22 aprile 2024
Tags : Cristiano Malgioglio
Biografia di Cristiano Malgioglio
Cristiano Malgioglio, nato a Ramacca (Catania), il 23 aprile 1945 (79 anni). Cantante. Autore. Paroliere. Ha scritto tra l’altro L’importante è finire (cantata da Mina), Ciao cara come stai? (Iva Zanicchi ci vinse il Festival di Sanremo 1974). «Ha sempre voluto scrivere canzoni per donne. “Quando ho dovuto scrivere per Adriano Celentano mi sono detto: ‘Malgy, oggi devi essere etero, macho!’. Direste mai che L’amante, la moglie e l’amica è stata scritta da un gay?”» (a Marianna Aprile).
Vita «Dietro l’immagine di uno dei personaggi più sfavillanti dello spettacolo italiano, c’è la storia di un ragazzo siciliano cresciuto in una famiglia molto riservata. “Nessuno mi ha mai chiesto nulla in casa, rispetto alla mia sfera più privata – racconta Cristiano Malgioglio con quella parlata che è parte della sua firma –. Da ragazzo tappezzavo la mia camera con le immagini dei divi americani che amavo: James Dean, Montgomery Clift... mio padre si limitava a chiedere a mia madre perché suo figlio appende tutte queste foto e lei gli rispondeva: ‘Vedrai che gli passerà’”. La sua carriera è iniziata grazie a un incontro fortunato: Fabrizio De Andrè. “I miei non volevano facessi questo lavoro, quindi non mi davano soldi. Così sono andato a lavorare in posta, smistavo i telegrammi. Avevo scelto però di spostarmi in Liguria, un po’ perché mia sorella abitava a Genova e un po’ perché lì c’era Gino Paoli: avevo scelto l’ufficio postale del suo comune perché il mio sogno era vederlo, dopo che per anni da ragazzino mi cullavo con la musica delle sue canzoni. Facevo le scuole serali e al mattino andavo a lavorare in posta”. In quegli anni ha conosciuto De André. “Lo andavo a disturbare in continuazione. Un giorno mi ha ricevuto e sono riuscito a fargli sentire le mie canzoni. A quel punto mi aveva promesso di farmi conoscere il capo della Ricordi, a Milano, e sapendo che non avevo soldi nemmeno per il treno, mi aveva pagato il biglietto in prima classe, una meraviglia. Lì, ho conosciuto Dori Ghezzi: li ho fatti incontrare e da quella sera non si sono più lasciati”. […] “Mina mi ha spalancato le porte con L’importante è finire, che secondo i moralisti voleva dire tutt’altra cosa rispetto al suo significato. Non ci sentiamo così spesso ma so che mi vuole bene. Io adoro la sua risata. Poi Iva Zanicchi, Raffaella Carrà... ho scritto un po’ per tutte. Solo con Ornella Vanoni non ho un bel rapporto: una volta mi ero arrabbiato io con lei perché aveva cambiato una parte del testo di Amico mio, amore mio. Tempo dopo mi chiamò lei una notte perché voleva interpretare una canzone che era già stata assegnata a Iva Zanicchi: mi attaccò il telefono. Di recente l’ho vista al cinema... non mi ha salutato, ma non è un problema, io la amo”. Di Raffaella Carrà era amico? “Pochi giorni prima che morisse mi aveva telefonato dicendomi: ‘Senti, mi devi fare un regalo: rimani come sei, perché quando arrivi tu la tv cambia colore’. Non capivo. Dieci giorni è morta: non potevo crederci. Avevamo lavorato assieme, lei mi aveva chiesto di scriverle una canzone d’amore, come quelle che facevo per Mina e nacque Forte, forte, forte. Avevo rifiutato di lavorare a A far l’amore comincia tu, dicendo a Boncompagni: questa canzone è terribile, non andrà da nessuna parte. Manca molto. Ora dedico una parte del mio spettacolo a lei”» (a Chiara Maffioletti) • Tra le sue canzoni più celebri: L’Angelo azzurro (scritta con Roberto Balsamo), Cocktail d’amore (per Stefania Rotolo), Sbucciami (piena di doppi sensi, cantata da lui stesso), Gelato al cioccolato, per la quale fu accreditato come autore alla Siae, ma non sul disco. La rivelazione, anni dopo, la si deve a Pupo: «Gelato al cioccolato, una canzone che mi ha scritto Cristiano Malgioglio: il suo vero significato? Racconta un suo rapporto orale con un ragazzo marocchino...» (a Roberto Incerti) • Roberto Carlos gli ha affidato la versione italiana delle sue canzoni • «Come si colloca nello spettacolo? “La mia fortuna è non avere colleghi, non si può dire che sia collega di Gianni Morandi. Non ho vissuto male i momenti di silenzio. Partivo per Cuba dove ho avuto la fortuna di frequentare Omara Portuondo; abbracciavo Compay Segundo mi ricordava mio nonno. Poi esiste lo snobismo, certi personaggi vogliono fare i moralisti. Ma la morale te la costruisci da solo, anche essendo diverso dagli altri. Sono una person amolto educata, riesco a trasformarmi e non conosco la volgarità”. Gli inizi sono stati duri? “Nella mia vita ho scritto per tutti, per Mina, Roberto Carlos. Quando ero giù di morale, mia mamma diceva: ‘Quando si chiude una porta, si apre un portone’. Ho