Corriere della Sera, 5 maggio 2024
Un’agenzia terza controllerà i bilanci delle società di calcio
ROMA «Lo Stato fa molto per il calcio, pensiamo al fisco. Se però il calcio non sa curare i suoi mali...». Da Palazzo Chigi la missiva indirizzata alla Federazione Italiana Gioco Calcio è appena partita. Contiene un articolo di legge (numero “13 bis”, che fa pensare ad un prossimo emendamento a qualche decreto in esame) dal titolo esplicito: «Agenzia per la vigilanza economica e finanziaria sulle società sportive professionistiche». Testo per consultazione, ma la decisione, accarezzata da decine di governi negli ultimi trent’anni, in occasione di ogni scandalo calcistico, sembra ormai presa.
I controlli sui bilanci delle società di calcio (e per ora di basket) saranno sottratti al sistema sportivo ed affidati ad un organismo terzo, un’Autorità indipendente, come l’Antitrust. È un passaggio importante, perché dalla regolarità dei bilanci e delle norme finanziarie del settore, dipendono l’iscrizione delle squadre e in qualche modo l’esito dei campionati. Un nervo scoperto da anni, almeno dal 1993 quando alla Covisoc, l’organismo destinato ora a scomparire, arrivò per mettere ordine Victor Uckmar il più grande fiscalista italiano.
Un giudice terzoLe società e la Federazione sono preoccupate, ma il governo esclude ingerenze indebite. L’Agenzia, si spiega, non esautorerà gli organismi federali, ma si limiterà ad «asseverare» le condizioni per l’iscrivibilità di ciascuna squadra ai campionati. La decisione finale, che non dipende solo dal rispetto del fair-play finanziario, resterà alla Figc.
Secondo il ministro dello Sport, Andrea Abodi, il nuovo assetto non viola l’autonomia dello sport. Ma – questa è la linea condivisa con altri esponenti del governo – punta a mettere un freno definitivo ai ripetuti scandali che colpiscono il calcio, che a questo punto viene considerato un bene pubblico. Non a caso per motivare l’urgenza di intervenire si fa leva sulle dilazioni dei pagamenti fiscali già concesse.
Controlli deboliIl presupposto da cui parte il governo è che i controlli affidati alla Covisoc, l’organismo interno alla Figc che vigila sui bilanci delle società di calcio, non funzionano, come hanno dimostrato casi eclatanti di vicende poi arrivate all’attenzione delle Procure, che alla fine hanno contestato reati finanziari e l’attendebilità di documenti contabili.
Quindi stop ai giri illeciti con fidejussioni, plusvalenze, stipendi, parcelle dei procuratori, debiti fiscali. «L’Agenzia svolge i compiti di controllo e vigilanza sulla legittimità e la regolarità della gestione economica e finanziaria delle società sportive professionistiche al fine di perseguire l’equilibrio economico e finanziario e delle stesse il rispetto dei principi di corretta gestione, nonché il funzionamento dei controlli interni alle stesse società e – si legge nel comma 2 – il regolare svolgimento delle competizioni».
Vigilanza continuaL’Autorità avrebbe poteri importanti, ma non quello di comminare sanzioni sportive. Potrà eseguire controlli, ispezioni, avvalendosi di un personale di circa 30 unità, ma anche della collaborazione dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, e potrà «richiedere iniziative riparatrici e nei casi più urgenti indicare le rettifiche da apportare ai fini di neutralizzare gli effetti economici e patrimoniali di specifiche operazioni ordinarie o straordinarie non conformi da norme e regolamenti anche sportivi».
Se mai l’Autorità, nel corso dei controlli, dovesse avere evidenza di irregolarità, se non di veri e propri illeciti, questi verrebbero segnalati alla Federazione, per eventuali provvedimenti sportivi (come la penalizzazione di punti in classifica), se non alle Procure per i profili penali.
L’Agenzia sarà dotata di «autonomia regolamentare», scriverà cioè lei stessa regole e meccanismi di funzionamento e di rapporto con le società controllate, compresi i loro obblighi. Sarà guidata da un presidente e due componenti nominati dal Presidente del Consiglio che resteranno in carica quattro anni, senza possibilità di conferma. Il funzionamento, 2,5 milioni, sarà a carico dei «vigilati».