Corriere della Sera, 10 maggio 2024
L’Eurotour di Taylor Swift
Parigi C’è una parola chiave, «era», per raccontare Taylor Swift. Non solo perché è quella che lei ha scelto per battezzare il suo tour mondiale – 152 date, il primo nella storia a superare 1 miliardo di dollari di incassi – che ieri all’Arena La Défense di Parigi ha inaugurato davanti a 42mila fan la sezione europea che approderà il 13 e 14 luglio a S. Siro.
Sold out ovunque: c’è chi ha speso cifre folli dai bagarini virtuali e in viaggi intercontinentali (il 20% dei biglietti è stato comprato dagli Stati Uniti), c’è chi investe in salute passando la notte in tenda per essere fra i primi all’ingresso. Pubblico colorato. Le paillettes sono il minimo d’ordinanza. Qualcuno si è cucito dei costumi ispirati a quelli del tour, gruppi di amiche sfoggiano lo stesso outfit, si fa coda ai banchi del merchandising per la tshirt ufficiale, un ragazzo chiede a tutti di scrivere il titolo di una canzone sulla sua maglietta.
Un kolossal di durata eccesiva, tre ore e mezza di show e oltre 40 brani in scaletta, un karaoke continuo, per ripercorrere le sue «ere» artistiche, un quadro e un abito diversi per ciascuno degli album che l’hanno resa la numero 1 al mondo. Non solo nella musica. I concerti dell’Eras Tour sono stati studiati dalla banca centrale Usa perché muovono l’economia delle città che li ospitano; una sua dichiarazione è in grado di influenzare la politica americana, vedi il suo appello pro-voto. Se negli anni 80-90, vedi Madonna, la popolarità attraversava le generazioni e influenzava il linguaggio e il costume di tutti, nell’era della musica senza barriere Taylor ha radunato una community enorme – la più profonda e la più fedele – ma se non sei nel recinto sei tagliato fuori e pensi sia meno famosa lei di una star generalista come Dua Lipa. La fan base si salda attorno ai testi disseminati di indizi e tunnel sotterranei che portano da una canzone all’altra fra autobiografia (celebri le frecciatine agli ex famosi) e temi universali come l’empowerment femminile e la salute mentale.
Ali colorate
L’inizio è affidato a un gruppo di performer con enormi ali colorate, poi dai petali arriva lei
Anche questo show ci racconta di una nuova era. Arrivata in vetta, Taylor non ha copiato dal meglio che c’è in giro, ma ha scelto un nuovo linguaggio che influenzerà tutti. C’è il classico palco con la passerella led che porta a uno stage più piccolo, ma il grosso dell’azione si svolge su una piattaforma quadrata a metà strada. Il mega ledwall è più per lei che per i visual, non siamo più nell’era di Mtv: il racconto avviene sul palco e quello che accade lì sopra è pensato per finire sì su uno schermo, ma è quello degli smartphone perennemente puntati.
L’inizio è affidato a un gruppo di performer con enormi ali colorate, si chiudono come petali, et voilà… il bocciolo svela la frangetta bionda, body e stivali tempestati di cristalli rossi. Si parte con il pop melodico dei brani di Lover. Per richiamare il country degli esordi di Fear less eccola con un abitino a frange e una chitarra acustica. Red è colore, rosso ovviamente, e allegria. Un abito da ballo del liceo sottolinea il romanticismo di Speak Now. Un minaccioso serpente accompagna i suoni sensuali di Reputation. Fanno al caso dei gemelli Folklore ed Evermore una casetta in legno, un pianoforte ricoperto di muschio e un’ispirazione celtico-fantasy. 1989 è più nei canoni del pop show tradizionale. La novità sono le canzoni del nuovo The Tortured Poets Department, l’idea è il bianco e nero, album che ha segnato record su record nello streaming. Se non è questa l’era, è di sicuro il momento di Taylor Swift.