco di storie, a cominciare da quella per cui nel 1947 l’Unione Sovietica riuscì ad appropriarsene, un regalo del Secondo Visconte, profondamente grato a Mosca perché marinai russi avevano salvato la vita al figlio nella Seconda guerra mondiale. Il castello comprende un vastissimo parco e si presenta come un complesso di torrette gotiche, balconi cesellati e giardini di siepi ben curate, due cottage della proprietà (che resta russa), campi da tennis e calcetto. Una dacia inglese nella quale un gruppo di corrispondenti inglesi esperti di Russia riuscirono a entrare un giorno, mettendo le mani solo su resoconto di trasmissioni della BBC. Ma con l’invasione dell’Ucraina, il castello aveva ripreso a vivere. Tanto che gli occupanti avevano lanciato alcuni droni per “guardare” da vicino i residenti delle fattorie attorno che avevano avuto l’ardire di protestare davanti ai cancelli contro la guerra a Kiev. Una scrittrice era perfino riuscita a piantare, proprio davanti, una bandiera dell’Ucraina. Il sequestro segue l’espulsione dell’addetto militare russo, Maxim Elovik, decisione politica non gradita al controspionaggio, che preferisce trattare con “colleghi” ormai noti, piuttosto che ricominciare da capo con l’arrivo dei “nuovi”. Tutti da ripassare ai raggi X.