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 2024  maggio 10 Venerdì calendario

IL SISTEMA TOTI È CROLLATO E SALVINI TREMA: IL “CAPITONE” DA MINISTRO DEI TRASPORTI, GESTISCE LA FETTA PIÙ GOLOSA DEL PNRR (23 MILIARDI). SOGNAVA DI ESTENDERE IL “MODELLO GENOVA” A TUTTI GLI APPALTI PUBBLICI, IN PRIMIS IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA, PER RILANCIARSI COME "UOMO DEL FARE" – IL PROBLEMA RIGUARDA ANCHE LE CASSE DEL CARROCCIO, VISTO CHE LA LEGA È IL PARTITO CHE OTTIENE PIÙ DONAZIONI: 1,1 MILIONI DI EURO DA EROGAZIONI LIBERALI NEL 2023, TRA CUI 30MILA DA UN COSTRUTTORE DI MESSINA (UN CASO?) – PER L'EX TRUCE DEL PAPEETE LE PREOCCUPAZIONI NON SONO SOLO POLITICHE: L'INCHIESTA HA ACCESO I RIFLETTORI SUI RAPPORTI TRA LA LEGA E I GRANDI IMPRENDITORI, NEL MOMENTO IN CUI SUL TAVOLO CI SONO FIOR DI QUATTRINI DEL RECOVERY - NON SOLO SPINELLI: ANCHE PIETRO COLUCCI, INDAGATO PER FINANZIAMENTO ILLECITO A TOTI, HA FINANZIATO LA LEGA - I TIMORI DEL PARTITO PER EDOARDO RIXI, FEDELISSIMO DI SALVINI E "GOVERNATORE OMBRA" IN LIGURIA...



























1. SALVINI TEME IL COINVOLGIMENTO NELL’INCHIESTA. IL RUOLO DI RIXI Estratto dell’articolo di Marco Franchi per “il Fatto quotidiano”

Nella maggioranza di centrodestra il partito che difende più convintamente il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ai domiciliari da martedì con l’accusa di corruzione, è la Lega […]. “Siamo garantisti”, è la linea che il leader del Carroccio ha dato.

Mercoledì […] il vicepremier spiegava che un passo indietro del governatore sarebbe “una resa”. […] Dietro alla difesa della Lega si cela una preoccupazione che arriva ai piani alti di via Bellerio: che l’inchiesta non si fermi qui e si allarghi ancora, anche a dirigenti della Lega ligure. […]

Ieri il Fatto ha raccontato le intercettazioni in cui l’imprenditore Aldo Spinelli, indagato anche lui per corruzione, spiegava all’allora presidente dell’Autorità portuale Paolo Signorini di aver fatto due bonifici – uno da 15mila euro il 25 maggio e un altro della stessa cifra il 31 agosto – alla “Lega per Salvini premier” per il progetto che riguarda le aree del Terminal Rinfuse.

[…] non è su Giorgetti che si concentrano le preoccupazioni di Salvini […] ma casomai è sul viceministro delle Infrastrutture e deus ex machina della Lega in Liguria, Edoardo Rixi, su cui c’è una certa cautela nel Carroccio, anche se non è minimamente coinvolto nell’inchiesta.

Quest’ultimo, che è anche il braccio destro di Salvini al ministero, viene considerato il vero “governatore ombra” in Liguria […]. Il viceministro però aveva provato a mettere il veto su Signorini a Iren. Rixi viene considerato il candidato naturale della Lega in Liguria per il dopo-Toti ed è stato proprio lui a volere il vertice coi coordinatori regionali per dimostrare il sostegno unitario a Toti. […]

2. LEGA, SOLDI ANCHE DAL RAS DELLE DISCARICHE COLUCCI Estratto dell’articolo di M. Gra. per “il Fatto quotidiano”

AIdo Spinelli non era l'unico finanziatore di Giovanni Toti che a un certo punto ha sovvenzionato anche la Lega. Lo stesso percorso ha riguardato anche Pietro Colucci, re delle discariche indagato per corruzione insieme a Toti. Colucci è accusato di aver erogato alle fondazioni che sostenevano Toti 195mila euro, soldi mai registrati nei bilanci, né condivisi con gli organismi societari, come prevede la legge sul finanziamento illecito ai partiti. L'imprenditore è indagato perché negli stessi anni ha ottenuto l'ampliamento di due discariche gestite nel Ponente della Liguria, i siti di Boscaccio e Bossarino.

Dal 2022, Colucci ha cominciato a finanziare anche la Lega: il 28 giugno del 2022 una delle sue società, Green up, ha erogato 10mila euro. Nell’ordinanza del tribunale di Genova che ha portato all’arresto di Toti c’è traccia di un’intercettazione in cui Toti dice di voler parlare “di persona” con Colucci della “roba delle discariche”, “circostanza che lasciava intendere la volontà di rendere “sicura” la conversazione: “Digli che se li convoco io qua lunedì – dice al suo braccio destro Matteo Cozzani – martedì sera sono a cena, Ripamonti (Paolo, parlamentare della Lega, ndr), Vaccarezza (Angelo, consigliere regionale), Olivieri (Pierangelo, presidente della provincia di Savona, ndr), che la chiudiamo su tutt...(...) Su tutta la situazione così mettiamo in fila l’Ato idrico, la cosa, anche perché poi ci si infila anche la roba della discarica di Colucci, che voglio parlargliene a voce...”.

