la Repubblica, 9 maggio 2024
Parla ClioMakeUp
Quasi metà della sua vita Clio Zammatteo l’ha trascorsa da protagonista dei social. Conosciuta ai più come ClioMakeUp, il nome del canale YouTube aperto nel 2008 e della sua linea di prodotti cosmetici, la 41enne bellunese ha scritto le regole del beauty online raggiungendo una community di oltre dieci milioni di persone. Un successo inaspettato, che ha posto l’imprenditrice sotto gli spietati riflettori social.Era una di quelle bambine che rubano i trucchi alla madre?«Al massimo la crema per il viso, ma se lo scopriva si arrabbiava moltissimo. Ero lontana dalle ragazzine di oggi, mi sentivo bruttina: avevo l’apparecchio, i capelli a scodella, facevo gli scout».Che famiglia era la sua?«Tutti gelatai, a partire dai miei bisnonni che avevano aperto una gelateria in Germania. Così anche i miei genitori andavano lì ogni anno per la stagione lavorativa. Io rimanevo a Belluno con mia nonna fino alla fine delle lezioni, poi d’estate andavo a dare una mano».A un certo punto ha scelto di rimanere.«A 17 anni ho vissuto un momento di crisi e ho mollato la scuola. I miei nel frattempo si erano separati e io ho deciso di raggiungere mia mamma a Solingen. Sono rimasta lì per tre anni, fino a quando ho capito che quella non era la mia strada».Il makeup quando arriva?«Finito il liceo mi sono iscritta a un corso in video design a Milano dove ho conosciuto mio marito, Claudio Midolo. Non ero un genio del video editing, ma mi ero accorta che mi divertiva truccare i miei compagni di corso per i videoclip. Così tre mesi dopo la laurea ci siamo trasferiti a New York, dove ho frequentato una scuola per truccatori e ho aperto il canale su YouTube».Ricorda il primo video?«Benissimo, ma non l’ho mai pubblicato. Imitavo i tutorial delle americane, mi sentivo ridicola. Solo più avanti condivisi un video di presentazione, ma speravo non lo vedesse nessuno».I suoi genitori lo videro?«No e per diverso tempo non hannosaputo nulla. Quando lo hanno scoperto pensavano fosse un gioco, all’epoca non guadagnavo nulla».Quando è diventata una cosa seria?«Verso il 2014, quando abbiamo aperto il blog. Ma fino al lancio della mia linea cosmetica nel 2017 non sapevo se sarebbe durata, sui social c’erano tante meteore».Lei non lo è stata.«Forse perché ero spontanea e non rappresentavo quel modello di bellezza irraggiungibile che si vedeva in televisione».Non ha avuto nessuna spinta?«No, tutto quello che ho guadagnatol’ho ottenuto a partire dai miei risparmi».Oggi che la sua azienda fattura più di 11 milioni, che rapporto ha con i soldi?«Posso concedermi delle cose che prima non potevo permettermi, ma non sono una spendacciona e non mi piace ostentare. Alla serata mondana in mezzo ad altri influencer preferisco quella a casa in pigiama di pile».È invidiata?«Forse all’inizio, perché di persone che parlano davanti una telecamera è pieno il mondo. Ma da quando sono un’imprenditrice succede moltomeno».Un anno fa, però, si lasciò andare a uno sfogo contro la competizione nel mondo del beauty. Allora aveva anche detto che una persona a lei cara non stava bene.«Quando si attraversa un brutto momento sembra tutto più grande di quanto sia in realtà. Ora mi accorgo che accade sempre meno che si critichino gli altri nel tentativo di emergere».Un paio di mesi fa ha condiviso un nuovo video in lacrime. “È stato l’anno più difficile della mia vita”, ha detto.«Questioni troppo personali perraccontarle. Volevo solo dire che anche nella mia vita possono esserci dei momenti difficili e che non tutto quello che vediamo sui social è perfetto».Cos’è che non si vede?«C’è stato un periodo in cui la mia community aveva percepito come positiva la mia perdita di peso. In realtà ero talmente triste da non riuscire neanche a mangiare».Anche il suo recente intervento di blefaroplastica, con cui ha corretto la palpebra cadente, è stato chiacchieratissimo e criticato.«In tanti mi dicevano che da paladina dell’accettazione sarei diventata di plastica come tutte le altre, ma dopo l’operazione riconoscono che non si nota quasi la differenza».È stata una scelta libera? Tanti le avevano fatto notare questo suo “difetto”.«Hanno accelerato un intervento che era già in programma. La palpebra cadente ce l’ho da sempre e col tempo sarebbe solo peggiorata».Il tempo che passa le pesa?«No anzi, mi vedo più bella adesso di quando avevo 17 anni. Mi vedevo grassa, non conforme a quello che era considerato bello. Oggi ho una serenità diversa».Le sue figlie di quattro e sei anni si truccano?«Solo per Halloween e Carnevale.Altrimenti il massimo che concedo loro è il burrocacao».Sui suoi profili social compaiono sempre meno.«Quando ero rimasta incinta per la prima volta non avevo idea di cosa fosse giusto condividere. Di recente mi sono resa conto che quando andiamo in giro le persone riconoscono mia figlia maggiore ancor prima di me e a lei questa cosa non piace. Sono loro stesse a chiedermi di non fotografarle».Di minori sui social si è parlato anche all’ultimo tavolo tecnico dell’Agcom. Serve un codice di disciplina?«Siamo contenti che le linee guida equiparino i content creator ai servizi media audiovisivi tradizionali.Servono regole chiare per il settore, è il momento di metterle nero su bianco».