il Giornale, 9 maggio 2024
La musica nella Costituzione? D’Annunzio l’aveva messa
«Rinuncerei a tutto quello che ho da dire solo per perorare questo mio volere, che la musica popolare contemporanea entri nella nostra Costituzione così come lo sono altre arti». Così il cantautore romano Antonello Venditti, in un incontro, martedì scorso al ministero della Cultura.
La proposta ha un precedente clamoroso. Nel 1919, Gabriele d’Annunzio, alla testa di un piccolo esercito di disertori e volontari entra a Fiume senza sparare un colpo di pistola. Alla fine della Prima guerra mondiale, Fiume aveva votato l’annessione all’Italia. Tuttavia le trattative di pace, a Parigi, non andavano per il meglio. Il presidente americano Wilson era favorevole all’autodeterminazione dei popoli in tutti i casi tranne questo. Fiume era il porto d’accesso per i Balcani e l’Oriente. Concederlo all’Italia, già centrale nel resto del Mediterraneo, era fuori discussione. Intanto la città resisteva all’assedio (italiano) e attirava tutte le avanguardie d’Europa, trasformando la rivoluzione in festa. Quando il poeta comprese che avrebbe perso Fiume decise di rendere immortale il fiumanesimo. Seguendo la traccia di Alceste De Ambris, sindacalista rivoluzionario, d’Annunzio compose una costituzione avanzatissima. Sanciva libertà di culto ed espressione, stabiliva la parità dei sessi, proclamava il suffragio universale, poneva la libertà come valore fondamentale. Il tutto in uno stile inimitabile. Centrale era l’istruzione, inclusa la musica. E dunque: «Sono nella città di Fiume instituite una scuola di Arti belle, una Scuola di Arti decorative, una scuola di Musica, poste sopra l’abolizione di ogni vizio e pregiudizio magistrali, condotte dal più sincero e ardito spirito di ricerca nella novità». Gli articoli LXIV e LXV sono dedicati alla musica. Ecco il LXV: «Sono istituiti in tutti i Comuni della Reggenza corpi corali e corpi strumentali con sovvenzione dello Stato. Nella città di Fiume al collegio degli Edili è commessa l’edificazione di una Rotonda capace di almeno diecimila uditori, fornita di gradinate comode per il popolo e d’una vasta fossa per l’orchestra e per il coro. Le grandi celebrazioni corali e orchestrali sono totalmente gratuite».