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 2024  maggio 10 Venerdì calendario

Cent’anni di Montblanc


Meisterstück, in tedesco “capolavoro”, è il nome con cui Montblanc dal 1924 battezza i suoi strumenti di scrittura di punta. Celebrare un secolo di vita del proprio oggetto più iconico è un affare serio che necessita di una buona dose digrandeur,soprattutto nell’empireo dei marchi del lusso, dove siede di diritto questo brand tedesco dal nome francese che da tre anni ha un’anima italiana, grazie alla direzione creativa di Marco Tomasetta.
Proprio lui è l’artefice e il regista della celebrazione hollywoodiana del centesimo compleanno di Meisterstück, palcoscenico la Paramour Estate di Los Angeles, magnifica mansion costruita negli Anni Ruggenti da un divo del cinema muto in cima al crinale montagnoso di Silver Lake, terrazza di lusso affacciata sulla megalopoli californiana. Qui Montblanc ha organizzato la celebrazione in grande stile: proiezione della campagna ideata, diretta e recitata dal regista Wes Anderson, seguita da cena open air per 250 persone in cui sono stati avvistati, tra gli altri, Adrien Brody, Emma Roberts e Zinedine Zidane. E gran finale con tanto dihappy birthday sussurrata al pianoforte da John Legend in coda a un piccolo concerto che per 20 minuti ha tenuto inchiodati gli ospiti, rapiti dalla sua voce che intonava cover e suoi pezzi leggendari come Ordinary people.
Accanto a Tomasetta era seduta la supermodella Bianca Balti, cittadina losangelina acquisita, che con il direttore artistico di Montblanc condivide sia la città natale, Lodi, che la scoperta professionale per mano di Dolce & Gabbana. «Ero uno studente della Marangoni di Milano e dopo uno stage di sei mesi il signor Domenico mi chiese di restare a lavorare con loro e non tornare a scuola», racconta lui ridendo. «Mi ricordo bene di Bianca che incontravo in giro per Lodi quand’era solo una 14enne, molto prima che facesse la modella ma già bellissima con quel suo viso dal fascino così diverso» assicura. «Si capiva che avrebbe fatto grandi cose».
A unire lo stilista e la modella è anche l’amore per Los Angeles, dove Bianca Balti vive stabilmente dal 2017. La città degli angeli, insomma, è un luogo pieno di significati e simboli, ma perché sceglierla per celebrare la Montblanc Meisterstück? «In primis perché il legame con la settima arte è molto forte nel dna del marchio», spiega Tomasetta, che negli archivi della casa ha trovato centinaia di testimonianze delle incursioni sul set di questa penna, «come la foto che testimonia che Cary Grant la usava per annotare i suoi copioni». Ma a convincerlo che Los Angeles era il posto giusto per festeggiare il secolo di vita del “capolavoro” Montblanc è stata anche una montagna, che è uno dei codici fondamentali del brand. «In questa città ce n’è una tanto iconica quanto quella stilizzata nel logo del nostro marchio: il monte Lee, quello su cui è appoggiata la scritta Hollywood».
Il designer rivela di aver accarezzato l’idea di mettere, anche solo per una notte, una grande Montblanc di fianco alla mitica insegna. «Abbiamo chiesto aiuto alla Paramount, ma alla fine il processo era troppo complesso. Peccato!».
«Io invece ho sempre sognato di vivere qui», spiega Bianca. «C’è una storia che racconto spesso sul mio amore per questa città: quand’ero ancora giovanissima mi capitava regolarmente di andare in motorino al McDonald’s vicino al casello dell’autostrada. Spesso succedeva di sera tardi, in mezzo alla nebbia, e in quel paesaggio un po’ desolato, attraverso la visiera del casco appannata vedevo sempre il cartello con la scritta “città gemellata con Lodi, California”. Questo posto l’ho sognato per molto tempo». Quando poi, 20 anni fa, è venuta a lavorare a L.A. la prima volta, si è trovata subito a casa. «Ho passato l’infanzia a guardare talmente tanti film ambientati qui che quando finalmente ci sono arrivata, mi sembrava di esserci già stata», ride. «Ora sto vivendo un sogno, perché mia figlia primogenita Matilde, dopo aver vissuto per sette anni con il papà a Parigi, dallo scorso agosto è venuta a stare qui con me e sua sorella Mia».