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 2024  maggio 04 Sabato calendario

CINA E RUSSIA SI PAPPANO L’AFRICA, GLI AMERICANI CHE FANNO? – I SOLDATI USA SONO STATI CACCIATI DA CHAD E NIGER, I FRANCESI DA MALI E BURKINA FASO: AL LORO POSTO ARRIVANO CINESI E RUSSI (CHE AIUTANO I REGIMI E IN CAMBIO OTTENGONO CONCESSIONI MINERARIE) – IN AFRICA SI MUOVONO I PRINCIPALI GRUPPI JIHADISTI (METÀ DELLE MORTI CAUSATE DAI TERRORISTI IN TUTTO IL MONDO SONO NEL CONTINENTE NERO) - MA È ANCHE LA REGIONE CHE NEL 2050 OSPITERÀ IL 25% DELLA POPOLAZIONE GLOBALE, CON UNA FORZA LAVORO SUPERIORE A CINA E INDIA - HA RISORSE NATURALI E MINERALI STRAORDINARIE ED È LA CASA DI 6 DELLE 10 ECONOMIE MONDIALI IN PIÙ RAPIDA CRESCITA... -

Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica” Gli Usa stanno perdendo la sfida geopolitica per il futuro dell’Africa. L’incontro ravvicinato avvenuto nei giorni scorsi in Niger tra i soldati americani, cacciati dal Paese, e quelli russi, invitati al loro posto, è solo l’ultimo esempio di un riallineamento strategico in corso nella regione del Sahel, che però minaccia di contagiare l’intero continente. La potenziale crisi nella Airbase 101 di Niamey è stata gestita finora in maniera responsabile da Washington e Mosca, evitando guai peggiori, ma gli analisti sono unanimi nel giudicarla come l’ultima prova delle necessità di cambiare strategia.

Il Niger costituiva un caposaldo fondamentale per gli Stati Uniti nel contrasto del terrorismo, in particolare quello dell’Isil e del gruppo affiliato ad al Qaeda Jama’at Nursat al Islam. Perciò avevano costruito due basi, quella adiacente all’aeroporto Diori Hamani della capitale, dove sono ospitati anche militari italiani, e la Airbase 201 di Agadez, costata oltre 100 milioni di dollari. Dopo il colpo di Stato in Niger, a metà marzo inviati americani hanno incontrato il nuovo governo per discutere il futuro delle operazioni.

Hanno avvertito che non potevano condividere le basi con personale russo e non volevano che Niamey vendesse uranio all’Iran. La risposta è stata la richiesta di lasciare il Paese. Al momento circa mille soldati Usa sono ancora in Niger, ma nei giorni scorsi dei militari di Mosca sono arrivati nella Airbase 101. Il capo del Pentagono Austin l’ha confermato, sottolineando che «i russi sono in una caserma separata, senza accesso alle forze Usa o ai nostri equippaggiamenti. Al momento non vedo un problema significativo per la loro protezione». […]

Negli ultimi tempi i soldati americani sono stati cacciati da Chad e Niger, e quelli francesi da Mali e Burkina Faso. Al loro posto in molti casi sono arrivati gli ex mercenari del Gruppo Wagner, che dopo l’uccisione del loro fondatore Prigozhin sono stati inquadrati nell’Afrikanskij Korpus alle dirette dipendenze del Cremlino. Nel frattempo anche la Cina prosegue la sua penetrazione del continente, con la base militare a Gibuti, ma soprattutto con i programmi economici cominciati anche prima del lancio della nuova Via della Seta. Tanto Pechino quanto Mosca, impegnati a conquistare il Sud globale per costituire un blocco alternativo a quello occidentale, hanno l’ambizione di allargare la presenza sul piano geografico e politico.

Quindi l’espulsione degli Usa è grave per immediati motivi di sicurezza […] fa crollare alcuni pilastri fondamentali per il contrasto del terrorismo e il controllo delle migrazioni, ma anche per problemi strategici di lungo termine. L’Africa infatti è diventata il principale terreno di sfida contro gruppi più estremisti, con la metà delle morti causate dai terroristi in tutto il globo, ma è anche la regione che nel 2050 ospiterà il 25% della popolazione globale, con una forza lavoro superiore a Cina e India. Ha risorse naturali e minerali straordinarie, e nonostante tutti i suoi problemi è la casa di 6 delle 10 economie mondiali in crescita più rapida.

