La Stampa, 8 maggio 2024
Sullo scontro Gruber-Mentana
Tempo di resa dei conti a LA 7 con Lilli Gruber ed Enrico Mentana che invece di telefonarsi si affrontano in un duello pubblico con lei che non gradisce la linea ricevuta con 16 minuti di ritardo parlando di “incontinenza” e lui che prima su Facebook le risponde per le rime e poi ieri nel Tg minaccia le dimissioni a meno che l’azienda, colpevole di silenzio, non intervenga in sua difesa. Mentana va dritto al punto: «Lilli Gruber ha avuto parole molto sgradevoli e offensive nei confronti del sottoscritto. Io mi siedo qui, scusate la prima persona singolare, da 14 anni per fare questo telegiornale e non ho mai offeso volontariamente nessuno tantomeno i colleghi che lavorano per questa rete. Gradirei reciprocità a questo riguardo e gradirei che da parte dell’azienda per cui lavoro non ci fosse il mutismo che accompagna questa vicenda da 24 ore. Domani sera vedremo se c’è stato qualcosa se non ne trarrò le conclusioni e le dirette conseguenze, buona serata».Lilli Gruber inizia invece la trasmissione senza fare cenno alla lite. E non lo farà nemmeno ospite da Floris poco dopo. Sembra tesa, con quel suo modo di tenere le narici tese come se dovesse uscire fumo da un momento all’altro. Non le è andata giù la risposta di Mentana che su Facebook ha sottolineato come gli ascolti di “8 e Mezzo” siano buoni perché ricevono un traino del 9 per cento di share. Perché chi viene prima di te in quella fascia è fondamentale e lo sa bene Bianca Berlinguer che parte con uno 0, 20 per cento di leva e lo sapeva prima di lei anche Barbara Palombelli, stessa partenza in salita.Insomma i panni sporchi in piazza, modalità finora estranea a Lilli “bonton”, sorriso che uccide in giacca Armani. Ma quando è troppo e troppo e lunedì sera anche lei ha perso l’aplomb: : «Buonasera e benvenuti alle 20:46 e non alle otto e mezza…ma insomma l’incontinenza è una brutta cosa. Scusateci di questo ritardo». E dire incontinente a un signore di 67 anni non è proprio una bella cosa soprattutto se ti porta in dote un milione di telespettatori come precisa sui social lo stesso Mentana mostrando la curva dello share del suo Tg per poi attaccare: «A quel tg però, ha imprevedibilmente fatto seguito un giudizio gravemente sprezzante nei miei confronti da parte di chi conduceva il programma successivo, che pure è ogni sera diretto beneficiario di quella curva ascendente». Il direttore risentito per il silenzio dell’azienda: «Un giudizio da cui finora nessuno tra i vertici di La7 ha sentito il bisogno di prendere le distanze. Piccolo episodio, ma molto indicativo. A questo punto le distanze, come è doveroso, le prendo io, dai maleducati e dagli ignavi». Una frizione che coinciderebbe con la scadenza naturale del contratto del direttore. Ma già con la vicenda della cacciata di Massimo Giletti Mentana prese delle posizioni non proprio in linea con l’editore, anche sul suo giornale Open.Basta ricordare la storia di Mentana per capire che non è uno che tira il sasso e nasconde la mano. E che domani qualcosa accadrà. Quando nel 2008 entrò in collisione con Mediaset – la goccia fu il rifiuto dei vertici di cambiare la programmazione quando morì Eluana Englaro – sbatté la porta senza avere pronta nessuna alternativa. Oggi un’alternativa Mentana ce l’ha, e si chiama Discovery dove stanno pensando a uno spazio giornalistico, con un telegiornale e approfondimenti. Ma anche stare qualche tempo disoccupato non sarebbe certo un problema visto che è anche editore di una testata online, Open.Mentana ha rifondato il telegiornale de La7 portandolo al successo, ma è lei (la Gruber) ad esserne considerata l’imperatrice della rete, impossibile da contraddire anche quando gli parte un insulto. Urbano Cairo tiene moltissimo alla sua star, non solo brava e autorevole, ma anche capace di portarlo nei salotti più chic che radical dell’intellighenzia. Sarà per questo che nessuno ha proferito verbo su quella parola, “incontinenza”, inelegante per una lady come Lilli? Se fosse stata pronunciata riferita a lei?Che la Gruber e Mentana non si siano mai stati tanto simpatici dai tempi Rai, dove lui ebbe come mentore Ottavio De Lorenzo mitico vicedirettore noto per far fare ai suo redattori gavetta senza sconti, mentre lei si formò con Silvano Faggioni, caporedattore di Tele Bolzano che le ripeteva: “zero chiacchiere, niente politichese”. Ma fu Alberto La Volpe a promuoverla nel 1987 volto del Tg della sera, prima donna a ricoprire questo ruolo. Stessa generazione (fine anni ’50), due caratteri forti, ambizione ancora più forte, vite incentrate sul lavoro, troppo simili per andare d’accordo. Lei, radici austro-prussiane, guida i suoi come un generale, senza inflessioni. Lui è capace di resistere in video per giorni, la prima diretta fiume quando aveva 26 anni, per le nozze di Carlo e Diana. Per le elezioni fa nottata andando avanti solo a coca cola. La professione come missione, per questo non ha paura di cambiare e di saltare senza rete. Cosa che potrebbe fare di nuovo, direzione La Nove. Cairo è avvertito, incontinente chissà, incazzato sicuro.