Corriere della Sera, 9 maggio 2024
Sul ritiro di Camila Giorgi
A modo suo. Restando in silenzio. Così la tennista Camila Giorgi, 32 anni, in maniera misteriosa si è congedata dal tennis. L’atleta di Macerata, quattro titoli vinti (tra cui Montreal), appare nell’elenco dei giocatori che si sono ritirati.
Ultimo domicilio conosciuto, una storia su Instagram di 20 ore fa in abitino di pizzo scollato con roselline applicate, costellata di commenti maschili (garbati, spinti, pecorecci: il solito climax scatenato dalla sua indubbia bellezza) e cuori virtuali. Al di fuori dell’indirizzo dei social si sono perse le tracce di Camila Giorgi, 32 anni, marchigiana di Macerata di padre argentino (Sergio, che la allena) e madre italiana (Claudia, stilista personale della figlia), piedi da quattrocentista (anche Steffi Graf li aveva: è un complimento) e talento tennistico espresso sempre on/off per limiti caratteriali, ritiratasi improvvisamente senza alcun preavviso e senza seguire – specialità della casa – il corso logico delle cose.
Prima ancora di comunicare la volontà di smettere alla Wta, il circuito professionistico femminile, infatti, con un colpo di mano di cui non aveva informato nessuno Camila si è cancellata dal protocollo antidoping ed è stato chi ha avuto la curiosità di andare a scartabellare il file (pubblico) dell’ente responsabile dell’integrità del tennis (Itia si occupa di sostanze proibite e scommesse) a scoprire che Giorgi non è più una tennista in attività dal 7 maggio, data d’inizio degli Internazionali del Foro Italico, a cui non era iscritta. Attonita, la Wta l’ha cercata per un commento, trovando telefoni staccati (il suo, quello del padre, quelli dei fratelli Leandro e Amadeus), un messaggio vago e sibillino (Camila farà sapere qualcosa di sé non prima del Roland Garros, forse) e l’eco di un’indiscrezione che la vorrebbe trasferita precipitosamente all’estero per problemi in Italia. Di certamente vero, agli atti, c’è il recente rinvio a giudizio da parte della Procura di Vicenza per la questione delle false certificazioni Covid («Le indagini sono su una dottoressa vicentina che per coprirsi le spalle ha fatto nomi di personaggi famosi: io mi sono vaccinata in diversi posti, sono tranquilla» aveva detto nell’ultima intervista al Corriere ), coinvolta anche la cantante Madame.
Espatriata per scelta o necessità, questo sembra essere il capolinea di una giocatrice piena di qualità inespresse, n. 26 come miglior classifica, un Master 1000 (Montreal 2021) e i quarti di finale a Wimbledon (2018) come zenith, la fiducia cieca nelle doti da coach del padre, un reduce della guerra delle Falkland con idee tutte sue su preparazione, tattica e tecnica, follia e carisma sotto la stessa chioma spettinata, capace di tenere insieme la famiglia Giorgi in seguito al lutto più terribile: la morte a 23 anni della figlia maggiore Antonela in un incidente stradale a Parigi. È lì che Camila si è affidata totalmente a Sergio, sposandone i metodi, difendendolo a spada tratta («Papà ha creduto in me dall’inizio, abbiamo un legame unico, ha dedicato la sua vita a me»), respingendo allenatori ben più qualificati, sponsor di nome e consigli, Camila e Sergio contro il mondo, una battaglia personale combattuta fino alla sconfitta con la Swiatek a Miami, era il 23 marzo, ultimo match. Alle poche colleghe con cui parlava aveva rivelato l’intenzione di lasciare il tennis per un futuro nella moda, la svogliatezza degli ultimi mesi era evidente, però nessuno pensava a un epilogo così, pieno di fretta e sospetti. Sconfitta da Swiatek, sorrideva, quasi liberata: «Finalmente posso andare a Orlando al parco di Harry Potter» aveva detto. Persa nel mondo magico di Hogwarts, ecco dov’è Camila.