il Fatto Quotidiano, 10 maggio 2024
Milva la rossa attraversò il 900
Ci sono artistiil cui mistero – ogni vero artista è un mistero – appare più chiaro a posteriori, attraverso la lente bifocale della memoria piuttosto che sotto la dittatura del presente. In vita, Milva ha vissuto in un ininterrotto presente, sempre in prima pagina da quando nasce negli anni d’oro della musica leggera e diventa la Pantera di Goro in compagnia dell’Aquila di Ligonchio, Iva Zanicchi, e della Tigre di Cremona, Mina. Ma la savana degli anni Sessanta è solo l’inizio; di esclusivamente leggero aveva poco o niente; era un’interprete totale, dalla voce profonda e dalla presenza versatile, come testimonia il documentario di Angelo Longoni Milva, diva per sempre (andato in onda su una Rai3 in condivisibile vena di rimembranze, ora Rai Play).
Da autore qual è, Longoni fa un intelligente passo indietro e dà la precedenza alle immagini di repertorio, come nei documentari biografici si dovrebbe fare più spesso, lasciando il filo della narrazione a qualche testimone mirato e alla figlia Martina Corgnati.
Milva la Rossa non si è accontentata di attraversare il Novecento; l’ha incarnato sia nel privato, con i suoi amori anch’essi molto teatrali, sia nell’arte, con i pigmalioni di cui è stata la musa, e che spaziano tra i punti cardinali della musica. Brecht, Berio, Battiato, Jannacci, Piazzolla… ci voleva lei per metterli tutti d’accordo. La svolta arriva con Giorgio Strehler al Piccolo Teatro. C’è un prima e dopo L’opera da tre soldi; da quel momento, Milva canterà come se fosse in scena perché la scena se la porterà dietro ovunque, la precedeva come la precedevano i suoi leggendari capelli. Milva, diva per sempre è un documentario a colori, in bianco e nero, e in rosso. Aveva per i capelli un’attenzione maniacale, racconta il suo parrucchiere, aveva brevettato una particolare tonalità di rosso dalla ricetta segreta. Tonalità passionale, certo, come sempre è il colore della passione; ma venata di ombre, di riflessi, di malinconie e di esplosioni. Il Rosso Milva.