[…[ nell’i nchiesta savonese emergono anche 300mila euro di consulenze pagate dal gruppo Waste a un ex parlamentare del Pd, Massimo Zunino, molto vicino a Claudio Burlando, indagato perché quelle fatture sono ritenute false dalla Guardia di Finanza. […]

3. GENOVA, IL MODELLO SALVINI ORA SPAVENTA GLI ALLEATI RIFLETTORI ACCESI SULLA DIGA Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini ed Emanuele Lauria per “la Repubblica”

L’inchiesta della procura di Genova sul rapporto incestuoso tra politica e affari ha un obiettivo giudiziario esposto, il governatore Giovanni Toti. Ma — dopo l’esplosione dello scandalo — è emerso anche il bersaglio politico, colui che cioè sul modello Genova aveva scommesso e ora immediatamente deve fare i conti con le macerie: il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.

Al leader della Lega nessuna responsabilità viene attribuita […]. Il punto non è giudiziario. L’inchiesta di Genova, […] ha infatti già avuto un effetto: accendere i riflettori — anche degli alleati — sui rapporti tra il partito di Salvini e grandi imprenditori, e a cascata tra stazioni appaltanti e appaltatori, tra controllori e controllati.

E lo ha fatto nel momento più caldo della storia del nostro Paese: quello, cioè, in cui sul tavolo ci sono i miliardi di euro del Pnrr che il ministero di Salvini per gran parte si trova a gestire.

[…] Le Infrastrutture sono […] il ramo d’amministrazione con il maggior numero di fondi assegnati: so no circa 23 dei 194 nel portafoglio del nostro Paese, assegnati direttamente al Mit o per il tramite delle sue controllate.

[…] Fdi e Forza Italia diffidano da tempo. E dietro le dichiarazioni di rito, ora vogliono capirci di più sul modello Genova che è diventato modello Salvini. Il pressing dei meloniani per arrivare al voto in Liguria dopo le Europee — e interrompere l’interregno del vicepresidente leghista Alessandro Piana — è sotterraneo ma costante: «Vediamo di capire meglio ma non credo che Toti possa reggere senza dimettersi per più di un mese e mezzo», la previsione di un big di Fratelli d’Italia alla Camera. Sul tavolo anche la possibilità di uno scambio, comunque difficile: al partito di Meloni la Liguria, alla Lega l’ambito Veneto.

Ma sono trattative che si svolgono in un clima di nervosismo, sul terreno di una partita che […] è anche di natura economica. Riguarda le modalità di reperimento delle risorse. E il grande tema è quello del contributo “esterno” ai partiti. Arriva l’alt del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti: «La vicenda di Genova pone un tema significativo: se il finanziamento privato viene interpretato come vietato sui territori —afferma Foti davanti alle telecamere di Start di Skytg24—allora meglio toglierlo definitivamente perché diventa difficile poi capire i rapporti. È una riflessione che va fatta, in relazione al limite che c’è. Su questo deve pronunciarsi il Parlamento ».

Dichiarazioni che […] nascono ufficialmente dalla preoccupazione che ogni atto di un’amministrazione […] possa aprire un’inchiesta per corruzione. Ma qual è il partito che, in Italia, ottiene la quantità più cospicua di finanziamenti dei privati? La Lega. Basti pensare che nel 2023 il Carroccio ha incassato 1,1 milioni di euro da erogazioni liberali, una cifra che è aumentata sensibilmente nell’anno in corso. Da gennaio a marzo, nei primi tre mesi del 2024, la Lega ha già incassato 500 mila euro. La maggior parte dei quali provenienti dal Sud.

E spulciando l’elenco delle donazioni dalle imprese, tra chi ha versato l’assegno più pesante nelle casse di via Bellerio — pari a 30mila euro — c’è la “Ricciardello Costruzioni spa”, con sede nel Messinese. Il patron della società, Giuseppe Ricciardello, che è anche il presidente dell’associazione dei costruttori nella città sullo Stretto, è un grande sponsor del Ponte sullo Stretto: «È una sfida epocale». Un caso? Chissà.

Di certo, se si realizzasse la proposta di FdI, […] la Lega perderebbe una cospicua fonte di sostegno, superiore a quelle garantire dal 2 per mille e dai sussidi ai gruppi parlamentari. Un’anomalia che […] vienespiegata con l’esigenza di far fronte al buco nei bilanci causati dalla necessità di restituire allo Stato i 49 milioni sottratti con la truffa durante la gestione Bossi.

[…] Nel Carroccio, adesso, c’è paura. Dice a Repubblica un rappresentante di punta della Lega in Liguria: «Adesso il punto fondamentale è come proseguire con la realizzazione delle grandi opere, a partire dalla Diga. L’inchiesta rischia di bloccare la spesa e non sappiamo ancora se e quanti atti già deliberati potrebbero essere finiti nella lente dei magistrati e annullati». Il clima lo descrive la stessa fonte: «Alcuni di noi hanno annullato le cene di finanziamento elettorale in vista delle Europee. Il rischio — dice sconsolato — è di finire tutti indagati per corruzione».