4 aprile 2024
Tags : Simone Inzaghi
Biografia di Simone Inzaghi
Simone Inzaghi, nato a Piacenza il 5 aprile 1976 (48 anni). Allenatore di calcio. Dal 2021 all’Inter, con cui ha vinto due volte la Coppa Italia, tre la Supercoppa italiana ed è arrivato in finale di Champions League (battuto dal Manchester City per 1-0 il 10 giugno 2023). Dal 2016 al 2021 alla Lazio (una Coppa Italia e due Supercoppe). Ex calciatore, di ruolo attaccante (94 reti in carriera). «Dove ho allenato sono sempre arrivati i trofei e aumentati i ricavi. È successo alla Lazio e succede a Milano».
Vita Fratello minore di Filippo Inzaghi (Piacenza, 9 agosto 1973), anche lui allenatore ed ex calciatore di prima grandezza. «Con Pippo c’erano queste lunghe sfide nel cortile di nonno Gino, o in mansarda, scalzi, con una palla fatta di calze arrotolate. Un giorno entrai duro e gli ruppi un dito del piede, lui era nelle giovanili del Piacenza: raccontammo che era caduto dalle scale» (ad Angelo Carotenuto e Terza Gioia) • «Ho cominciato a San Nicolò, nel paese dove siamo nati mio fratello ed io: una cittadina a cinque chilometri da Piacenza, settemila abitanti. Giocavamo sempre a calcio. Abbiamo cominciato lì. Poi, facendo i campionati pulcini, ci videro squadre come Milan, Inter, Atalanta, che erano più blasonate del Piacenza, erano squadre di serie A. Noi potevamo andare lì o potevamo andare al Piacenza, che all’epoca era in serie C. Ma, per non allontanarci da casa e da papà e mamma, abbiamo preferito andare a giocare nel Piacenza, convinti che poi le nostre qualità sarebbero potute uscire anche giocando lì, e non solo nelle grandi squadre. E così è stato» • Dopo qualche anno di esperienza, in prestito, tra serie C1 e C2 (Carpi, Novara, Lumezzane, Brescello), fu richiamato dal Piacenza, e il 13 settembre 1998 l’allenatore Giuseppe Materazzi decise di farlo esordire in serie A, schierandolo contro la Lazio • «La partita finì 1 a 1 con un mio gol al novantesimo a Marchegiani, e da lì cominciò tutto. Giocai tutto il campionato. Su trenta partite ne saltai due per squalifica e due per infortunio. Le giocai tutte, feci quindici gol e l’anno dopo il mio primo campionato in A mi acquistò la Lazio. […] Nel ’99 arrivo, e vinciamo subito Supercoppa europea, Coppa Italia e campionato. Facciamo un triplete storico, e da lì è cominciata la mia cavalcata a livello calcistico. Probabilmente avrei fatto la mia carriera ugualmente, però senza il coraggio di Materazzi secondo me sarebbe stata più dura» • «Non mi scorderò mai l’esordio con la Lazio. Nel mio stadio e con i miei amici in tribuna. Il primo gol me lo ricordo come se fosse adesso. Saltai sopra a Couto che poi negli anni è diventato un caro amico. Mi ricordo la prima volta contro Pippo. Ci furono delle lunghe chiacchierate al telefono. Fu una settimana intensa per i miei genitori. Alla fine di quella stagione c’erano diverse squadre, parlai anche con Galliani. Poi mi chiamò Mancini, mi ricordo che mi disse se avessi avuto il piacere di andare a giocare contro la Lazio. Vieri fu venduto, inizialmente puntarono su Anelka, ma poi io accettai subito. Arrivavo in una grandissima città, sapevo che avrei trovato tanta concorrenza. Sono riuscito a ritagliarmi il mio spazio. Feci un bel ritiro, la prima partita ufficiale fu contro il Manchester United, però dopo 8’ uscii perché Stam in un contrasto mi ruppe il naso. Poi feci esordio al mio debutto in campionato. […] Lo scudetto mancava da tantissimi anni a Roma. Fummo bravissimi a recuperare il distacco dalla Juventus. Eriksson nel girone di ritorno schierò un 3-5-1-1 con me davanti. Avevamo una rosa