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 2024  maggio 10 Venerdì calendario

Sul concerto di Taylor Swift a Parigi

PARIGI – Quando Taylor Swift sale sul palco, e dedica lo show «alla città più romantica del mondo», sembra quasi più piccola del racconto che ha messo in piedi. Ma prima del boato di fan che l’hanno accolta a Parigi per la prima data europea dell’ Eras Tour ci sono lustrini, ovunque, stivali – bianchi, dorati, argentati – e cappelli da cowboy. Li indossano anche le cameriere dei bar sul viale che porta all’ingresso dell’Arena Défense, dove si ascoltano solo canzoni dell’artista dei record. Il disco volante Taylor Swift è atterrato sulla capitale francese spargendo quella polverina magica che l’ha resa, per distacco, la cantante più importante del globo.Gli “Swifties”, i suoi fan, sono in coda da ore quando l’Arena apre i battenti. Alcuni hanno organizzato una tendopoli e trascorso la notte in attesa per essere in testa alla fila. Vengono da ogni parte del mondo: Francia, ovviamente, ma anche Stati Uniti (tanti), Gran Bretagna, Australia, Germania, Giappone. Due ragazze di Washington raccontano di essere in vacanza in Europa ma di aver fatto di tutto per essere al concerto: «Amiamo Taylor, l’abbiamo vista negli Usa e in tv, ma non potevamo mancare. E poi qui i biglietti costano molto meno che da noi». Due ragazze di origine indiana che arrivano da Londra sfoggiano vistosi abiti in stile Bollywood ma vanno troppo di corsa per fermarsi a parlare. Molti padri parigini, con grande pazienza, cercano di lasciare figlie e amiche (in media tre per macchina) più vicino possibile agli ingressi ma la zona è meticolosamente controllata e perlopiù chiusa al traffico. Si vedono moltissime mamme con figlie, spesso in linea anche loro con il dress code della serata. Una signora di Milano, in compagnia della figliae di una sua amica che arriva dall’Inghilterra racconta le difficoltà per trovare un biglietto: «Fallito il primo tentativo siamo riuscite, con fatica, a entrare in coda per l’acquisto. Erano rimasti solo biglietti vip, abbiamo speso un capitale ma siamo troppo felici. E abbiamo fatto un regalo all’amica di mia figlia per il suo compleanno». La ragazza, emozionatissima, si aspetta qualche novità rispetto allo show visto in tv su Disney+. È un pensiero comune, visto che Swift ha pubblicato da pochissimo il nuovo album The tortured poets department, 31 nuove canzoni molto intimiste che hanno guadagnato un miliardo di stream in una sola settimana.Poi c’è il palco. La quantità di record che continua a mettere in fila (qui a Parigi ci saranno 42mila spettatori per ognuna delle quattro serate) sembra quasi più alta dei suoi stivali che brillano sotto i riflettori, ma bastano pochi secondi per immergersi in questo suo mondo raccontato per quadri, uno per ogni disco, su un palco con una immensa passerella che scivola tra il pubblico e sembra uscito da un film di Christopher Nolan. Salti temporali e stilistici, ambientazioni fantasy e trovate sceniche avveniristiche, come quando la passerella sembra trasformarsi in una grande vasca d’acqua e la sua immagine si immerge per riapparire dal buio. E diavolerie di ogni tipo, dalle finte esplosioni ai fuochi d’artificio ai braccialetti, di cui siamo tutti muniti, che cambiano colore tutti insieme contemporaneamente in base alle luci del palco.Swift usa i corpi, il suo e quelli dei ballerini, con misura, senza provocazioni. Nessun eccesso o richiamo sessuale, piuttosto la volontà di mostrarsi in empatia col suo pubblico, ai limiti della commozione. Il suo segreto è far sembrare questo gigantesco Eras tour uno show per una sola persona: anche se questo monumentale e quasi fiabesco spettacolo (tre ore e un quarto circa) si avvicina più a un musical che a un concerto vero e proprio, Swift non spinge mai sul ritmo o sulla fisicità. Dispensa i suoi successi, da Bad blood a You’re on your own a Shake it off,quasi con sobrietà, trasformando un concerto ad altissimo budget in un’opera personale che somiglia più a una confessione che a un trionfo autocelebrativo. Tutti piangono, gridano (le urla sono altissime), le parlano e lei sembra ascoltarli tutti. Ha cambiato la narrazione di se stessa concedendosi (caso unico nella storia) di diffondere in tutto il mondo il suo show mentre era ancora in pieno svolgimento, proprio per permettere a tutti gli “Swifties”, anche quelli con poche possibilità, di godersi le sue canzoni live. La sua storia musicale c’è tutta, dagli echi country alle hit pop al sapore indie di brani come Champagne problems. accolta da un’ovazione interminabile. Quando arriverà a Milano, il 13 e 14 luglio, il dibattito intorno a lei sarà sempre più acceso: merita o no tutto questo delirio? Possibile che questa ragazza con le sue canzoni apparentemente così leggere sia in grado di orientare le prossime elezioni Usa e di spostare il Pil del suo Paese? Intanto qualcuno in Arkansas l’ha definita la “nuova Satana”, prossima a procreare il nuovo anti-Cristo. Il suo entourage ha commentato: «Ma deve fare proprio tutto lei a questo mondo?».