Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  maggio 10 Venerdì calendario

Un libro per cambiare vita


«Non ne posso più, voglio cambiare vita». Una frase che in questi anni abbiamo sentito ripetere, da più parti, tante volte. E che racchiude l’insoddisfazione verso un mondo del lavoro in cui molti hanno smesso di rispecchiarsi. Parole in cui era nascosto il germoglio di un fenomeno che è stato catalizzato dalla pandemia: la ricerca di un Piano B dell’esistenza. Che parte, appunto, da un cambio lavorativo ma che si trasforma in uno stravolgimento totale della vita. Una rivoluzione. Sulle pagine online di Repubblica abbiamo raccontato con la rubrica (intitolata proprio Piano B) storie di persone che hanno deciso di fare il grande salto. Donne e uomini. Operai, impiegati e dirigenti. Di ogni età e provenientida luoghi anche molto diversi tra loro. Come Valentina, che ha abbandonato la carriera da manager per diventare maestra elementare. O Elio, che ha rinunciato al marketing per dedicarsi alla ceramica, Maurizio, che ha lasciato il lavoro da impiegato in un una multinazionale per aprire un forno, o Francesca che ha detto addio al posto fisso per reinventarsi come professional organizer.
Storie di vite normali, rese però straordinarie da un atto di coraggio dirompente. Che ci hanno spinto ad approfondire e a scoprire come, dove e perché si decide di mollare tutto. Ne è nato un libroPiano B. Cambiare vita è possibile,
da oggi in edicola con Repubblicae in libreria con Sonzogno, che spiega, appunto, cosa c’è dietro a questo fenomeno figlio delle Grandi Dimissioni (i licenziamenti di massa dopo la pandemia) e quali sono le cause e le conseguenze. Ma che rivela anche, concretamente, come si può realizzare un cambio vita sicuro, analizzando gli errori da evitare, le regole da seguire e le rinunce da affrontare.
Tutto questo attraverso il filo conduttore dei racconti di chi ce l’ha fatta, di chi è riuscito nell’impresa di mettere in piedi un’alternativa. Che parte da un mestiere più creativo e appagante e che lascia più tempo per godere di persone e cose che – ce lo ha insegnato il Covid – abbiamo temuto di perdere. In un mercato del lavoro che, per alcune categorie, è totalmente cambiato, e nel quale molti si sentono sfruttati, sottopagati e poco apprezzati. Un mondo che liha portati a identificarsi meno con il proprio mestiere. Perché lasciare il vecchio impiego per un lavoro che piace davvero, occuparsi di qualcosa cui si attribuisce un senso profondo, ai ritmi che si ritengono giusti, significa sentirsi finalmente appagati e, spesso, avere, appunto, più tempo. Significa, quindi, anche cambiare il rapporto con le persone a cui si tiene e dedicarsi ad attività per le quali prima non si riusciva a trovare un momento libero. In sintesi: significa vivere meglio.
A volte il cambio di occupazione può tradursi anche in un cambio geografico, perché la nuova strada può portare a un trasferimento, visto che sempre più spesso il lavoro può essere organizzato, del tutto o in parte, da remoto. E questo apre la possibilità di scegliere tra la dimensione urbana – la città con le sue opportunità, i suoi costi e i suoi limiti – e il ritorno alla natura o alla piccola comunità, scoprendosi magari più felici anche o proprio perché cambia il contesto sociale.
L’obiezione è sempre la stessa: è un lusso per pochi. Sono in condizione di perseguirlo e realizzarlo – viene detto – solo coloro che possono permettersi un grande investimento iniziale, persone che hanno sostanziose risorse economiche e spalle ben coperte che annullano il rischio di trovarsi senza entrate. Per tutti gli altri, il Piano B resta un miraggio.
In realtà non è così. Certo, bisogna pianificarlo bene, non è un percorso facile e non è immediato. Ma spesso non è necessario essere facoltosi. Lo raccontano molte delle storie che abbiamo raccolto, e lo dicono anche gli addetti ai lavori. Sì, perché sono nate anche nuove figure professionali, esperti che aiutano a mettere in piedi un mestiere alternativo e più vicino alle proprie esigenze, che insegnano come intraprendere una nuova via e offrono gli strumenti per concretizzare il nuovo lavoro, ma anche per inventarlo da zero. C’è anche chi, infatti, pur essendo consapevole che il Piano A, per qualche motivo, non ha funzionato e pur volendo attuare con tutte le forze un cambio vita, non ha la più pallida idea di come e cosa fare. Dunque un’analisi a tutto tondo, che incrocia le opinioni di sociologi, psicologi ed esperti del settore, con i dati e le storie dei protagonisti. E nel finale, un Piano B d’eccezione: quello di Maurizio de Giovanni.
Chi non ha mai sognato di mollare tutto e di ripartire con un nuovo lavoro, magari in un’altra città? Questo saggio ci spiega che l’alternativa si può realizzareC’è chi ha lasciato la carriera da manager per diventare maestra elementare
E chi ha rinunciato al marketing per dedicarsi alla ceramica