La Stampa, 10 maggio 2024
Ci sarà sempre qualcosa da capire di Kafka ecco perché non smette di essere attuale
La forza della lettura, quella che scorre nelle vene e fa battere il cuore del Salone del Libro, passa dalle pagine e dalle copertine, ma anche dalle storie di Instagram e TikTok, dagli schermi degli iPad e dei Kindle, dall’ascolto dal vivo e dagli streaming sui siti. Ce lo insegnano i ragazzi e chiunque non voglia invecchiare, quelli che «sanno conservare la capacità di cogliere la bellezza», come diceva Franz Kafka, lo scrittore boemo cui il Salone rende omaggio a cento anni dalla morte: una festa di celebrazioni che segneranno questo 2024, da Torino al resto dell’universo letterario globale.
Così accade che uno scrittore schivo, tendenzialmente antisociale, dall’estetica smunta e dalla storia personale grigia, sia diventato nell’arco di un secolo oggetto di feticismi, aggettivo tra i più abusati, volto da t shirt e murales e tatuaggi. Perché di Franz Kafka c’è sempre qualcosa che non abbiamo ancora capito, come spiega in questo numero di Tuttolibri Anita Raja, che ha ritradotto la Metamorfosi, e nell’intervista con Elena Loewenthal schiude prospettive inedite: i dettagli annidati tra le pieghe della prima frase, ad esempio, o lo stesso titolo, che dovrebbe essere diverso ma adesso non si può più cambiare: «Un testo classico si presta a letture sempre nuove, ha sempre qualcosa da dirci». Raja è protagonista oggi al Salone (alle 16 in sala Ambra) del confronto con Giorgio Pinotti intorno a La Metamorfosi (Marsilio), Praga, poesia che scompare e Ottantanove parole di Milan Kundera (Adelphi). Gli appuntamenti del centenario continuano domani alle 12.45 in Sala Bianca con Reiner Stach che firma la biografia in tre volumi uscita per il Saggiatore, Nicolas Mahler, che lo ha raccontato a fumetti per Clichy, e Mauro Covacich autore di Kafka (La nave di Teseo). Domenica alle 15.15 in Sala Viola c’è Giorgio Fontana che ha pubblicato per Sellerio Kafka. Un mondo di verità.
Non solo Kafka: a Torino «sfila» il meglio della produzione dei Paesi della Lingua Ospite, il tedesco: Austria, Germania e Svizzera. Domani alle 12.45 in Sala Bianca, Germania Est, Germania Ovest: due storie, due patrie, la letteratura come nuovo terreno di confronto generazionale con Charlotte Gneuss, Vincenzo Latronico e Francesca Sforza. E ai misteri e alle suggestioni della lingua tedesca, Tuttolibri dedica la seconda puntata della graphic «Tedeschia Color» a cura di Letizia Tortello (testi) e Andrea Bozzo (disegni): da «Schadenfreude» a «Wanderlust», un piccolo dizionario ironico e profondo delle parole che definiscono il pensiero mitteleuropeo.
La vera forza del Salone è proprio quella di mostrarci come le parole, e i libri, hanno moltissime vite e non smettono di generare significati diversi. Ne parla, sempre su Tuttolibri, Edoardo Albinati in una riflessione su Cime tempestose, quando osserva quanto sia noiosa la sociologia della letteratura e tanto più avvincente, invece, una sociologia della lettura, «specie ora che una quantità di lettori, prima assolutamente anonimi, e, per così dire, muti, sono liberi di esprimere sui social i loro amori e i loro furori in appassionatissime disamine dei libri letti». Come dimostra lunedì al Salone l’evento finale del progetto «Un Libro Tante Scuole», che vede protagonista Emily Brontë e Cime tempestose: Liliana Rampello e Antonella Lattanzi raccontano le loro Wuthering Heights e con Valentina Farinaccio e gli studenti commentano le riflessioni pubblicate in questi mesi sul Bookblog.
È andato oltre le pagine dei libri per diventare un vero amico dei ragazzini Greg, il protagonista del Diario di una Schiappa, lunedì alle 12.30 all’Auditorium per il gran finale di Una Giornata da Schiappa. Federico Taddia intervista su Tuttolibri – e nello stand della Stampa lunedì – il suo autore Jeff Kinney. Il Salone e Il Castoro lo hanno coinvolto insieme con oltre 80 scuole di tutta Italia in un grande progetto, la creazione di racconti originali ispirati al mondo della Schiappa. Saranno presentati a Kinney i tre migliori lavori ricevuti sulle giornate più epiche, disastrose e divertenti vissute a scuola. Quale modo migliore di celebrare l’eroe dei dodicenni tra i suoi coetanei? Tenendo conto, come dice Kinney, che «Greg sarebbe davvero molto infastidito dal fatto che un adulto tragga profitto dai suoi diari privati». —