26 aprile 2024
Tags : Orazio Schillaci
Biografia di Orazio Schillaci
Orazio Schillaci, nato a Roma il 27 aprile 1966 (58 anni). Medico. Politico. Dal 22 ottobre 2022 ministro della Salute nel governo Meloni. Dal 2017 al 2022 presidente dell’Associazione italiana di medicina nucleare e imaging molecolare. Dal 2019 al 2022 rettore dell’università di Roma Tor Vergata.
Vita Romano di origini calabresi: il padre è nato a Reggio Calabria e la madre è originaria di Amantea. «Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1990 alla Sapienza, quattro anni più tardi ha conseguito la Specializzazione in Medicina Nucleare nel 1994, materia che ha insegnato come professore ordinario per molti anni. Durante la sua carriera universitaria ha anche preso parte a diverse commissioni sanitarie alla Regione Lazio e presso il ministero della Salute. È stato autore di oltre 220 pubblicazioni, ed è revisore di oltre 50 interviste internazionali. Dal 2011 al 2019 ha ricoperto prima la carica di vicepreside, e poi di preside della facoltà di Medicina e chirurgia dell’università degli studi di Roma «Tor Vergata», oltre ad essere dal 2008 Direttore della scuola di specializzazione in medicina nucleare. Durante il suo mandato in rettorato ha deciso di puntare “sulla qualità e l’internazionalizzazione della ricerca, anche industriale”. Estremamente stimato e apprezzato dalla comunità accademica, nel 2019 è stato eletto rettore dell’ateneo romano di Tor Vergata con un’ampia maggioranza. Docente ordinario di medicina nucleare, è stato preside della facoltà di medicina e chirurgia della stessa Università. Roberto Speranza il 25 giugno 2020 l’ha nominato nel comitato scientifico dell’Istituto superiore della Sanità che ha affiancato il ministero nelle decisioni chiave prese durante la pandemia da Covid-19. È presidente dell’associazione italiana di medicina nucleare. Discreto, grandissimo lavoratore, molto preciso e puntuale, in grado di raggiungere risultati in maniera totalmente centrata: completamente lontano dal clamore, è però sempre presente laddove il suo ruolo lo richiede e anche durante il periodo del Covid si è impegnato in prima persona permettendo al personale dell’ateneo di fare grandi passi in avanti per rispondere dal punto di vista informatico e umano all’emergenza» (Valentina Santarpia) • «La premier Meloni per la sanità cercava una figura nuova, che in questi anni di Covid non si fosse particolarmente esposta. E in effetti di Schillaci non si trovano molte dichiarazioni negli archivi, a parte quelle istituzionali legate al suo ruolo nell’università. Schillaci precedentemente è stato anche preside di medicina e chirurgia nell’ateneo romando ed è un medico nucleare, cioè un professionista che diagnostica e tratta le patologie con i cosiddetti radiofarmaci. Come clinico è molto stimato, non solo per le sue capacità professionali ma anche per il rapporto che ha con i pazienti. La carriera l’ha costruita soprattutto sul lavoro e sulle competenze scientifiche. Dal punto di vista tecnico quindi viene ritenuto inappuntabile. “Non è un battitore libero, fa squadra e sa delegare”, dice chi lo conosce bene. “Inoltre è molto riservato”. Non era noto che fosse vicino alla maggioranza, visto che non ha mai preso apertamente posizioni politiche e nemmeno ha avuto incarichi da amministrazioni della destra» (Michele Bocci) • «“Uno che ha costruito la sua carriera esclusivamente sulle competenze scientifiche e che sulla strategia di contrasto al Covid ha sempre mantenuto la barra a dritta”, dicono di Orazio Schillaci quelli che lo hanno conosciuto all’Istituto Superiore di Sanità, dove Speranza lo nominò nel comitato scientifico il 25 giugno del 2020. “Un tecnico dal fare accomodante”, dice anche di lui qualche suo ex collega universitario. Quasi a voler avvallare la posizione di chi nel centrodestra ha fino all’ultimo spinto per una soluzione politica. Magari chiamando in causa Letizia Moratti. Ma Giorgia Meloni alla Salute ha voluto