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 2024  maggio 05 Domenica calendario

Sul Movimento 4b

La Corea del Sud è un paese in cui la cultura patriarcale nei suoi aspetti più conservatori è molto radicata: dalle donne ci si aspetta generalmente che abbiano figli, si dedichino alla famiglia e si adattino a una serie di canoni estetici e di abbigliamento. Tra i movimenti femministi nati negli ultimi anni per opporsi a tutto questo ce n’è uno piuttosto radicale, che rifiuta del tutto il matrimonio con gli uomini e in senso ancora più ampio le relazioni eterosessuali, nella convinzione che questo sia l’unico modo per cercare di limitare gli abusi e le discriminazioni di genere.
Il movimento si chiama “4B”, ha alcune migliaia di militanti e da qualche giorno se n’è cominciato a parlare anche all’estero grazie a un approfondito articolo della giornalista americana Anna Louie Sussman su The Cut, tradotto in italiano e pubblicato di recente su Internazionale.
Il movimento 4B (conosciuto anche come movimento dei “4 no”) prende il nome da quattro parole sudcoreane che cominciano con il prefisso “bi”, che indica appunto “no”: bihon, cioè il rifiuto del matrimonio eterosessuale; bichulsan, il rifiuto di avere figli; biyeonae, il rifiuto di avere relazioni romantiche con gli uomini e bisekseu, il rifiuto di avere rapporti sessuali con loro. Come spiega l’articolo di The Cut, questo movimento è sia «una posizione ideologica che uno stile di vita»: spesso le donne che vi aderiscono si rasano i capelli, rifiutano di truccarsi e indossano pantaloni larghi, felpe o cappelli per protestare contro i canoni estetici imposti dalle tradizioni patriarcali. Più in generale scelgono di restare single e si dedicano a rivendicare e promuovere uno stile di vita alternativo attraverso incontri, manifestazioni e attivismo online.
L’elemento in comune tra le militanti è quello di escludere il più possibile gli uomini dalla loro vita, a volte rifiutandosi persino di avere amici maschi.
In molti casi le donne del movimento raccontano di aver subìto abusi o violenze da parte dei loro padri o partner, come spiega anche un altro articolo sul tema pubblicato a marzo sull’Atlantic. Un sondaggio commissionato nel 2016 dal ministero delle Pari opportunità sudcoreano dice che è una situazione comune a moltissime: il 41,5 per cento delle donne intervistate per il sondaggio, citato da The Cut, aveva detto di aver subìto un qualche tipo di violenza dal proprio compagno: un dato molto più alto della media globale che è già molto alta, attorno al 30 per cento.
A questo si aggiungono forti discriminazioni sociali. L’Organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) dice che la Corea del Sud ha di gran lunga il divario salariale di genere più ampio tra i 38 paesi che ne fanno parte. Le donne sudcoreane si fanno carico di gran parte del lavoro domestico, non retribuito, e se si sposano o hanno figli ci si aspetta che abbandonino lo studio o il lavoro per badare alla famiglia. Inoltre, non è raro che gli uomini colpevoli di femminicidi, “revenge porn” e altri crimini sessuali rimangano impuniti, al contrario di quanto succede nei rari casi in cui siano le donne a compierli.
Il movimento 4B si basa sull’idea che la società sudcoreana perpetui un sistema fortemente iniquo, in cui le donne continuano a essere esposte al rischio di abusi e varie forme di violenza. In questo senso, secondo le donne che vi aderiscono, escludere i rapporti con gli uomini servirebbe a ridurre la possibilità che questi episodi si verifichino.

Helena Lee, una donna di 24 anni che studia per diventare dipendente pubblica e aderisce al movimento, ha detto all’Atlantic che lei ci prova «ad avere fiducia nei ragazzi», ma alla fine è più propensa a un approccio che definisce «estremo». Yeowon, 26 anni, impiegata, sostiene che in Corea del Sud il matrimonio presenti una minaccia esistenziale per le donne: concorda anche Minji, che ha 27 anni e dice che il motivo principale per cui non intende sposarsi è la violenza domestica molto diffusa.
Al momento non è chiaro di quante donne sia composto il movimento 4B in Corea del Sud, un paese di circa 52 milioni di abitanti: secondo alcune fonti ne raduna almeno 4mila e secondo altre 50mila. A ogni modo, anche molte donne che non fanno parte del gruppo dicono di far fatica a pensare alla possibilità di sposare un uomo sudcoreano, sempre per via del ruolo che ci si aspetta ricoprano le donne da sposate, racconta The Cut.