lunga, che aveva giocatori di grandissima personalità» (a Paolo Condò) • Negli anni successivi, alcuni infortuni e problemi alla schiena resero sempre più rari e faticosi i suoi interventi in campo, fino a quando, tornato alla Lazio dopo un paio di esperienze in prestito (prima alla Sampdoria, poi all’Atalanta), nel 2010 decise di chiudere la sua carriera da calciatore, per intraprendere quella da allenatore • Tra il 2000 e il 2003 fece parte della Nazionale: disputò tre partite, avendo anche occasione di giocare insieme al fratello. «Una soddisfazione incredibile, ma credo che i più felici fossero i nostri genitori» • Tra i suoi principali traguardi da calciatore, le quattro reti segnate in un’unica partita di Champions League contro l’Olympique Marsiglia (14 marzo 2000), il primato di miglior marcatore della Lazio nelle coppe continentali (con 20 reti) e quello di miglior marcatore biancoceleste nella stagione 1999/2000 (con 19 reti complessive). È inoltre l’unico, nella storia della Lazio, ad aver vinto la Supercoppa italiana sia da calciatore (nel 2000) sia da allenatore (nel 2017) • «Dopo aver allenato tutte le formazioni giovanili della Lazio fino alla Primavera (con cui vince due Coppe Italia e una Supercoppa), Inzaghi si siede sulla panchina della prima squadra il 3 aprile del 2016 per la partita contro il Palermo, al posto dell’appena esonerato Stefano Pioli. Nonostante il buon finale di stagione, la Lazio non riesce ad approdare in Europa, e il destino di Inzaghi sembra essere quello di approdare alla Salernitana, sempre di proprietà di Lotito, per farsi le ossa in serie B. Il prescelto di Tare per guidare la Lazio è il Loco Bielsa, che però tiene subito fede al suo soprannome e si dimette ancor prima di arrivare a Roma. La società decide dunque di confermare Inzaghi per la stagione 2016/2017, e i risultati le danno ragione: i biancocelesti si rendono protagonisti di un’ottima serie A, arrivando quinti in campionato e conquistando la finale di Coppa Italia eliminando la Roma, perdendo però il trofeo contro la Juventus. All’inizio dell’annata 2017/2018, Simone Inzaghi sembra essere la principale certezza in casa Lazio, come dimostrato dal rinnovo del suo contratto fino al 2020 annunciato ad inizio giugno. La fiducia della società nel tecnico viene subito ripagata, con i biancocelesti che portano a casa il primo trofeo della stagione, vendicandosi della Juventus nella partita valida per la Supercoppa italiana. […] Dal punto di vista tattico, la caratteristica che salta più all’occhio del modo di allenare di Simone Inzaghi è la duttilità: da quando siede sulla panchina della Lazio ha schierato la squadra con moduli diversi, passando dal 4-3-3 al 4-2-3-1, e arrivando all’assetto (forse) definitivo con l’attuale 3-5-2. […] Un altro pregio di Inzaghi è sicuramente quello di aver valorizzato al massimo i giocatori che ha avuto a disposizione. L’esplosione di Keita era attesa da tempo nella capitale, ma solo il tecnico piacentino è riuscito a farlo rendere al meglio. Stessa cosa con Milinković-Savić, diventato il nuovo pezzo pregiato in casa Lazio e perfetto per il gioco di Inzaghi. […] Inzaghi, che ha militato nella Lazio anche da calciatore, ha ricreato un’atmosfera carica di entusiasmo attorno alla squadra, chiedendo spesso aiuto ai tifosi e mostrandosi attaccatissimo ad ognuno dei suoi giocatori, come dimostrano le scatenate esultanze dopo i gol nelle partite contro Roma e Juventus, durante le quali si è unito ai suoi calciatori andando sotto la Curva Nord. Questa stagione può essere quella della sua definitiva consacrazione» (Daniele Minuti).