un tecnico dal volto nuovo. Magari che non punti troppo i piedi quando ci sarà da assegnare le risorse con una legge di bilancio che si preannuncia austera. Ma che quello di Schillaci sia un profilo di spessore scientifico avulso alla politica lo conferma il suo curriculum. Che sia un uomo che sa di sanità lo dice il fatto che il policlinico di Tor Vergata, sotto la sua guida, ha ampliato le aree a disposizione per far fronte all’emergenza da Covid-19, costituendo un gruppo di lavoro apposito e trasformandosi in tre settimane nel quarto Covid Hospital del Lazio. […] In qualità di Presidente della società di medicina nucleare, dice di puntare “sulla qualità e l’internazionalizzazione della ricerca, anche industriale”. E i riconoscimenti sono arrivati: secondo la classifica World University Ranking, stilata ogni anno dal Times, la quarta università romana nel 2022 ha fatto un balzo in avanti, posizionandosi tra le prime 350 più prestigiose al mondo, conquistando la settima posizione – su 51 – a livello nazionale. L’anno precedente era al 68esimo. Nella sua attività, assicura chi gli è stato vicino, ha sempre puntato sull’umanizzazione della medicina. Ma anche sull’Hta, l’Health tecnology assestment, che valuta alla luce delle evidenze scientifiche il rapporto costo-beneficio di terapie e diagnostica. Uno strumento cardine per la lotta agli sprechi, che pesano non poco sui bilanci della nostra sanità» (Paolo Russo) • «Ministro Orazio Schillaci, il reintegro con qualche settimana di anticipo dei no vax non risolve il problema dei medici che mancano negli ospedali perché la gran parte sono liberi professionisti. È stata una decisione sua o una richiesta politica? “È una decisione che ho preso perché le altre categorie professionali che non si erano immunizzate sono state riammesse il 15 giugno. Poi oggi lo scenario è completamente diverso e c’è una grave carenza di organico e saranno comunque le singole direzioni sanitarie a decidere dove potranno andare a lavorare i medici reintegrati”. Ma la sua posizione chiara verso i medici no vax qual è? “La scelta di reintegrarli è stata presa anche un po’ in segno di riappacificazione. Dopodiché la mia posizione è sempre stata a favore dei vaccini, lo strumento indispensabile per cambiare la storia della pandemia da Covid”» (a Milena Gabanelli e Simona Ravizza nel novembre 2022) • «Dicono che Orazio Schillaci sia un po’ insoddisfatto della sua poltrona: pensava da tecnico di avere un ruolo importante, si è trovato a dover far fronte a pochi margini di manovra e a tagli di bilancio. E ad avere nei corridoi del suo ministero un solo sottosegretario che però ha un peso di non poco conto: Marcello Gemmato, farmacista e responsabile di Fratelli d’Italia per il comparto. È lui che tiene le redini dei rapporti dentro e fuori il ministero con le categorie e con i lobbysti. Non a caso nel primo incontro di Fratelli d’Italia organizzato nell’era del governo Meloni, al Tempio di Adriano a Roma e proprio sulla sanità, Gemmato era il vero protagonista: imprenditori, medici e rappresentanti delle professioni sanitarie, cercavano lui più di tutti, ministro compreso. Per il resto Schillaci, da ex rettore di Tor Vergata, ha affidato le pratiche che contano a due volti che arrivano dalla sua stessa università: il capo di gabinetto, Arnaldo Morace Pinelli (ex professore di Diritto a Tor Vergata e titolare di un grande studio legale) e il capo segreteria tecnica Marco Mattei che gli ha piazzato FdI: già direttore sanitario di Tor Vergata, ex sindaco di Albano, assessore nella regione Lazio prima con Renata Polverini e adesso con Francesco Rocca, e che in passato ha cenato anche con il pregiudicato di estrema destra Massimo Carminati, a conferma delle sue frequentazioni nella destra-destra romana» (Carlo Bonini) • Sposato con Nicoletta, due figlie.
Vizi «Lei fuma? “Mai acceso una sigaretta. Non ne ho sentito il desiderio e non solo perché da medico so quanto facciano male”» (a Margherita De Bac).