Avvenire, 5 maggio 2024
Biografia di Ljudmila Samsonova
Il cuore di Ljudmila Samsonova è diviso tra i paesaggi mediterranei della Penisola, dove è arrivata quando aveva due anni insieme con i genitori, e le sconfinate lande russe, al confine del circolo polare artico, dove è nata 25 anni fa. La storia della tennista numero 17 del mondo è di quelle particolari. Originaria di Olenegorsk, Russia europea settentrionale, figlia di un campione continentale di tennistavolo, la giovane Ljudmila o Ljuda, come la chiamano gli amici, fino al 2021 non era neanche tra le prime 100 al mondo. Oggi è stabilmente tra le prime 20 (best ranking 12). Quattro titoli Wta e la Billie Jean King Cup, in cui ha segnato il punto della vittoria russa nel 2021. Ora, mentre sta per scendere sulla terra rossa di Roma ricorda la storia del mancato passaporto italiano al compimento della maggiore età. «In passato non avevo tutte le carte in regola per poterlo richiedere e non volevo lasciare la Russia. Sono stata un po’ obbligata a fare certe scelte. Ma oggi mi piacerebbe averlo».
Un po’ russa, un po’ italiana, dunque. Anche nel vestire le rispettive maglie. Quella azzurra l’aveva indossata tra i 16 e i 18 anni, prima della questione passaporto. E anche adesso all’Italia tiene molto. «Mi sento un mix di cose. Ho preso il meglio di entrambe le nazionalità. Sono fredda in campo per la parte russa. Solare e allegra per la parte italiana».
In realtà di italiano ha anche la sua storia tennistica. Scoperta da Riccardo Piatti, ex coach di Sinner, poi è stata seguita dai fratelli Piccari, da Daniele Silvestre (con la preparazione atletica di Umberto Ferrara, che è nello staff del numero 2 del mondo e gli ha fatto fare il salto di qualità fisico) e adesso è sotto le ali di Danilo Pizzorno, il pioniere della videoanalisi nel coaching. Quest’ultimo ha spinto Ljudmila a credere di più in sé stessa. Anche se l’inizio di stagione, a parte la semifinale raggiunta ad Abu Dhabi, non è stato dei migliori. «Una partenza faticosa. Mi è mancata la fiducia. Sto lavorando per ritrovarla ed essere più forte di prima».
A Madrid, dopo aver vinto con Osaka, ha ceduto a Madison Keys. Ora c’è Roma. «Mi aspetto di imparare qualcosa in più dell’anno scorso su questa superficie che non è la mia preferita». E il pensiero va inevitabilmente alle Olimpiadi. Ljudmila è in lizza per un posto. «Ma ancora non so se, pur qualificandomi, parteciperò. Deciderò più in là». Il Cio ha aperto ai russi che non hanno esplicitamente supportato l’invasione dell’Ucraina, ma saranno considerati atleti neutrali e non potranno prendere parte alla cerimonia inaugurale. «Per quanto mi riguarda non è una vera Olimpiade così. Non è quello che ho sempre sognato», dice con sincerità. Una situazione, quella causata dalla guerra, che si ripercuote anche nei rapporti con le tenniste ucraine. «La maggior parte di loro non mi saluta neanche. C’è sempre molto astio e purtroppo non si trova pace neanche tra di noi».
Con le italiane, invece, è da sempre grande amicizia. Soprattutto con Lucia Bronzetti, Elisabetta Cocciaretto e la neo-numero 13 del mondo Jasmine Paolini. «Sono davvero molto contenta per lei, è una ragazza per bene. Il suo recente exploit penso sia dovuto alla maturità che ha raggiunto. Ormai i dati ci dimostrano che i migliori risultati arrivano con il passare degli anni». Anche con Jannik Sinner c’è amicizia. Si conoscono da quando entrambi si allenavano a Bordighera con Piatti. Il profilo Instagram di Pizzorno ospita un video in cui Jannik e Ljuda, ragazzini, provano insieme il servizio. «Fin da piccolo sapeva bene quello che voleva. Ha un talento incredibile, ma i risultati che ha ottenuto sono merito del lavoro. Il suo cammino sta dando molta forza a tutti i ragazzi dietro di lui, ma anche alle ragazze».
Sogna dunque di imitarlo nei risultati? «Il mio sogno – risponde Ljudmila – da bambina era quello di uscire da un certo tipo di vita per poterne avere una migliore. Ad oggi l’ho raggiunto. Per domani sogno di essere a posto con me stessa, prendendomi le soddisfazioni che il tennis mi potrà dare»