Critica «Per lunghe stagioni Simone è stato soltanto l’altro Inzaghi, il fratello di Pippo, che vinceva il Mondiale e segnava in finale di Champions League. Pippo era riconoscibile istantaneamente, mentre per riconoscere Simone c’era bisogno di rapportarlo sempre a qualcun altro. Lui era Inzaghi Junior, Inzaghino. Persino nella vita privata si era riproposto lo stesso meccanismo: per anni Simone è stato il compagno di Alessia Marcuzzi, e mai viceversa. Con il successo in panchina, questa parte della sua vita è definitivamente chiusa. L’identità è completa» (Giorgio Burreddu) • «Inzaghi è il contrario dell’allenatore per come abbiamo imparato a intenderlo negli anni Duemila, da Mourinho al Porto al Bayern di Nagelsmann passando per Guardiola, Klopp, Conte, Spalletti: il contrario dell’allenatore Migliore attore protagonista, del leader non solo carismatico ma anche appariscente. nel racconto dell’Inter 2023/2024 Inzaghi viene spesso lasciato ai limiti, appena visibile in quella parte del teatro dove la luce del proscenio inizia a spegnersi nella penombra del retroscena. È come se venisse considerato l’amministratore di una fortuna che gli è toccata in sorte, non il fautore del suo patrimonio» (Francesco Gerardi) • «In questi anni ha smussato angoli difficili da limare, ha cancellato un sottofondo di nervosismo neanche troppo latente che talvolta bussava alla porta di un ragazzo cresciuto cercando con insistenza la via della rete, quella strada che veniva naturale al fratello Filippo. Il destino ha voluto bilanciare le loro carriere, restituendo a Simone la gloria che non era riuscito ad avere fino in fondo da calciatore a causa degli infortuni. Il primo incarico era arrivato grazie all’intuizione di Claudio Lotito, uomo dal multiforme ingegno, senz’alcun dubbio abilissimo nel fare di conto: un anno rimanente da contratto da calciatore trasformato in un triennale da tecnico delle giovanili. Inzaghi, divorato dai problemi fisici, passava così da centravanti male in arnese a guida di ragazzi di quindici anni: qualcuno di loro lo avrebbe seguito fino in prima squadra, come Lombardi e Crecco. Ad alcuni quell’incarico sembrava un atto dovuto, invece Lotito e Inzaghi ci avevano creduto per davvero. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, ormai da anni è un devoto del 3-5-2 dopo aver puntato tanto sul 4-3-3 a inizio carriera. Al suo fianco, dal 2014, c’è Massimiliano Farris, e da ancora prima sono con lui il preparatore atletico Ripert e il match analyst Cerasaro, perché ok, si può cambiare, ma a patto di avere al proprio fianco delle persone di cui fidarsi» (Marco Gaetani).
Amori Due le relazioni sentimentali più importanti: quella, finita nel 2004, con la conduttrice Alessia Marcuzzi, da cui nel 2001 ha avuto il figlio Tommaso, e quella con l’imprenditrice Gaia Lucariello, da cui ha avuto due figli, Lorenzo e Andrea, e che ha sposato nel 2018. “La moglie, Gaia Lucariello, nata a Roma il 26 febbraio 1983 e laureata in Scienze della Comunicazione con una tesi dedicata ai beni di lusso, è un’imprenditrice di successo nel mondo della moda. La sua vita lavorativa è iniziata nel negozio del padre. Lei e Simone si sono conosciuti nel 2010 durante una festa a casa di amici. Si sono fidanzati e nel 2018 si sono sposati. Lucariello è molto amica di Alessia Marcuzzi, che è stata la ex di Simone Inzaghi: Gaia aveva chiesto proprio ad Alessia Marcuzzi di essere la testimone di nozze del matrimonio» (Salvatore Riggio).