la Repubblica, 3 maggio 2024
I ladri di libri
Si presentano solitamente in due. Chiedono di parlare con la bibliotecaria esperta di letteratura russa, si fanno indicare la zona in cui sono conservati i libri più rari – le prime edizioni ormai introvabili di Pushkin, Gogol, Lermontov – poi per qualche giorno fingono di studiare e, quando finiscono, salutano e ringraziano ossequiosamente. Però, nel frattempo, hanno sostituto i volumi originali con copie false realizzate nei minimi dettagli. Di una qualità tale che solo occhi particolarmente esperti riescono a individuarle. Qualche lieve difetto di stampa, un tipo di carta diverso, un errore nei timbri che si può scoprire soltanto con la lente di ingrandimento. Quando qualcuno se ne accorge, però, è ormai troppo tardi.Funziona così da almeno un paio di anni, da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, dicono gli investigatori di mezza Europa. Già, perché la banda agisce dappertutto e ha già messo a segno grandi colpi alla Biblioteca nazionale della Lettonia a Riga e in quella di Vilnius in Lituania, alla statale di Berlino e alla bavarese di Monaco, in Finlandia, Francia e Repubblica ceca. Per non parlare della Biblioteca universitaria di Varsavia dove la direttrice, alla fine, ha presentato le dimissioni: troppi quei 78 libri rari scomparsi con la beffa che uno di quelli, qualche giorno dopo, è stato battuto all’asta a Mosca per più di trentamila euro. In quel caso era proprio un manoscritto originale di Pushkin, l’autore più amato in patria e più trafugato dalla banda di bibliofili che più che amare i libri ama sicuramente il denaro. E infatti in un paio di anni ha rubato almeno 170 volumi per un valore di più di due milioni e mezzo di euro.Del resto in Russia, Pushkin è un’icona nazionale. Poeta romantico, romanziere e drammaturgo, aristocratico, scrittore di libertà e impero, portò la letteratura, e la stessa lingua russa, nella modernità prima di morire in un duello all’età di 37 anni, nel 1837. «Pushkin è lo specchio di tutte le epoche della Russia», ha spiegato alNew York Times André Markovicz, il suo traduttore “ufficiale” in Francia. E dunque non deve stupire che dal febbraio di un paio di anni fa, mentre in Ucraina è diventato un simbolo dell’imperialismo russo e molte statue a lui dedicate sono state abbattute, in patria abbia avuto unanuova ondata di popolarità. Tanto che Putin lo ha inserito nel suo personale pantheon appena un passo dietro l’inarrivabile Pietro il Grande.I prezzi dei libri pubblicati in vita da Pushkin sono aumentati vertiginosamente negli ultimi 20 anni, in linea con l’aumento della ricchezza dei collezionisti russi. È un mercato piccolo con pochi libri e una serie di collezionisti che spesso hanno una lista di controllo dei volumi che desiderano, dicono i rivenditori. Pushkin è morto giovane e quindi i “Pushkin in vita” sono scarsi. Lo scrittore di Mosca ha pubblicato Eugene Onegin, un romanzo in versi, a puntate; una prima edizione con alcuni capitoli nelle loro confezioni originali è stata venduta per più di 467 mila sterline (581 mila dollari) all’asta da Christie’s nel 2019. Inoltre le sanzioni introdotte dopo che Putin ha dato l’ordine di attaccare l’Ucraina vietano ai commercianti occidentali di vendere ai residenti in Russia, alimentando un mercato ombra esistente di libri rari. Le biblioteche europee, dunque, sono diventate facili bersagli per i ladri, anche per la scarsa sicurezza legata alle croniche ristrettezze economiche dei musei e delle altre istituzioni che conservano opere di valore. Ma chi sono i ladri di libri, vero e proprio incubo per i bibliotecari? Pare che la banda sia georgiana, uno è stato fermato all’aeroporto di Bruxelles e un altro in Estonia. Ovviamente tutti negano e dei libri spariti non c’è alcuna traccia. Probabilmente saranno già ben conservati nelle librerie private di ricchi collezionisti russi che non badano a spese pur di accaparrarsi gli originali. Anche perché potersi vantare di avere in casa il manoscritto di un campione di fedeltà alla Grande Madre Russia, in epoche di nazionalismo esasperato come questa, regala punti importanti agli oligarchi vicini allo zar Vladimir. A Mosca sono dettagli che fanno la differenza.