sofferto, ero avanti anni luce. Un discografico mi disse: ‘Il disco lo possiamo fare ma metti giacca e cravatta’. Ma mica potevo copiare Massimo Ranieri”. E quindi? “Il giorno dopo mi presento in minigonna di pelle, un cappotto lungo, le scarpe di mia madre. ‘Io sono questo e non cambio per un disco’. Mi rispose: ‘Lo farai’”. Ha un fondo di malinconia? “Tanta. Me la faccio passare: abbraccio la vestaglia di mia madre e metto il disco di Carmen Miranda che canta Tico tico”» (a Silvia Fumarola) • «Il ciuffo è nato nel 1984: sbagliai le dosi di acqua ossigenata nella tinta per i capelli, mi piacque e li tenni così» • «“Candaudore” (per dirla a modo suo) in piena tempesta videormonale, sbeffeggiato, bersagliato per il suo italiano storpiato, per i suoi vestiti da villaggio vacanze, per i suoi capelli bicolore (“tutto fatto in casa, senza parrucchieri o stilisti”, assicura)» (Marco Molendini) • «Ora diranno che è una balla, ma ho rifiutato di lavorare con Fellini e Fassbinder. Fellini mi invitò nel suo ufficio a Cinecittà. Mi guardò per un’ora. Io pensavo che fosse per un foruncolo che avevo sul naso. Poi, dopo una settimana, mi fece cercare perché voleva che lavorassi in E la nave va. Ma scelsi di andare in vacanza coi miei amici in Spagna. Fassbinder mi voleva in Querelle de Brest, era impazzito. Ma, se l’avessi fatto, mio padre mi avrebbe preso a coltellate» • «Il cinema è la mia passione ma anni fa ho perso il treno più importante. Pedro Almodóvar stava preparando La mala educación e dovevo andare a fare il provino. Poi però mi vollero a Scherzi a parte. Scelsi la tv e persi l’occasione» • Ultimi album Malo (2022) • Negli ultimi anni ha conquistato una grande popolarità grazie alla televisione. Nel 2007 e nel 2012 (ritirato dopo poche settimane) ha partecipato all’Isola dei famosi: «Cristiano Malgioglio indossava una T-shirt con l’immagine di Santa Simona Vergine e con le spalline; le spalline!» (Aldo Grasso). «Dopo trent’anni di carriera, adesso mi conoscono tutti come fossi Raffaella Carrà. È bastato cominciare a prendermi in giro» • Nel 2015 è stato il direttore del Grande Hotel Chiambretti, su Canale 5, accanto a Piero Chiambretti («È stato il primo a credere in me regalandomi questa nuova veste»), e opinionista in studio al Grande Fratello. Nella stagione 2022-2023 ha condotto su Raidue la trasmissione Mi casa es tu casa • Attualmente è giudice a Tale e quale show (Raiuno) e al serale di Amici di Maria De Filippi (Canale 5) • «Oggi è un’icona pop. A chi deve dire grazie? “A Carlo Conti, che mi chiamò a I raccomandati e poi a Tale e quale. Ora sono ‘popolare’, i ragazzini urlano per salutarmi. Sono andato ad Amici da Maria De Filippi, bellissimo. Forse mi vedono come un Puffo”. Come si sente nei panni del giudice perfido? “Stronco tutti non per show. Non posso dire che una cosa mi piace se non mi piace, se no la gente pensa: ‘Cristiano è rincoglionito’”. Ad Amici è diverso, i ragazzi sono così bravi e talentuosi che voglio incoraggiarli”» (a Silvia Fumarola).
Giustizia Nel 2006 coinvolto come persona informata dei fatti nell’inchiesta denominata Vallettopoli (senza alcuna conseguenza): lo si sentiva al telefono chiedere piagnucolando a Salvo Sottile «questo programma per me, mi devi fare, Salvato’». Sottile, a cui Malgioglio aveva appena finito di esaltare una qualche «bomba del sesso» risponde: «Vabbè, rilassati».
Amori Gay dichiarato. Nel 2014 ai microfoni de La Zanzara, su Radio 24, ha detto: «Se noi gay avessimo più pudore potremmo ottenere tantissimi risultati. (…) Il matrimonio gay mi sembra una battaglia antica, vecchia. Io non mi sposerei mai e non adotterei mai dei bambini. Un bambino deve crescere con una donna, la parola mamma è troppo importante. Però due uomini e due donne possono dare un affetto enorme a un piccolo» • Da cinque anni è fidanzato con un uomo turco, che vive a Istanbul. «Lui è bellissimo, l’ho conosciuto per caso al Gran Bazar, ha 40 anni e viene da una famiglia perbene» (a Fumarola).
Curiosità Da quarant’anni non ha più la patente: «Negli anni Settanta, in Sardegna, ho investito una pecora e l’ho uccisa. Uno choc. Da allora non guido più» • «Lady Gaga e io siamo cugini di terzo grado ma non me ne frega niente perché la vera diva devo essere io» (a Festa Italiana, Raiuno) • «“Ho solo un problema con i pomodori”. Prego? “Non posso non fermarmi a guardarli, adoro tutto ciò che è rosso. Anche quando vedo un’anguria aperta non mi so trattenere, è come se fossi di fronte a un gioiello, divento pazzo. Ho chiamato un mio amico analista e gli ho chiesto: ma che devo fare per questo problema? Mi ha detto: ti fa stare bene? Benissimo, allora continua a guardare pomodori”» (a Chiara Maffioletti).