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 2024  maggio 04 Sabato calendario

L’equivoco Pd

Diciassette anni fa il Pd è stato la grande novità della politica italiana, mentre oggi è vissuto nel suo stesso campo come il grande equivoco.
Il partito che un tempo si definiva «di centrosinistra» ora si identifica solo come forza «di sinistra». Non è una banale questione lessicale, perché nei dem è presente l’area popolare che insieme alla componente post comunista ha dato vita al progetto. Ma è evidente che le due anime vivono sempre più da separati in casa. Giorni fa, uno dei maggiori rappresentanti della corrente riformista ha incrociato un ex parlamentare del Pd, che – riferendosi a Elly Schlein – gli ha chiesto: «È vero che lei tra poco se ne va?». E l’altro: «Tra poco ce ne andiamo noi».
Non è stato solo un modo per segnalare una condizione di disagio. La battuta rivela l’urgenza di trovare una soluzione per decidere il destino del Pd: è opportuno rimanere compagni di partito o è preferibile tornare a essere alleati? Il quesito tiene banco nelle conversazioni riservate, fuori e dentro il Palazzo, a cui partecipano personalità e dirigenti del mondo democratico. Tra una settimana sarà quindi interessante seguire la presentazione a Roma dell’ultimo libro di Goffredo Bettini. Appuntamento al quale parteciperanno Giuseppe Conte e Francesco Rutelli, che sono la proiezione dell’idea politica a cui tende e non da oggi l’autore di Attraversamenti. E cioè un ritorno al centrosinistra col trattino, dove ogni area ha un profilo e un ruolo definito nell’alleanza.
Si capirà se l’operazione è politica malgrado sia vestita da iniziativa culturale, come sostengono fonti autorevoli. E si vedrà anche se sarà «una roba da Grande raccordo anulare», come dicono i detrattori, che criticano «i laboratori romani dove smontano e rimontano la politica a tavolino». Ma non c’è dubbio che il tema esista, parte da un’analisi condivisa sulle difficoltà del Pd e più in generale delle opposizioni che «impediscono la costruzione di un’alternativa, bloccando il sistema». Perciò la mossa di Giorgia Meloni di scegliersi Schlein come avversaria sarebbe «il tentativo di perpetuare l’equivoco».
La divergenza è sulla soluzione. Romano Prodi, per esempio, considera prioritario preservare il Pd, con la sua vocazione maggioritaria e il suo ruolo di forza perno della coalizione avversaria del centrodestra. Anche le componenti di sinistra del partito si preparano a premere sulla segretaria per evitare che si arrivi a una frattura con l’area riformista. C’è il timore dello «spacchettamento» del Pd. Per chi vuole impedirlo c’è però un ostacolo. Che un esponente dem di prima fila spiega citando le liste presentate alle Europee: «Se vengono candidati pacifisti e atlantisti, filo-industriali e filo-sindacali, o c’è la capacità di fare sintesi politica o è molto difficile gestire la coesistenza».
Che è un problema quotidiano. Dopo che un pezzo del Pd ha detto di essere pronto ad appoggiare il referendum contro il Jobs act, ieri Lorenzo Guerini ha chiesto a Schlein di «non sostenerlo»: in caso contrario l’ex ministro della Difesa vedrebbe sconfessata la sua storia. E cosa accadrebbe se a Strasburgo futuri europarlamentari dem dovessero votare contro gli aiuti all’Ucraina? Certi strappi non possono essere ricuciti solo grazie a un buon risultato elettorale il 9 giugno. Perché le previsioni, se confermate dalle urne, porrebbero per qualche tempo la segretaria al riparo da ogni tipo di attacco.
Ma il problema resta e l’operazione del centrosinistra con il trattino è una minaccia per la leader dem, come per Matteo Renzi e Carlo Calenda, definiti «un ostacolo» sulla strada di un nuovo centro alleato della sinistra. Anche se in passato questi partiti hanno avuto lo stesso destino: sono presto scomparsi. Non a caso l’area popolare del Pd è segnata da una diaspora silenziosa sui territori, dove c’è chi preferisce il centrodestra. Secondo Dario Franceschini, però, questa discussione sarà superata «quando alle Europee risulterà chiaro che le forze di opposizione avranno numeri superiori a quelli della maggioranza. Allora si capirà che per battere le destre alle Politiche dovremo unirci». Certo, ma in che modo? E così si torna al punto di partenza.