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 2024  maggio 10 Venerdì calendario

Periscopio


L’Egitto ha condannato le operazioni israeliane a Rafah perché «mettono a rischio le vite di oltre un milione di palestinesi» che dipendono dall’arrivo degli aiuti umanitari attraverso il valico. Tuttavia, il presidente egiziano al-Sisi si è sempre opposto a qualsiasi possibilità d’aprire il valico di Rafah per accogliere i palestinesi di Gaza nel Sinai. Come al-Sisi lo scorso ottobre, nel caso d’uno spostamento di massa da Gaza, ha dichiarato al-Sisi, i palestinesi dovrebbero dirigersi «verso il deserto del Negev», in Israele, e non verso l’Egitto. (…) Nelle ultime settimane, è andato crescendo il business dell’accoglienza: pagando alcune migliaia di dollari, i palestinesi di Gaza, che hanno potuto permetterselo, sono riusciti a superare il valico e a fuggire dal conflitto per ripararsi in Egitto. Giuseppe Acconcia, HuffPost.

L’antisemitismo islamico afferma che «l’Ultimo Giorno verrà solo quando l’ultimo ebreo sulla faccia della terra sarà stato ucciso», là dove all’opposto [all’opposto?] il cristianesimo, da san Paolo e sant’ Agostino in poi, predice che il Giudizio Universale verrà quando l’ultimo ebreo sarà convertito, in pace. [«In pace»? Siamo sicuri che Paolo e Agostino dicano così?]. Carlo Panella, Il libro nero di Hamas, Lindau 2024.
Fred Dewilde, il medico scampato all’attentato di Parigi del 13 novembre 2015, diceva di non aver mai veramente lasciato la fossa del Bataclan. 58 anni, Dewilde domenica si è tolto la vita, «travolto dalla violenza dei traumi contro i quali ha combattuto con coraggio, talento e generosità, da quella disastrosa sera», scrive la famiglia. Dewilde è finito come Shanti De Corte, la ragazza scampata all’attentato di Bruxelles che ha chiesto al Belgio d’ottenere l’eutanasia per i traumi subiti.il Foglio.
[Berlino]. Il rettore Gunter Ziegler, che ha chiamato la polizia per lo sgombero dell’università, ha detto: «Siamo aperti per il dialogo, ma non in questo modo». E a Lipsia, dove è andata in scena una mini-occupazione di 50 ragazzi, l’Unione studentesca l’ha condannata. Il ripudio dell’antisemitismo in Germania è un valore anche per la generazione più giovane. Ma sarebbe illusorio pensare che le guerre culturali non siano penetrate anche qui. Ma.G., Corriere della Sera.

«Juden-hasser» (odiatori d’ebrei) li chiama la Bild. Dal web.
Marco Tarquinio, candidato del Pd alle Europee, [affida] a Repubblica il suo sogno per l’Ucraina: «un’immensa Tienanmen». [Cioè] l’orrenda carneficina cinese della primavera ’89, migliaia di morti, soprattutto ragazzi in rivolta contro un regime ferreo e plumbeo. Tarquinio, penso, non si augurava un’altra orrenda carneficina. Forse gli è tornata alla memoria giusto l’immagine terribile e meravigliosa del ragazzo di piazza Tienanmen, solo e disarmato a bloccare la strada a quattro tank. E, forse, Tarquinio non sa che di quel ragazzo si è saputo più nulla. Però una nuova Tienanmen di ragazzi disarmati e sterminati oggi c’è già: è in Iran. Ma in genere i pacifisti cattolici non ne parlano, a cominciare dal Papa. Mattia Feltri, La Stampa.
L’eliminazione di Zelensky come «regalo» a Putin per l’insediamento: sarebbe stato questo l’obiettivo d’una rete d’agenti russi che tramava per uccidere il presidente ucraino, secondo il servizio di sicurezza ucraino che ha scoperto il piano. L’operazione di controspionaggio ha portato all’arresto di due colonnelli ucraini, accusati d’alto tradimento e favoreggiamento d’un attacco terroristico per aver collaborato con i servizi russi. repubblica.it

I discendenti di Napoleone e Hitler vogliono attaccare nuovamente la Russia con l’aiuto degli anglosassoni. Sergei Lavrov (Ansa).
Celebro il 9 maggio, quando i sovietici sconfissero i nazisti. [Gli occidentali niente, più nazi dei nazi]. Moni Ovadia, Il Fattosky quotidiano.
La scena si ripete sempre uguale di fronte al tribunale di New York, davanti all’aereo privato di Donald Trump, all’ingresso della Trump Tower o all’esterno d’un campo da golf. Una folla di giornalisti allunga i microfoni verso l’ex presidente e spara raffiche di domande sui temi caldi del momento. The Donald risponde a due o tre, con lo sguardo accigliato, poi sente la voce di Brian Glenn: “Mr. President!”. E Trump allora sorride, girandosi verso il suo giornalista preferito, che esordisce con qualcosa del tipo: «I sondaggi dicono che lei sta distruggendo Joe Biden, che ne pensa?» «Grazie Brian. Avete sentito cosa dice Brian?». Marco Bardazzi, il Foglio.
Confesso di capire poco la passione per il caso di un giovane adulto italiano arrestato bruscamente a Miami. Dalle notizie che abbiamo e dal filmato diffuso si coglie l’iniziale calma dei poliziotti e una certa agitazione del nostro connazionale, che per reclamare il diritto di tornare dentro un locale notturno tira in ballo la Costituzione americana. I poliziotti non lo minacciano, ma gli intimano di stare fermo. Anche in Italia se uomini in divisa ti dicono di stare ferma devi stare fermo. Ma lui fermo non sta e per due volte tocca gli agenti. Dopo la prima gli dicono: non toccarmi, altrimenti ti devo arrestare. Poi sì, lo buttano a terra e lo ammanettano. Lo risollevano e lo mettono in macchina. (…) Da qui alla tortura, ci corre. Qui non si tratta di tirare in ballo i minorenni del Beccaria o il giovane americano bendato nella caserma dei carabinieri, ma piuttosto di considerare che chiedere a un poliziotto d’«identificarsi» può non essere il modo più saggio per trarsi d’impaccio e che farne un caso di lesa italianità sembra avventuroso. Sonia Falleri, la Ragione.

Che succede in Liguria? Dal web.
Non sono Giulio Andreotti, dunque non mi permetto di peccare pensando male. [Tuttavia] lascia perplessi il fatto che la mega inchiesta si basi – così si assicura – in massima parte su intercettazioni ambientali. Se ne forniscono «assaggi» sui giornali e in TV. Ma chi ha selezionato quei passaggi resi noti? Valter Vecellio, HuffPost.
Le intercettazioni documentano la dissipazione d’una comunità politica, ma la corruzione fatturata non sembra corruzione. Francesco Merlo, Repubblica.
Giovanni Toti arrestato in vista delle europee. Le procure avvertono i politici: «Se non vi fermate andiamo avanti». l’Unità.
Luca Zaia, in un federale piuttosto teso, ha intimato [a Salvini] di smetterla «coi nazisti». Alessandro De Angelis, HuffPost.
È pronto a tutto, ma non sa a che cosa. Roberto Gervaso.