il Fatto Quotidiano, 7 maggio 2024
Gli stupri di massa di Hamas sono un falso
Sheryl Sandberg ne ha combinata un’altra dellesue. A Facebook eraChief Operating Officer(Coo), la carica più importante dopo Zuckerberg:con lei, Facebook è diventato il social tossico checonosciamo (è una piattaforma di sorveglianza che va abraccetto coi servizi segreti Usa; ed è una piattaforma diestrazione dati che lucra sulla nostra attività in Rete per-mettendo ad aziende e partiti politici di fare pubblicitàmirata). Dopo lo scandalo Cambridge Analytica la San-dberg si dimise da Facebook. La sua ultima mascalzonataè il documentarioScreams Before Silence, che rilancia laballa propagandistica degli “stupri di massa”di Hamas,già debunkata in dettaglio mesi fa (t.ly/U7HPj). Al filmhanno fatto pubblicità, fra gli altri, Hillary Clinton, il Wa -shington Poste il governo di Israele. “I propagandisti u-sano questa menzogna per distrarre dal genocidio israe-liano che è in corso a Gaza con armamenti Usa, o per giu-s tificarlo”, commenta Nora Barrows-Friedman nel videodel magazine web The Electronic Intifadache confuta lemenzogne presenti nel film della Sandberg. A febbraio laSandberg e la Clinton contribuirono a diffondere la balla(benché fosse stata sbugiardata da un mese) con un se-minario alla Columbia University in cui invitarono Jef-frey Gettleman, il propagandista sionista che a dicembrel’aveva spacciata dalle colonne del New York Times.Spiega Ali Abunimah (Ei): “Il film della Sandberg nonfornisce alcuna prova credibile neppure di un solo caso distupro, men che meno di stupri di massa; non identificaneppure una vittima dei presunti stupri di massa del 7ottobre, né viva né morta. Non ci sono interviste a parentidi vittime di stupro. L’unica donna israeliana intervistatanon è vittima dei presunti stupri del 7 ottobre. Liberata daHamas dopo 55 giorni di prigionia, non raccontò nelleinterviste di aver subito un’aggressione sessuale; lo fecemesi dopo, nell’ambito di una campagna giornalisticacoordinata che coinvolse il New York Timese il governo diIsraele, mentre testimonianze credibili di violenze ses-suali da parte di soldati israeliani su donne e uomini pa-lestinesi venivano ignorate dal New York Timese da altrimedia occidentali. Il film della Sandberg mostra video,forniti da Israele, di prigionieri palestinesi che confessa-no di aver commesso stupri: quelle confessioni sono stateottenute con la tortura, afferma l’associazione umanita-ria Physicians for Human Rights Israel; e la stessa poliziaisraeliana ammette di non aver trovato alcuna vittima diquei presunti stupri. Questo fatto da solo dovrebbe scre-ditare l’intero documentario. Si cerca di convincere conmusica suggestiva; con la Sandberg che abbraccia in la-crime i sopravvissuti dell’attentato; con testimoni cheraccontano le cose terribili subite o viste durante l’atten -tato, nessuna delle quali è uno stupro; e ripetendo, a pro-posito degli stupri, la frase‘u n’imponente quantità dip r o v e’, senza però esibirne nessuna. Non esiste alcun fil-mato di questi stupri, anche se i propagandisti li defini-scono ‘di massa’: non ve n’è neppure nei video delle te-lecamerine indossate dai terroristi catturati. Lo scriveHa a re t z il 18 aprile, citando la polizia israeliana. Nel do-cumentario della Sandberg una poliziotta della base diShura, dove vennero portati i corpi delle vittime dell’at -tentato del 7 ottobre, parla di “violenze sessuali sistema-tiche”; ma il rapporto della polizia israeliana citato daHa a re t z afferma che 5 patologi forensi non hanno tro-vato alcuna traccia di violenze sessuali sulle vittime. Lodice anche un rapporto Onu: nessun indizio di stupro o diviolenze sessuali. Quella poliziotta è una bugiarda”. Inu n’ora, il video smaschera i testimoni fasulli più clamo-rosi usati dalla Sandberg nel suo documentario propa-gandistico (t. l y /p r f J l ). Buona visione.
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