[…] Trump aveva completamente trascurato il continente, dicendo di non vedere il motivo per sprecare risorse in paesi definiti “cessi”. […] La strategia americana quindi è rimasta concentrata sulla sicurezza e quindi la collaborazione con i governi che ospitano le basi per contrastare il terrorismo. […] La Russia sta penetrando il continente dando sostegno militare ai governi, […] e in cambio ottiene presenza e commesse per sfruttare le risorse naturali. La Cina da anni investe in Africa senza porre condizioni politiche o morali, incassando accesso. […]

2 - GLI EREDI DELLA WAGNER AGLI ORDINI DEL CREMLINO PER PRENDERSI IL SAHEL Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per “la Repubblica”

Il nome è cambiato […] i russi presenti in Africa si muovono sotto un’altra insegna: “Afrikanskij Korpus”, Corpo Africano, come l’Afrikakorps, il battaglione nazista dispiegato in Nordafrica durante la Seconda Guerra Mondiale. Un paradosso per il Paese che rivendica la vittoria sul nazismo e sostiene di voler “denazificare” l’Ucraina. Ma tant’è.

Il nuovo nome è apparso la prima volta il 20 novembre, in un post su Telegram del blogger militare Dva Majora (Due maggiori), vicino alla Difesa russa, che citava Igor Korotchenko, ex colonnello e direttore della rivista Natsionalnaia Oborona (Difesa nazionale). Korotchenko annunciava che un Corpo africano era «in fase di formazione» dopo l’incontro a Bengasi, in Libia, tra il viceministro della Difesa russo Junus-bek Evkurov e il colonnello Khalifa Haftar.

Due giorni dopo, su Telegram appariva il canale Telegram ufficiale dell’Afrikanskij Korpus. A differenza di Wagner, il Corpo Africano si presenta come «parte di una struttura speciale del ministero della Difesa». Il Cremlino ha così abbandonato ogni ambiguità. Fino alla rivolta fallita di Wagner del 23 giugno e la morte di Prigozhin e Utkin in un sospetto incidente aereo due mesi dopo, Putin aveva sempre negato i legami con Wagner. […]

L’avere subordinato il Corpo Africano alla Difesa presenta vantaggi e ostacoli: da un lato, Mosca può usare ufficialmente il braccio armato come uno strumento di politica estera, dall’altro è ora chiamata a rispondere di eventuali crimini commessi nel continente. La ristrutturazione richiede tempo, come dimostrano i bandi di reclutamento su Telegram per uno stipendio di 280mila rubli (2.800 euro) […] Non soltanto in Libia, ma anche in Mali, Burkina Faso e Niger. Mete che segnano i contorni di un nuovo polo russofilo in Africa.

Se la Cirenaica di Haftar e il Mali erano partner consolidati di Wagner insieme alla Repubblica Centrafricana e al Sudan, l’impegno del Cremlino in Burkina Faso e Niger è più recente. Nel Sahel Mosca ha cavalcato il risentimento popolare nei confronti dell’ex potenza coloniale francese e della percepita ingerenza occidentale che ha provocato i recenti colpi di Stato per puntellare la propria presenza nella regione.

[…] In Mali, Mosca è stata decisiva per la riconquista di Kidal lo scorso novembre. In Burkina Faso la Russia ha inviato uomini e riaperto l’ambasciata dopo oltre 30 anni, mentre l’agenzia russa per l’energia atomica Rosatom si è impegnata a costruire una centrale nucleare. In Niger i primi istruttori militari russi sono arrivati un mese fa. […] L’obiettivo del Corpo Africano è chiaro […]: «Effettuare operazioni militari su larga scala nel continente africano per sostenere i Paesi che cercano di liberarsi finalmente della dipendenza neocoloniale, ripulire la presenza occidentale e acquisire piena sovranità». […]